INTERCETTAZIONI: GLI EMENDAMENTI DEI FINIANI COSTRINGERANNO IL GOVERNO ALLA RITIRATA
FINI. “TUTTE LE MODIFICHE NECESSARIE VANNO FATTE, SENZA CONCORDARE NULLA CON NESSUNO E SU ESSE NON SI APRE NESSUNA TRATTATIVA: SE LE VOTANO BENE, MA SIA CHIARO CHE NON LE RITIREREMO MAI”… LA BONGIORNO RICEVE IL PLAUSO DELLA FEDERAZIONE DELLA STAMPA PER I CORRETTIVI ALLA LEGGE BAVAGLIO
Dicono che Berlusconi la odi: “se passano le sue modifiche questa legge sarà completamente svuotata e non servirà più a nulla”.
Probabilmente avesse avuto come consigliere giuridico giuridico lei, invece che Ghedini, non sarebbe incorso un una serie di scivoloni con le tante leggi ad personam presentate e ritirate in questi mesi, in un guazzabuglio di passi avanti e retromarcie.
Parliamo ovviamente del panzer Giulia Bongiorno che ha avuto disposizione da Fini di studiare il tema intercettazioni “garantendo legalità , pienezza delle indagini della magistratura e libertà di stampa”.
Come prima cosa, la Bongiorno ha incalzato per giorni Costa (Pdl), incaricato di presentare gli emendamenti ufficiali del Pdl al testo uscito dal Senato ed è riuscita a far passare l’aumento dei termini di proroga da 72 ore a 15 giorni, la riduzione di un terzo delle multe agli editori e l’estensione della possibilità di intercettare i reati satellite.
Non contenta si è portata a casa il testo, lo ha studiato tutta la notte e il mattino era già da Fini per illustrargli pregi e limiti, spiegandogli che sono “indispensabili” almeno sei modifiche.
Fini non ha avuto dubbi: “vai avanti fino in fondo, se le modifiche necessarie sono dieci, falle tutte: non dobbiamo concordare nulla con nessuno, Sui nostri emendamenti non si apre alcuna trattative: se lo vogliono votare bene, altrimenti nessun problema, ma sia chiaro che noi non le ritireremo mai”.
Detto fatto, Giulia deposita i cinque emendamenti dei finiani: sulle microspie si torna al concetto di “privata dimora” e cade quello di “luogo privato”, quindi spazio alle cimici ambientali.
Via libera anche a quelle che “possono fornire elementi utili all’indagine”.
Un altro emendamento fa poi venire meno il privilegio dei parlamentari che saranno pienamente intercettabili.
Cade infine la responsabilità giuridica degli editori.
In pratica Giulia elimina tutte le norme che stavano a cuore al premier.
A questo punto l’ordine nel Pdl è di non commentare e prendere tempo. Berlusconi si è infilato in un vicolo cieco e se ne sta rendendo conto, persino l’Onu ha stigmatizzato l’iniquità del decreto così come lo avrebbe voluto lui. Ma c’è di più: se il Pdl boccia gli emendamenti della Bongiorno e l’opposizione li vota, cade il governo.
Se invece il Pdl va avanti a testa bassa, sarà il Quirinale a mettersi di traverso.
A questo punto non c’èuna via di uscita onorevole, solo la scelta tra la resa e una “bella morte”.
Non c’è neanche l’alibi della mancata collaborazione dei finiani, visto che la Bongiorno ha dedicato giornate a cercare di convincere gli esperti giuridici del premier.
Ora nel Pdl si tenterà l’ultima mediazione, ma le direttive di Fini sono chiare: “I nostri emendamenti restano come sono”.
E per far capire che non scherza, poche ore fa, ha deciso di mettere all’ordine del giorno per mercoledi prossimo la mozione di sfiducia a Cosentino, decisione che ha suscitato le ire dei berluscones che avrebbero voluto far slittare la discussione a settembre.
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