LA LEGA OTTIENE LA SECESSIONE, QUELLA DI TOSI: “VOGLIONO CACCIARMI? SE NE ASSUMANO LA RESPONSABILITA'”
SALVINI GONFIA LA PANZA: “CHI DISCUTE LA LINEA E’ FUORI”… E TOSI PENSA DI CANDIDARSI CONTRO ZAIA IN VENETO
Non si placa lo scontro tra Flavio Tosi e Matteo Salvini.
Dopo l’aut aut di Tosi per le prossime regionali in Veneto (“o una mia lista di appoggio a Zaia o mi candido io alla presidenza della regione”) e la risposta dura del segretario del Carroccio: “Chi discute Zaia è fuori dalla Lega” sono numerosi gli esponenti del Carroccio veneto ad esporsi in prima persona per stigmatizzare la condotta del segretario nazionale della Liga.
Dopo Lorenzo Fontana, capogruppo a Bruxelles, anche Gian Paolo Gobbo, il gran vecio della Lega ed ex sindaco di Treviso, lancia i suoi strali contro Tosi: “Sulle sue prese di posizione c’è poco da dire, ha già creato un altro partito ed evidentemente vuole uscire allo scoperto.”
Anche tra i fedelissimi del sindaco di Verona serpeggia il malumore.
Il rischio è che una scissione, ventilata la scorsa settimana dallo stesso Tosi, non sortirebbe nessun effetto anzi provocherebbe il risentimento degli elettori leghisti.
A maggior ragione se ostacolare il governatore del Veneto portasse acqua al mulino del centrosinistra. e della sua candidata Alessandra Moretti.
Anche la decisione di non scendere a Roma, seppur non ancora confermata, per la manifestazione “Renzi a Casa” ha creato non pochi malumori tra i militanti pronti a partire venerdì notte che nella sola Verona sono circa tremila.
Ma il punto saliente per comprendere la questione sta nel desiderio di Flavio Tosi di raggiungere ben altre mete.
La sua Fondazione Ricostruiamo il Paese è stata creata per lanciarlo a sempre più improbabili primarie del centrodestra dove il suo ruolo di segretario della Liga si è di volta in volta appannato a favore di strategie e aperture non in linea con Matteo Salvini.
Sia sull’euro sia sui rapporti con Italia Unica di Corrado Passera ad esempio.
A breve scadrà il suo mandato da sindaco e rischia di rimanere con un pugno di mosche. Schiacciato a livello nazionale da Salvini e a livello locale da Luca Zaia, l’unica reale possibilità di rimanere a contare qualcosa è conservare un numero sufficiente di consiglieri regionali che rispondano direttamente a lui.
Il che significa posti di comando nelle società partecipate e quell’egemonia sulla sanità veneta di cui si vanta dal 2005.
E su questo Zaia non ci vuole sentire affatto. “Ci mancherebbe altro e stia sereno perchè i candidati li scelgo io e sia chiaro che il segretario della Liga Veneta non può candidarsi contro di me, dopodichè ognuno farà quello che vorrà .”
Anche come pokerista la carriera di Tosi non sembra aver grande futuro.
Il tentativo di ottenere posti in lista per i suoi fedelissimi dietro minaccia di sganciarsi dal governatore uscente non sembra aver ottenuto grandi risultati.
Dopo il dialogo con Zaia, e Matteo Salvini in disparte, si è ritornati punto a capo.
Ma il segretario federale non ha intenzione di arrivare ad accordi.
“Lo scontro non è tra Milano e il Veneto come qualcuno vuol far credere ma tra la Lega Nord e chi evidentemente si chiama fuori dalla Lega osteggiando Zaia. Se Tosi vuol litigare col mondo faccia pure. Non mi interessa. Se sabato ci sarà non farà altro che il suo dovere” ha spiegato chiaramente Salvini a Repubblica Tv oggi pomeriggio.
Inutile per il sindaco di Verona far leva su quanti nel centrodestra lo hanno appoggiato fino ad oggi.
“Salvini dice che chi discute Zaia è fuori dalla Lega? Mi dicevano che dovevo andar fuori dalla Lega anche quando dicevo di non esser secessionista. Se qualcuno decidesse di farmi fuori ognuno si assumera’ le proprie responsabilita’”.
Cosi’ Flavio Tosi ha infine commentato, a Un Giorno da Pecora, le parole di Matteo Salvini
(da “Huffingtonpost“)
Leave a Reply