LA ”MAGGIORANZA URSULA” RISCHIA DI IMPLODERE: OLTRE ALL’INETTA SCELTA DI RAFFORZARSI CONCEDENDO A MELONI UNA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA (NO DI SOCIALISTI E LIBERALI A FITTO), A DESTABILIZZARLA SONO GLI SPAGNOLI DEL PPE CHE MIRANO A FAR CADERE IL GOVERNO SANCHEZ BOCCIANDO LA COMMISSARIA RIBEIRA
A BRUXELLES PER URSULA SI PREFIGURANO TRE SCENARI: 1) LA CRISI RIENTRA E PASSANO LE NOMINE, FITTO COMPRESO; 2) ACCONTENTA I SOCIALISTI E RIFORMULA LE NOMINE DEI COMMISSARI; 3) SALTA LA ”MAGGIORANZA URSULA” E SI TORNA AL VOTO (COSA MAI SUCCESSA…)
La trionfale vittoria di Donald Trump (Camera, Senato, Corte Costituzionale) sta sconvolgendo gli equilibri politici negli Stati Uniti e nel resto del mondo. L’onda lunga del successo del tycoon è arrivata anche nell’Unione Europea, dove la “maggioranza Ursula” è scossa da scosse telluriche.
Il primo segnale del ritorno sulla scena mondiale del Trumpone è il generale ringalluzzimento dei gruppi destronzi (Patrioti, Ecr, Afd) che, complice la composizione variegata del Partito Popolare Europeo, si sono ritrovati col gran parte del Ppe a votare con successo il regolamento sulla deforestazione.
Apparentemente una norma secondaria, ma che diventa la spia di un mutamento in corso che vede i sovranisti e i populisti uniti nella lotta con i neonazisti di Afd. Il voto congiunto con l’estrema destra non poteva non terremotare il gruppo socialista (S&D), e gran parte di esso chiede di uscire dalla maggioranza Ursula.
Il clima di caos che si è creato a Bruxelles, con i veti incrociati sulla nomina dei vicepresidenti, dipende innanzitutto dall’inettitudine di Ursula. La cofana bionda tedesca ha dimenticato uno dei principi cardine della politica: se hai una maggioranza, la valorizzi e vai avanti con quella.
Lei, invece, per blindare la sua poltrona ha pensato di darsi un perimetro di potere più ampio, e ha teso la manina a Giorgia Meloni e al gruppo da lei presieduto, quello dei Conservatori di Ecr
Era chiaro che bisognava dare un commissario all’Italia, ma non di cedere a Meloni concedendo una vicepresidenza esecutiva a Raffaele Fitto, innescando il domino del malcontento di socialisti e liberali – considerando anche il doppio rifiuto della Ducetta alla Commissione (prima in Consiglio europeo con l’astensione, e poi in Parlamento con il voto contrario di Fratelli d’Italia).
Un errore che ha finito per trasformare la sua maggioranza in un’insalata mista che è andata di traverso a tutti.
Ad accendere questo casino malmostoso, la scintilla non è partita solo dalla nomina con deleghe di un commissario fuori dalla maggiaranza come Fitto ma una tanica di benzina è arrivata dagli spagnoli: la delegazione di Madrid nel Ppe sta tentando infatti di sabotare la nomina della socialista Teresa Ribera, che è anche ministro e vicepremier di Spagna, con l’obiettivo di far cadere il Governo Sanchez.
In quanto ministro della Transizione ecologica i Popolari iberici addossano alla Ribeira – anziché al governatore Mozon – la responsabilità della tragedia di Valencia, dove l’alluvione ha ucciso più di 200 persone. E la Ribeira è attesa nei prossimi giorni a riferire del suo operato al Parlamento spagnolo.
L’obiettivo del Partido popular è far slittare le nomine europee a dopo l’audizione-processo, così da azzoppare la Ribera e far saltare la sua nomina a Bruxelles. In caso contrario, i popolari spagnoli minacciano di boicottare i commissari di Ursula.
Il caso Ribera è l’ennesima dimostrazione di come il Partito popolare europeo sia, al suo interno, disomogeneo e parcellizzato in obiettivi non convergenti.
Lo stesso premier polacco, Donald Tusk, che del Ppe è un pezzo da novanta, si è molto infastidito, al pari dei socialisti e liberali, per la convergenza dei voti di gran parte dei Popolari con le destre estreme sulla deforestazione.
L’allargamento della maggioranza a Ecr, poi, significherebbe sdoganare anche il Pis, partito rivale in patria, visto da Tusk come il nemico numero uno.
Al momento, a Bruxelles gli analisti politici prevedono questi tre gli scenari per Ursula :
1. Riesce a ricompattare la sua maggioranza “domando” il Partito socialista e facendo ingoiare a Sanchez e Macron l’inclusione di Fratelli d’Italia nell’alleanza (e Fitto ottiene il via libera).
2. Non riesce a sedare il malcontento di S&D che chiede di riformulare tutte le nomine dei commissari.
3. Definitiva spaccatura della maggioranza, salta Ursula e si torna al voto (cosa mai successa…).
(da Dagoreport)
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