LA PACE QUOTATA IN BORSA
SE HAI I SOLDI LA PACE PUOI COMPERARLA
Se hai i soldi, la pace puoi comperarla, perché la pace, come tutto il resto, è una merce. Troveremo il modo di quotarla in Borsa. Se oltre ai soldi hai dalla tua anche il Dio della Bibbia (degli altri chi se ne importa), oltre che ricco sei anche dalla parte giusta. Questa la mia sintesi del discorso di Trump alla Knesset. Sintesi brutale e forse anche tendenziosa, me ne rendo conto, ma non saprei farla diversamente.
Si è detto: ben venga la pace di Trump, se porta un poco di
conforto alla gente di Gaza e al Medio Oriente in generale. È giusto dirlo, è giusto pensarlo. Né la boria scandalosa con la quale il bullo attualmente capo dell’Occidente incensa se stesso basta a cancellare il suo innegabile momento di trionfo: l’interruzione della carneficina porta la sua firma.
E la memoria torna al nulla, o al quasi nulla, che ha preceduto, nei decenni, questa orribile guerra e questa parvenza di pace. La memoria torna ai dem americani (ed europei: un nome solo, Blair) nel momento in cui il gioco era nelle loro mani.
E a parte un meraviglioso discorso di Obama al Cairo, nel 2009, rivolto al mondo musulmano («fino a quando i nostri rapporti saranno definiti dalle nostre differenze, daremo maggior potere a coloro che perseguono l’odio invece della pace»), ditemi quali concrete tracce politiche, quali gesti di disarmo, quali cambiamenti strutturali per un mondo di pace portano la firma dei dem.
Se oggi un supporter di Trump, con il suo ridicolo cappellino calcato in testa, viene a dirci: e voi, prima di lui, che cosa avevate fatto di concreto per la pace in Medio Oriente e per la pace in generale? È difficile trovare una risposta decente. La prepotenza dei nostri giorni è anche figlia dell’impotenza che l’ha preceduta.
(da Repubblica)
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