L’ACCUSA DI MEDICI SENZA FRONTIERE: “IL GOVERNO ITALIANO STA VIOLANDO IL DIRITTO INTERNAZIONALE”
IL LEGALE DELL’ASSOCIAZIONE: “NESSUNA NAVE EUROPEA PUO’ FAR RIPORTARE LE PERSONE IN LIBIA, C’E’ L’OBBLIGO DEL NON RESPINGIMENTO”
Il governo italiano sta compiendo atti in netta violazione degli obblighi internazionali e lo sta facendo per numeri ridicoli.
Lo ha detto Marco Bertotto, il responsabile advocacy di Medici senza Frontiere in Italia. La Ong, che si trova assieme ad altre organizzazioni umanitarie sul molo di Trapani, aveva diffuso un appello, prima dell’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a far scendere quanto prima i 67 migranti dalla nave Diciotti.
“E’ una situazione paradossale – ha detto Bertotto in un’intervista a la Stampa – gente che era in mare da quattro giorni, donne, bambini, e che si è ritrovata in una situazione di stallo. Un braccio di ferro fatto sulla pelle delle persone. In passato era accaduto che c’erano state esigenze di effettuare accertamenti in corso di salvataggio, ma si era fatto con scorrevolezza e certezza delle posizioni da parte delle autorità italiane. Cosa che ora non c’è più”.
Il responsabile advocacy di Medici senza Frontiere in Italia denuncia violazioni dal punto di vista del diritto internazionale. “Il capitano di una nave mercantile che viene messo nelle condizioni di dover aspettare che arrivi la Guardia costiera libica per rimpatriare i migranti in Libia è inaccettabile. C’è l’obbligo del non respingimento. E questa vicenda ci riporta indietro, a prima di sentenze della Corte europea che sono ormai assodate”.
L’Italia sta dunque favorendo i respingimenti.
“E’ così – ha aggiunto Bertotto – discutere ancora sul fatto che in Libia ci sia il ‘porto sicuro’ è una cosa che lascia stupiti. E che questo debba essere fatto con la responsabilità e la complicità delle autorità italiane è inaccettabile. Peraltro, solo pochi giorni fa la portavoce della Commissione è stata esplicita sui regolamenti Ue sugli obblighi degli Stati in questa materia e sul concetto di porto sicuro, e ha ribadito che nessuna nave europea può riportare in Libia le persone. Questo principio vale pure per l’Italia, che non può rendersi complice di respingimenti”.
Nel caso del Vos Thalassa “c’è stato un ridimensionamento dei fatti, sia da parte della polizia sia da parte degli armatori della nave. Gente che fugge da un inferno non può essere ricacciata nell’inferno. Peraltro, quel salvataggio è stato fatto in acque internazionali e se anche si trattasse di zona Sar libica, quello che è accaduto e sta accadendo non è consentito”.
(da agenzie)
Leave a Reply