INTERCETTAZIONI: IL GOVERNO PROPONE TRE MODIFICHE, LA BONGIORNO NON MOLLA E NE VUOLE ALTRE SEI
IL VOTO DI FIDUCIA ALLA CAMERA E’ DOPPIO: UNO PUO’ VOTARE LA FIDUCIA AL GOVERNO E POI VOTARE CONTRO LA LEGGE….IL GOVERNO SPERA DI AVERE L’OK DA NAPOLITANO CON PICCOLE MODIFICHE, MA LA BONGIORNO DEPOSITA EMENDAMENTI PESANTI CHE FANNO ANDARE IN BESTIA I BERLUSCONES
La morale finale è questa: tre sole modifiche proposte dal governo, almeno cinque e piuttosto pesanti quelle presentate dalla Commissione Giustizia della Camera, presieduta da Giulia Bongiorno.
E la sorte del disegno di legge diventa molto incerta, a causa di due diverse correzioni del testo uscito dal Senato, uno della Commissione, un’altro del governo su cui verrebbe posto il voto di fiducia.
Ma a differenza del Senato, il regolamento della Camera prevede una doppia votazione: la prima sulla fiducia dell’esecutivo, la seconda sul merito del provvedimento.
Con il rischio per il governo di trovarsi di fronte a un sì alla fiducia e a una clamorosa bocciatura del disegno di legge.
I finiani potrebbero infatti dire di aver votato la fiducia al governo ma di aver difeso la posizione della Commissione.
La proposta del governo è di apportare piccoli ritocchi: dopo i primi 75 giorni, proroghe di 15 giorni in 15 giorni, anzichè di 72 ore, una riduzione delle multe agli editori che pubblichino verbali vietati e infine una piccola concessione per l’uso delle cimici solo “di fronte a precise esigenze investigative”.
Per alcuni uomini vicini al premier, tali correttivi potrebbero soddisfare Napolitano ( pia illusione).
Le proposte elaborate dalla Commissione Giustizia e in particolare dalla presidente finiana Giulia Bongiorno, inciderebbero in modo sostanziale sul disegno di legge.
Il carro armato Bongiorno vuole almeno cinque modifiche pesanti.
Le intercettazioni dovranno essere autorizzate per almeno 90 giorni, con proroghe rinnovate ogni 15 giorni, ma “senza limiti di tempo”.
Deve essere ampliato l’elenco dei reati per i quali sono ammesse, compresi quelli considerati “spia”: estorsione, traffico di clandestini, smaltimento dei rifiuti tossici.
Deve essere ammesso l’uso delle cimici nei luoghi “di pertinenza delle indagini”, senza limitazioni.
Devono essere ridotte di un terzo le pene pecuniarie per gli editori e per chi registra colloqui abusivamente.
Deve essere consentita la pubblicazione per riassunto degli atti che i tribunali mettono a disposizione delle parti, oltre a poter fornire notizie di avvio d’inchiesta (eventale iscrizione nel registro degli indagati).
E ancora la cancellazione di due lodi: quella che obbliga gli inquirenti a informare il Vaticano se le autorità ecclesiastiche vengono intercettate, e la cancellazione di ogni riferimento che possa proteggere i reati di pedofilia.
In pratica le norme della Bongiorno sono quelle che sono state richieste dagli operatori della giustizia per rendere “presentabile” la legge.
Non a caso è stato fatta rilevare una certa vicinanza “giuridica” tra le tesi della finiana e quelle del Quirinale.
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