LA LEGA NELLA BUFERA: A REGGIO EMILIA ALESSANDRI ESPELLE LUSETTI CHE MINACCIA “GRAVI RIVELAZIONI”
GALAN BLOCCA 62 DELIBERE PER 1,7 MILIONI DI EURO DI CONSULENZE DELL’ENCI, DI CUI LUSETTI ERA COMMISSARIO…ECCO I NOMI DEI BENEFICIARI DELLE DELIBERE, “TUTTE CONCORDATE CON ZAIA”…”HANNO VOLUTO FAR FUORI UNO CHE SI STAVA CANDIDANDO A SEGRETARIO DELL’EMILIA”…UNO SPACCATO DELLA PADAGNA DEL MAGNA MAGNA
La Lega aveva elettoralmente conseguito un buon risultato in Emilia, ma lo scandalo che è scoppiato in questi giorni rischia seriamente di comprometterne definitivamente l’immagine.
Qualche nostro lettore ricorderà la vicenda del deputato leghista Alessandri che si era fatto pagare le multe dal partito: da lì è iniziato un regolamento di conti che ha visto come vittima Marco Lusetti, vicepresidente vicario della Lega emiliana e vicesindaco di Guastalla, accusato di aver fornito la documentazione alla stampa della prassi poco nobile di Alessandri.
Lusetti di recente aveva rimesso l’incarico di commissario dell’Enci (Ente nazionale cinofilia) ed era stato indicato come possibile concorrente di Alessandri alla carica di segretario nazionale al prossimo congresso della Lega emiliana.
Ora Lusetti è stato improvvisamente espulso dalla Lega su proposta guarda caso di Alessandri.
Secondo Lusetti, “in questi mesi è uscita fuori una immagine della Lega non più coesa e compatta” e “la persona che accentra su di sè tutte le cariche maggiori, ovvero Alessandri, il confronto non lo vuole e ha creato artificiosamente delle documentazioni false per espellermi”.
Lusetti dichiara anche di non aver avuto la possibilità di replicare, dopo aver ricevuto una raccomandata da Alessandri in cui si comunicava la revoca dell’incarico fiduciario di vice segretario nazionale, e di non aver potuto partecipare al direttivo.
L’ormai ex vicesegretario promette di non restare a guardare e dichiara di essere in possesso di “informazioni molto gravi”
Alessandri “aveva dichiarato di avere contro di me 18 punti”, ricorda Lusetti, ma poi “dei 18 punti nemmeno l’ombra”, se erano motivi interni alla Lega, si chiede l’ex vicesegretario, allora perche’ Alessandri e gli altri vertici “hanno convocato una conferenza stampa?”
Lusetti ammette che “un’accusa vera mossa nei miei confronti c’e’: da un anno a questa parte non sono piu’ in sintonia con la linea politica di gestione dell’Emilia”. E quindi “ad un certo punto ho iniziato a dire dei no, non mi stava piu’ bene essere uno yes man”.
Lusetti e’ chiaro: “Non mi stava piu’ bene una gestione del movimento monocratica” da parte di chi, cioè Alessandri, “vuole gestire la Lega Nord Emilia in modo personalistico, verticistico e accentrando tutti i poteri e le cariche”.
Piu’ va avanti, piu’ la difesa di Lusetti si trasforma in contrattacco: “Non mi stava piu’ bene il modo in cui e’ stato gestito in maniera poco trasparente il bilancio regionale della Lega sia nella passata legislatura”, sia in “questi ultimi anni.
Se ci fosse stata “chiarezza e trasparenza”, continua l’ex vicesegretario, “probabilmente non sarebbero emerse le criticita’ relative alle multe di Alessandri e anche ai 500 euro non versati”.
Con una precisazione, sempre relativa al caso delle multe collezionata dal parlamentare: si tratta di “informazioni e documenti che il sottoscritto non ha certamente divulgato”, assicura Lusetti, perche’ non ne era in possesso e “perche’ io ho sempre mosso le mie critiche nelle sedi opportune”.
Detto questo, Lusetti manda questo messaggio: “Sono in possesso di informazioni ben piu’ gravi che attualmente sono al vaglio dei miei legali per la diffusione, relative a comportamenti verso cui mi sono sempre opposto”.
Lusetti annuncia querela nei confronti di Alessandri “perche’ non posso accettare che venga colpita da chiunque l’onorabilita’ della mia persona”.
In attesa di sapere se il ministro Giancarlo Galan abbia o meno riscontrato reati nell’operato di Marco Lusetti quale commissario all’Enci, vale la pena ricordare che la nomina di Lusetti fu decisa dal ministro dell’epoca, il leghista Luca Zaia, e quasi subito contestata dall’Enci, che fece ricorso al Tar del Lazio ottenendo ragione.
Il tribunale amministrativo, al termine di una lunga motivazione, annullava il commissariamento, e anche i compensi decisi per Lusetti, in quanto “illegittimi”, perchè “viziati da violazione di legge ed eccesso di potere sotto diversi aspetti”.
