LA RIFORMA DEI CONDOMINI, VOLUTA DAL GOVERNO, E’ VERGOGNOSA: AGEVOLA LE IMPRESE, PROTEGGE I MOROSI E PUNISCE GLI ONESTI
UNO SCEMPIO VOLUTO DA QUEL CERVELLO IN FUGA DI ELISABETTA GARDINI, DI FRATELLI D’ITALIA: SE DA UN LATO SI ALLUNGANO I TEMPI PER AVVIARE I DECRETI INGIUNTIVI, DALL’ALTRO I CREDITORI POTRANNO RIVALERSI DIRETTAMENTE SUL CONTO CONDOMINIALE E, SE NECESSARIO, ANCHE SUI PROPRIETARI IN REGOLA (CHI HA SEMPRE PAGATO, VIENE INCULATO!) – NON SOLO: AUMENTANO I COSTI PER TUTTI PERCHE’ NEI CONDOMÌNI CON PIÙ DI VENTI PROPRIETARI, DOVRA’ ESSERCI UN REVISORE, VISTO CHE LA CERTIFICAZIONE DEI RENDICONTI SARÀ OBBLIGATORIA… QUESTA RIFORMA NON PROTEGGE CHI PAGA CON REGOLARITA’: TUTELA I FURBI E I MOROSI
Niente più contante per i pagamenti, amministratori con la laurea e morosi «salvati» da tutti i condòmini. Sono alcune delle novità che introdurrà la nuova riforma del condominio che arriva a tredici anni dal riordino del 2012, e che promette più ordine e trasparenza ma con il rischio di costi più salati per le famiglie. Le novità sono contenute nel disegno di legge AC 2692, sostenuto con decisione da Fratelli d’Italia e presentato ufficialmente ieri a Roma.
Il punto più controverso tra i 17 articoli del disegno di legge riguarda il nuovo equilibrio tra morosi, condòmini virtuosi e fornitori che verrà introdotto dalla nuova riforma. Se da un lato si allungano i tempi per avviare i decreti ingiuntivi, dall’altro i creditori potranno rivalersi direttamente sul conto condominiale e, se necessario, anche sui proprietari in regola. Una svolta che rafforza le garanzie per le imprese, ma rischia di aumentare i costi per tutti.
I criteri di redazione dei rendiconti diventano più stringenti, con l’introduzione di situazioni patrimoniali, riparti dettagliati e conguagli evidenziati. Nei condomìni più grandi entra in scena anche il responsabile della protezione dei dati, nominato dall’assemblea.
Verrà applicato il criterio di cassa, verrà redatta una situazione patrimoniale e uno stato di ripartizione dei costi relativi all’anno di esercizio con evidenza dei conguagli di fine gestione e di quelli precedenti, per tutti condòmini.
Sul piano operativo, una novità accolta con favore dagli amministratori è il rinnovo automatico dell’incarico annuale, salvo diversa decisione dell’assemblea. Una soluzione che supera le frequenti impasse legate al mancato raggiungimento delle maggioranze.
Accanto ai nuovi requisiti formativi nasce un elenco ufficiale presso il Mimit, al quale dovranno iscriversi amministratori e revisori condominiali.
Con la riforma saranno inoltre introdotte nuove figure. E’ il caso del revisore che diventerà centrale: nei condomìni con più di venti proprietari, la certificazione dei rendiconti sarà
obbligatoria. Si legge nel testo, che «il 35 per cento del contenzioso civile in Italia è rappresentato da controversie condominiali e, tra queste, le impugnazioni dei rendiconti e i procedimenti per la riscossione forzosa dei contributi condominiali rappresentano una parte sempre più significativa».
Sul fronte dei lavori, viene rafforzata la sicurezza delle parti comuni: verifiche affidate a società specializzate e possibilità per l’amministratore di intervenire direttamente in caso di inerzia dell’assemblea. Per la manutenzione straordinaria, infine, il fondo spese dovrà essere costituito integralmente fin dall’avvio degli interventi. Le novità sono tante. Resta ora da capire se il percorso parlamentare riuscirà a trovare un equilibrio tra l’esigenza di maggiore trasparenza e la sostenibilità economica per famiglie e professionisti. Il confronto annunciato con associazioni e categorie sarà decisivo per correggere i punti più critici.
(da La Stampa)
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