LA POPOLARITA’ DI BERLUSCONI E’ SCESA INTORNO AL 50%
IN UN MESE PERSI DA 9 A 14 PUNTI… “CRESPI RICERCHE” REGISTRA UN CONSENSO SCESO AL 51%, MANNHEIMER AL 49%… CALO VISTOSO TRA LE DONNE, I GIOVANI, I LAUREATI, GLI IMPRENDITORI, I PROFESSIONISTI E LAVORATORI AUTONOMI… TRA UN PO’ SI FA COME LA CGIL CHE SI REGGE SUI PENSIONATI… MA NESSUNO NEL PDL HA LE PALLE PER UNA ANALISI CRITICA
Lo stesso Berlusconi che prima delle elezioni si vantava di un “consenso imbarazzante” sulla sua persona intorno al 73%, ora, grazie a qualche sondaggio “benevolo”, si vanta di essere al 61%, ma le cose stanno diversamente e ciò desta grande preoccupazione anche tra i maggiorenti del Pdl. Dopo aver rincorso un 40-43% alle elezioni europee ed essersi ritrovati al 35,2, in perdita di 2 punti rispetto alle politiche di un anno fa, pare che l’unica consolazione del Centrodestra sia quella di verificare quotidianamente lo stato di malattia congenita della Sinistra.
In effetti questo è un governo che si sta reggendo sulle disgrazie del competitor: finchè la sinistra sta peggio, si tira avanti.
Ma le cose, come avevamo segnalato in tempi non sospetti, non stanno andando affatto bene per il centrodestra.
Lo testimoniano due recenti sondaggi che peraltro collimano nelle conclusioni: la popolarità di Berlusconi esce duramente provata dalle vicende relative all’inchiesta in corso a Bari sulle presunte escort che frequentavano Palazzo Grazioli e Villa Certosa in Sardegna.
Secondo “Crespi Ricerche” in 30 giorni si è passati dal 60% di gradimento al 51% attuale, con una perdita secca di 9 punti, inferiori peraltro alla perdita di 14 punti verificata da Euromedia.
Secondo invece l’istituto di Mannheimer. l’Ispo, la popolarità del premier è addirittura scesa al 49% e in questo caso viene fornita un’analisi più in dettaglio di coloro che hanno perso fiducia in Berlusconi.
In primo luogo le donne che lo gratificano solo di un 47,1% di consensi, seguite dai giovani tra o 18 e i 24 anni.
Appena il 42% dei laureati lo approva, persino categorie “contigue” al governo come imprenditori, professionisti e lavoratori autonomi lo appoggiano al 46,7%, sotto quindi la media nazionale.
Male anche tra gli insegnanti (43,3%), gli studenti (45,8%), appena sotto la media con operai (48,6%) e casalinghe (48,3%).
In pratica chi ne limita la debacle sono i pensionati (54,7%).
Sembra assurdo, ma sta accadendo al centrodestra quello che è successo alla Cgil: perde consensi, ma sta a galla grazie al contributo dei pensionati. Il che in prospettiva non è proprio il massimo per una coalizione politica.
Che non sia un fatto esclusivamente legato alle vicende personali del premier lo si evince poi dal calo di consensi che colpisce anche molti ministri che pur vanno per la maggiore: perdono da 1 a 3 punti, in un solo mese, Brunetta, Maroni, Alfano, Gelmini, Tremonti, Frattini, Prestigiacomo, Matteoli, Brambilla e Fitto, tra i più noti.
Il quadro è ora di un consenso ridotto per tutti, anche quelli sovresposti sui media.
Quanto al calo del premier è evidente che ciò sia dovuto al venir meno di un’immagine etica del suo comportamento privato, a cui non ha saputo opporre un’ammissione di responsabilità .
Invece che chiedere scusa è stata scelta una linea difensiva suicida, fondata sul negare anche l’evidenza.
Un esempio? Non crediamo che un premier debba avere la necessità di sentire al telefono il fornitore di escort Tarantini 20 volte al giorno ( come risulta agli atti della procura di Bari).
Ridicola poi la difesa di Tarantini, che ha cambiato avvocato ( ora ha un legale consigliato pare da Ghedini) che sostiene: “Non sapevo che la D’Addario fosse una escort”…
Ma come, lo sapevano tutti a Bari, salvo lui che gli pagava aerei e auto private e la invitava a feste? Qua non esiste più il senso del ridicolo, se questa è la linea difensiva siamo a posto…
Ma sarebbe limitativo sottovalutare che l’erosione del consenso non riguarda solo il giro di ragazze, il centrodestra sta pagando anche una politica appiattita sui ricatti della Lega, un isolamento internazionale, la mancanza di interventi concreti nel sociale per fronteggiare la crisi, la gestione spesso arrogante del potere, la mancanza di moralizzazione della Pubblica Amministrazione, una pseudo riforma della scuola dove si santificano le maggiori bocciature come unico fatto qualificante, una politica della sicurezza che fa acqua da tutte le parti e contestata persino dalle forze dell’ordine.
Eppure nessuno che abbia le palle ( Fini a parte, che ogni tanto introduce un tema “politico”) di virare di bordo.
Tutti attaccati alla poltrona che debbono indubbiamente al premier, ma senza dignità e intelligenza, proni a qualsiasi richiesta, succubi della ricca paga, incapaci di autocritica, maggiordomi in livrea capaci solo di accorrere con l’inchino al suono della campanellina del padrone di casa.
No, la politica non è questa, ci vuole il coraggio di dire cose scomode, di “volare alto”, di anticipare gli eventi, di determinare le svolte, di denunciare i misfatti.
Essere di destra è “vivere” da uomini e donne di destra, non da servi senza valori e ideali.
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