FINI LANCIA LA SFIDA: “TOCCHERA’ A SILVIO SPIEGARE AGLI ITALIANI PERCHE’ PROTEGGE COSENTINO E VERDINI”
FINI STAVOLTA VA FINO IN FONDO: “SE SILVIO VUOLE ROMPERE DIFENDENDO CHI NELLA POLITICA CERCA SOLO L’ARRICCHIMENTO PERSONALE FACCIA PURE. IO SARO’ IL PRIMO A GODERNE”… “E NON MI ACCONTENTO DELLE DIMISSIONI DI COSENTINO, VOGLIO L’AZZERAMENTO DEI VERTICI DEL PARTITO”…. IL 61,6% DEGLI ELETTORI DEL PDL E’ CON FINI E VUOLE LE DIMISSIONI DI VERDINI
Questa volta Fini è deciso: la sua battaglia per la legalità , fuori e dentro il Pdl, la condurrà fino in fondo.
E’ quanto emerso ieri dalla riunione dei fedelissimi del presidente della Camera, convinto di aver messo Berlusconi alle corde.
Fini lancia la sfida: “Berlusconi si assuma la responsabilità di andare davanti al Paese a dire che vuole proteggere queste persone”.
Nessun passo indietro quindi, attacco a tutto campo, sia sulle dimissioni di Cosentino e Verdini che sulla legge bavaglio delle intercettazioni.
Il clima nel Pdl non era mai arrivato a tale tensione, ma Fini è forte di un sondaggio di Crespi che inchioda al muro i berlusconiani: il 61,6% degli elettori del Pdl sta con Fini e vuole le dimissioni di Verdini, solo il 30,2% sta con Silvio e preferirebbe che il coordinatore restasse al suo posto.
Ma ci sono altri segnali favorevoli a Fini: ieri anche la Carfagna ha chiesto le dimissioni di Cosentino e la corrente di Frattini e della Gelmini non ha speso una parola per difendere Verdini che nel Pdl ha molti nemici.
Tutti aspettano l’azzeramento del triumvirato per prendere quel posto che conta, in caso di coordinatore unico.
Fini è riuscito a portare lo scontro con il premier sul terreno da lui scelto, quello della legalità , tema tipicamente di destra, Silvio ha dimostrato di avere truppe troppo compromesse e di non avere la mentalità politica per uscire dall’angolo.
Non si può vivere solo di slogan, di nemici immaginari, di richiami a concetti frustri per tutta la vita.
Come si fa a chiamare gli altri “politicanti”, quando lui per primo è da 20 anni sulla scena politica?
Come si fa ad ergersi a garantista quando si hanno troppi scheletri nell’armadio?
Il premier, invece di mostrare autonomia e capacità di volare alto, si è sempre più appiattito sulla Lega, col risultato di trovarsi isolato persino tra i suoi fedelissimi (a parole), prigioniero dell’asse Tremonti-Bossi e in balia di oltre dieci correnti interne.
Fini ha posto problemi politici reali e lui continua a dire che sono questione di carattere, incapace di “fare politica” vera, di operare scelte profonde e radicali, di guardare oltre le sue vicende processuali, le uniche che gli stanno a cuore.
Non si può continuare a governare senza un progetto, una visione globale, una speranza da indicare al paese.
Che filosofia è quella di sostenere che “tutto va bene”, quando gli italiani riscontrano ogni giorno che così non è?
Con le barzellette si conquista qualche attempata crocierista nelle serate di gala a bordo, ma non si governa a lungo.
Con un comportamento privato superficiale non si acquista la stima degli italiani che amano essere guidati da politici capaci, sobri e umili.
E i continui appelli al garantismo finiscono per dare più l’idea che si vogliano coprire le malefatte della Casta, non certo tutelare degli innocenti.
Per non parlare della classe dirigente di cui il premier si è circondato, patetici amplificatori senza personalità delle sue direttive, cortigiani miracolati dopo una vita anonima al servizio di più padroni, incapaci di analisi, ma solo di lustrare posate e bicchieri a tavola.
I berlusconiani continuano a minacciare espulsioni e crisi di governo: ma chi vogliono espellere se lo Statuto non lo prevede?
Che crisi si può permettere il premier se alle elezioni non ci si andrà ? Resterebbe senza poltrona e sotto processo, cadendo pure il legittimo impedimento.
O pensa di chiedere asilo politico nella virtuale padagna del magna magna dei suoi ricattatori leghisti?
O non ha capito che sarebbero proprio loro i primi a scaricarlo il giorno che non rappresentasse più nulla?
Fini ha avuto l’abilità di dividere i suoi in più rami, falchi e pontieri, ognuno ha un suo ruolo e trasmette un messaggio di destra legalitaria.
Crespi gli dava ieri, in caso di partito personale, un 9-10% secco.
In pratica ha quasi recuperato i consensi che aveva An prima della fusione: senza aver fatto ancora nulla sul territorio.
In compenso sta aggregando parecchi forzisti scontenti che tiene coperti.
La differenza tra i due schieramenti si può notare dal fatto che mentre i finiani pongono questioni politiche di destra ( legalità , unità nazionale, solidarietà sociale), pare che la principale attività dei falchi berlusconiani in queste ore sia quella di costruire un dossier contro Italo Bocchino.
Si vede che non hanno di meglio da fare.
Cerchino magari di costruirlo meglio di quello contro Caldoro: anche i taroccatori si dividono in quelli bravi e in quelli pirla.
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