LA STORIA CHE L’IRAN SIA VICINA ALLA BOMBA NUCLEARE E’ L’ENNESIMA PATACCA PER GIUSTIFICARE LA GUERRA? NEL 2015, TEHERAN FIRMÒ UN PATTO CON LE MAGGIORI POTENZE MONDIALI IN CUI GARANTIVA PIENO ACCESSO AGLI ISPETTORI DELL’AGENZIA INTERNAZIONALE PER L’ENERGIA ATOMICA E LIMITAVA L’ARRICCHIMENTO DELL’URANIO AL 3,67% (SOTTO L’USO CIVILE)
“CORRIERE”: “L’IRAN È INECCEPIBILE DAL PUNTO DI VISTA FORMALE. FINO AL VOLTAFACCIA AMERICANO NON HA MAI VIOLATO IL PATTO E, IN SEGUITO, NON HA MANCATO ALCUN OBBLIGO CON L’AGENZIA ATOMICA”
Dovremmo ormai essere vaccinati alla propaganda di guerra. Il caso delle «armi di distruzioni di massa» che l’iracheno Saddam Hussein avrebbe avuto pronte per distruggere il resto del mondo (da Israele a Londra) è nei libri di massmediologia. Giustificarono l’invasione di Bagdad nel 2003, ma non erano mai esistite e, quel che è peggio per la democrazia, chi ce ne parlava sapeva di dire il falso (Rapporto Chilcot, 6 luglio 2016). Ora chissà, la bomba degli ayatollah potrebbe diventare un altro caso di scuola.
Che il nucleare iraniano sia l’incubo per il premier israeliano Bibi Netanyahu è risaputo. «Potrebbero arrivare all’atomica in un anno o pochi mesi», ha detto per giustificare la guerra aperta alla Repubblica islamica. Dieci anni fa, però, aveva detto: «L’Iran è a poche settimane da un intero arsenale di bombe atomiche». Tredici anni fa: «Gli mancano 6 mesi per l’atomica». Diciannove anni fa: «L’Iran sta accelerando per produrre 25 bombe atomiche l’anno». E trenta anni fa: «L’Iran sarà capace di produrre atomiche in 3-5 anni».
Nel 2015, Teheran firmò un Patto (JCPOA) con le maggiori potenze mondiali in cui garantiva pieno accesso agli ispettori dell’Aiea (l’Agenzia internazionale per l’energia atomica) e limitava l’arricchimento dell’uranio al 3,67% (sotto l’uso civile, quindi). Nel 2018 il presidente americano Donald Trump bollò quell’accordo come il «peggiore mai firmato da Washington» e ne uscì in modo unilaterale. L’Iran implorò l’Europa di restare, ma senza successo. Nel 2024 Usa e Iran hanno ripreso i colloqui. Sotto bombardamento, Teheran li ha interrotti.
L’Iran è ineccepibile dal punto di vista formale. Fino al voltafaccia Usa non ha mai violato il Patto e, in seguito, non ha mancato alcun
obbligo con l’Agenzia atomica. In più ha buon gioco nel denunciare il doppio standard cui è sottoposto visto che Israele non si fa controllare, non ha aderito all’Aiea, eppure sembra possegga un centinaio di atomiche. Esiste anche una «fatwa» (decreto religioso) della Guida suprema Khamenei che vieta la bomba. Nel marzo 2025 arriva la certificazione dell’intelligence americana: «L’Iran non sta costruendo l’atomica. È a tre anni di distanza» (Tulsi Gabbard, direttrice del Dni).
Rispettando le regole, però, l’Iran ha arricchito l’uranio («400 chili al 60%» secondo l’Aiea). Perché se non vuole la bomba? Giovedì 12 giugno esce un rapporto dell’Aiea. Dice che l’Iran non ha informato l’Agenzia, è stato opaco. I titoli sono allarmanti: «L’Iran trasgredisce i controlli. È la prima volta in 20 anni». Venerdì 13 giugno Israele attacca. Il collegamento «opacità-autodifesa» è immediato. L’Iran accusa l’Aiea di aver fornito il casus belli a Tel Aviv. Il direttore dell’Agenzia, Rafael Grossi, aspetta lunedì 16 per chiarire di «non avere prove di un attivo tentativo di costruire l’arma atomica».
Lo stesso lunedì 16 Trump, interrogato sul rapporto di marzo dei suoi 007, dichiara: «Non mi importa cosa pensino, l’Iran è vicino alla bomba». I leader del G7 lo seguono. «Teheran non deve raggiungere l’arma nucleare» (Giorgia Meloni). «Israele sta facendo il lavoro sporco per noi» (Friedrich Merz). Che l’Onu e il diritto internazionale siano scavalcati non preoccupa nessuno.
L’Iran non ha la bomba. È un fatto come che ha arricchito abbastanza uranio per fabbricare una. Fra 3 anni? Uno? Presto? È anche un fatto che Israele non vuole permetterglielo e ha aggredito a tutta potenza per primo. […] dopo aver eliminato in Siria e Libano gli alleati iraniani più pericolosi, Netanyahu si sente più forte e, siccome nessuno glielo impedisce, ha bombardato come desiderava
da decenni
(da agenzie)
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