Nononostante la netta sentenza del Tar, la figura del commissario venne inserita nella pletora dei provvedimenti ”milleproroghe” che il parlamento, con imposizione della fiducia, votò nel febbraio scorso, quando Zaia era ancora ministro.
Con questa fiducia, Lusetti veniva riconfermato commissario fino al 30 aprile 2011.
A Zaia, ora governatore del Veneto, doveva interessare molto il commissario Lusetti.
Al punto che nell’estate del 2009 cacciò via dal Cda dell’Enci Marco Ciarafoni, un allevatore nominato rappresentante del governo dal precedente ministro, perchè si era opposto al commissariamento.
Ma, cambiato ministro, sono cambiate anche le sorti di Lusetti: Giancarlo Galan lo ha silurato contestandogli l’irregolarità , e in alcuni casi l’illegittimità , di ben 62 delibere da lui adottate nel maggio scorso, pochi giorni dopo l’insediamento.
La battaglia che si è svolta all’Enci appare incomprensibile a chi non segue il mondo cinofilo: in realtà , attorno all’allevamento dei cani di razza ruotano molti interessi economici.
Lusetti ha anche avanzato il sospetto di essere stato rimosso perchè stava interessandosi di una imponente evasione fiscale da parte degli allevatori non professionisti.
Marco Lusetti ha reagito con quella che può essere interpretata anche come una “chiamata di correo”: in sostanza, tira in ballo molti suoi ex compagni di partito come beneficiari delle scelte che lui, come commissario ad acta, ha compiuto o si proponeva di compiere all’Enci.
Due di questi sono addirittura assessori a Guastalla nella giunta in cui Lusetti è vicesindaco: sono Eugenio Bartoli, assessore alla cultura, da molti indicato come probabile sostituto di Lusetti, ed Elisa Rodolfi, architetto, assessore all’urbanistica.
I famosi 1,7 milioni di euro sono naturalmente spalmati non solo su questi nomi, ma anche su altre previsioni di spesa — comprese nelle 62 delibere – ancora formalmente da attribuire tramite contratti.
Lusetti fornisce l’elenco, con le relative motivazioni.
Ci tiene precisare: “Tutte le mie delibere derivano dal coordinamento con l’ex Ministro Luca Zaia e sono consequenziali alle relazioni consegnate”.
L’elenco consiste in due parti: nel primo, dove figurano i due assessori guastallesi, stanno le persone che avevano già ottenuto l’incarico fiduciario. Nel secondo ci sono persone con le quali, dice Lusetti, “vi erano accordi per ulteriori collaborazioni”.
“Venenum in cauda”, direbbero i latini, ovvero “il veleno sta nella coda”: in questo elenco fanno infatti un botto i nomi di Giacomo Giovannini, storico dirigente della Lega, consigliere comunale a Reggio, eletto domenica scorsa nel direttivo del caso Lusetti.
Un congresso al quale la Lega è arrivata con un commissario provinciale, Orazio Russotto, e anche il nome di Russotto è nella seconda parte.
Ma Giovannini non è l’unico, in sala del Tricolore, ad essere stato contattato d Lusetti: c’è anche il consigliere Zeffirino Irali, per “ridefinire la corretta gestione dal punto di vista manageriale dell’Enci”.
Ma torniamo alla parte inziale.
Vi figurano la “zoonoma” Elettra Grassi “per ciò che riguarda la sistemazione del Registro Origini Italiane”, l’avvocato Erica Romani, “per risolvere le “litigiosità ” interne all’Enci”, il commercialista Francesco Pigozzi, consigliere di minoranza a Brescello nella scorsa legislatura, “per l’informatizzazione delle Delegazioni a sostegno del Servizio Libro Origini e per chiarire la posizione fiscale degli allevatori”, Giuliano Bellei e Matteo Bulgarelli (il primo consigliere “civico” a Rubiera, il secondo dirigente degli studenti padani.
Per quanto riguarda la vicenda della rimozione dall’incarico di commissario dell’Ente nazionale cinofilia (Enci), con il ministro Giancarlo Galan che nel decreto ha ipotizzato “atti illegittimi”, Lusetti rivela che con Alessandri si era raggiunto un accordo: dopo la rimozione, Alessandri “avrebbe difeso pubblicamente Lusetti, anche in Parlamento, con interrogazioni a sostegno” della sua attivita’ all’Enci “e contro il decreto di Galan”.
Ora che il tappo è saltato e che Lusetti inizia a fare l’elenco dei nomi di “favoriti”, d’intesa con Zaia, la vicende rischia di allargarsi e tutti i giornali emiliani ne stanno dando ampio risalto.
Tra multe fatte pagare al partito, amici da sistemare, 1,7 milioni di euro spesi in consulenze, espulsioni senza motivazioni di chi oscura il segretario regionale, sembra di essere tornati al peggio della prima Repubblica.
O forse al meglio della padagna del magna magna, in cui le voraci truppe leghiste si sono buttate per fare man bassa senza remore e senza stile.
Tra regolamenti di conti e conti che non tornano.
Dalle marchette leghiste a favore del grana padano alla “grana padana” che rischia di esplodere in Emilia nelle mani della classe dirigente leghista.
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