FINI BRINDA: SE LA POLVERINI PERDE SARA’ COLPA DEL PDL, MA SE DOVESSE VINCERE SAREBBE UN SUCCESSO NONOSTANTE IL PDL
HA SUBITO GLI ATTACCHI DI FELTRI, L’HANNO ACCUSATA DI ESSERE TROPPO DI SINISTRA E INDIPENDENTE…LE HANNO INCASINATO PERSINO LA CONSEGNA DELLE LISTE, MA E’ SEMPRE A UN ALITO DI VENTO DA EMMA…UNA VITTORIA DEL LABORATORIO FINI-CASINI SAREBBE LA FINE DELL’IMPERO DI FORZA ITALIA
La telenovela della lista del Pdl in Lazio continua a tenere banco: ieri il Tar ha bocciato il decreto e ha tenuto fuori la lista, oggi forse sarà riammessa dal tribunale la seconda lista presentata,o forse no.
In ogni caso vi saranno i controricorsi e la triste vicenda pare destinata ad allietare le serate degli italiani davanti al Tg ancora a lungo.
Segnaliamo, per onor di cronaca, solo lo stupore con cui il premier ieri sera ha accolto la notizia che il Tar aveva respinto il ricorso del Pdl: “Ma perchè non mi avete raccontato nulla? Mi avete nascosto qualcosa? Qualcuno ha manomesso le candidature?”, rivolto al suo entourage.
Di fronte alla ricostruzione dei giudici e al rapporto dei carabinieri è emerso infatti, al di là della costituzionalità o meno del decreto “interpretativo”, che all’ora di scadenza per la presentazione delle liste, le forze dell’ordine hanno verificato che i delegati in attesa erano quattro e tra essi non vi era traccia di quelli del Pdl, intenti a mangiarsi un panino o a sostituire qualche nome della lista.
Ci stupisce lo stupore di Berlusconi: prima di accusare i giudici e le forze dell’ordine per aver respinto i delegati del partito, possibile che non gli sia venuto in mente di fare quello che avrebbe fatto chiunque al suo posto? Ovvero chiedere ai responsabili delle forze dell’ordine un rapporto su come erano davvero andate le cose: avrebbe avuto subito il quadro che invece ha avuto solo ieri, fidandosi prima dele versioni di qualche apprendista stregone della sua corte dei miracolati.
Ieri invece, di fronte a imbecilli che hanno lasciato incustoditi i plichi con le liste per due ore, poi li hanno nuivamente ripresi alle 17, salvo poi riportarli alle 19.30, è sbottato: “Ma se abbiamo torto, alla fine che figura ci facciamo?”.
Ma se l’avevano capito quasi tutti gli italiani che avevate torto, ci voleva tanto a capirlo a Palazzo Grazioli, invece che fare tutto questo casino peggiorando ancora di più la situazione?
Avreste evitato di legiferare con un decreto in materia di competenza regionale per vedersi dare ancora torto, per delle liste che entravano e uscivano dal tribunale come fosse il Colosseo.
Si è sfiorato il conflitto istituzionale con il presidente Napoitano, si sono lanciate accuse e appelli alla piazza, si sono cambiate le norme, per una vicenda dove era chiaro a tutti la resposnabilità dei delegati.
Non si è fatto solo una cosa: chiedere a Milioni chi gli avesse telefonato per indurlo a uscire dalla stanza del tribunale proprio mentre avrebbe dovuto consegnare la lista.
Chi era l’interlocutore e cosa gli avesse chiesto di fare. Questa sarebbe la cosa da chiedere.
Perchè non dimentichiamo che il delegato fosse di Forza Italia, come ci ricordiamo il killeraggio di Feltri sulla Polverini, il puzzo al naso di tanti dirigenti del Pdl verso una candidatura “finiana” e troppo “di sinistra”.
Mai nessun candidato governatore è stato massacrato dal fuoco amico come Renata nelle seitimane scorse.
Quasi che si volesse farla perdere?
Togliamo il quasi: una che al primo posto del programma mette “il lavoro” e non la giustizia, “l’occupazione” e non la sicurezza, a certa destra forcaiola dà fastidio.
Ma per disgrazia dei suddetti la Renata regge, eccome regge, è a un alito di vento dalla Emma, incollata per la volata finale.
Fini brinda: se la Polverini perdesse, la responsabilità sarebbe del Pdl e di quelli che hanno fatto l’impossibile per danneggiarla, se però dovesse prevalere sarebbe un miracolo di Fini e di An, la dimostrazione che si può vincere lo stesso senza il Pdl o avendone contro una parte, che il laboratorio politico dell’asse Fini-Casini regge alla prova elettorale.
E probabilmente sarebbe il primo atto della fine dell’Impero di Forza Italia . Per assurdo un acuto elettore di sinistra avrebbe più motivo a votare Polverini che Bonino: se vincesse Emma avrebbero solo un governatore in più, se vincesse la Poverini potrebbe cambiare il quadro politico nazionale.
I vertici del Pdl con il decretino hanno pensato solo a tutelare la Lega e Formigoni in Lombardia, mentre si sono disinteresati della sorte della Polverini.
La resa dei conti, con un successo della Polverini, si avvicinerebbe: nelle condizioni attuali sarebbe un miracolo e nulla sarebbe più come prima.
Fini guarda lontano e la grinta di Renata potrebbe fare il resto.
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