LA POLITICA ESTERA DEL M5S? LA STESSA DELLA LEGA DI SALVINI
LA NATO NON VA BENE, L’EUROPA NEPPURE, I TRATTATI NEMMENO, SOLO I RUBLI DI PUTIN, NOTO DIFENSORE DEI DIRITTI UMANI, SUSCITANO INTERESSE
Contrasto ai trattati internazionali, via dalla Nato (forse), maggiore sovranità e ritiro delle truppe dall’Afghanistan.
Se il Movimento 5 Stelle andrà al governo si occuperà di tutto questo. Così ha deciso la Rete e i parlamentari grillini hanno illustrato il programma Esteri in conferenza stampa.
Un programma che sembra mutuato alla Lega Nord e alle destre alla ricerca di punti in comune in chiave post elettorale, nella speranza cioè di raccogliere in Parlamento i voti del Carroccio che potrebbero permettere ai grillini di formare il governo se M5S dovesse essere il partito più votato.
Per adesso solo tanti “se”, di certo però i vertici pentastellati stanno ragionando, ormai da diversi mesi, su un programma che possa essere “compatibile”, così viene definito da diversi deputati e senatori, con quello di altre forze politiche minori “così da fare accordi in Parlamento su singoli temi”. Accordi. Guai a parlare di alleanze, anche se la sostanza non cambia.
“Se noi proponiamo più sovranità e il referendum sull’euro, come fa la Lega Nord a non votare la fiducia?”, dice un parlamentare della commissione esteri. Ragionamento che però, a livello costituzionale, potrebbe trovare più di un intoppo.
Al di là di questo, andando a leggere il programma Esteri targato M5S sin dal titolo si percepisce un’attenzione a temi cari soprattutto alla destra senza però dimenticare la sinistra.
Il ripudio della guerra, nel documento in dieci punti che riassume le posizioni del Movimento, è al secondo posto dopo la sovranità . Titolo del programma: “Un’Italia libera e sovrana. Amica di tutti i popoli. Per un Mediterraneo di pace e un futuro senza austerità “.
Quanto all’Unione europea, questa “si sta smantellando da sola” a giudizio di Alessandro Di Battista, che ricorda come le istituzioni comunitarie “non coincidono per forza con l’unione monetaria”. E comunque il big pentastellato critica una “Ue del tutto schiacciata su posizioni filoamericane”.
Il Movimento 5 Stelle attacca inoltre la politica estera italiana ed europea rivendicando il no alle sanzioni alla Russia e accusa: “Pensiamo che un mondo nuovo e multipolare possa garantire un dialogo con delle realtà con cui ad oggi non parliamo, come i paesi ‘Brics’ (Brasile Russia India Cina e Sudafrica, ndr) che rappresentano cinque miliardi su sette totali della popolazione mondiale”.
Anche sul terrorismo “serve una cooperazione reale delle intelligence, c’è il problema di come farle cooperare senza violazioni reciproche, ma la Russia è un partner in questo campo”.
Manlio Di Stefano aggiunge: “Se la Nato riuscirà davvero a cambiare, con la nostra partecipazione al cambiamento, sicuramente se ne può fare parte. Se non cambia dovremo riflettere se farne parte o meno. E questo vale anche per gli altri organi”.
In definitiva il programma M5S sembra collocare la creatura di Beppe Grillo in una scelta di netta discontinuità rispetto alla tradizione atlantista.
In sostanza, nel programma, vi è multilateralismo, cooperazione internazionale, rifiuto della guerra e delle missioni militare ad eccezione delle truppe di interposizione Onu. Tradotto in termini di missioni italiane all’estero: Libano sì, Afghanistan no. “Ritireremo le truppe quando saremo al governo”, ribadisce Di Battista.
Nel dettaglio poi M5S al governo dovrà impegnarsi “nel contrasto ai trattati internazionali come TTIP e CETA che vedono dominare le multinazionali sui prodotti locali; in una maggiore sovranità e indipendenza dai dettami di entità sovranazionali; per un’Europa che non consideri più l’austerità come un ‘valore’ da imporre a forza a paesi già indeboliti dalla crisi”.
Della permanenza o meno nell’euro se ne parlerà nel capito che riguarda l’economia, ma in auge sembra essere tornata l’idea dell’uscita dalla moneta unica.
Tema, non a caso, molto caro alla Lega Nord.
La multinazionale populista al servizio di Putin per scardinare ogni identità europea con qualche banalità pacifista per non perdere i fessi che ci credono ancora.
(da agenzie)
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