IN UN MESE OLTRE 600 MORTI: L’EUROPA E L’ITALIA HANNO DECISO DI FARLI ANNEGARE
I DELINQUENTI CHE HANNO IMPEDITO L’INTERVENTO DELLE ONG NE RISPONDERANNO
Nell’ultimo mese, oltre 600 persone, tra cui neonati e bambini, sono annegate nel tentativo di attraversare il Mediterraneo, di cui almeno 410 in acque internazionali tra Malta, Italia e Libia.
Il dato rappresenta la metà dei morti in mare del 2018 (dati Ufficio migrazione delle Nazioni Unite, Oim).
Il motivo? Non c’erano navi di soccorso delle organizzazioni non governative attive nelle operazioni di ricerca e soccorso a causa alla decisione del ministro degli Interni italiano di fermare le navi, negando loro l’attracco nei porti del Paese, a partire dalla Aquarius (gestita da Medici senza frontiere e Sos Mèditerranèe).
“Le decisioni politiche dell’Europa nelle ultime settimane hanno avuto conseguenze letali — ha detto Karline Kleijer, responsabile delle emergenze per Msf — È stata presa la decisione a sangue freddo di lasciare annegare uomini, donne e bambini nel Mediterraneo. È vergognoso e inaccettabile”.
E ha aggiunto: “Invece di ostacolare deliberatamente un’assistenza medica e umanitaria salvavita a persone in pericolo, i governi europei devono attivare un sistema dedicato di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale”.
“Si sta avvicinando il periodo di picco delle partenze e salvare vite deve essere la priorità più urgente”, sottolineano le due ong.
“Deve esserci un sistema adeguatamente equipaggiato e pienamente operativo per salvare vite umane nel Mediterraneo. Fino a quando questo sistema non sarà attivo, le navi di soccorso umanitarie hanno un ruolo vitale per fornire assistenza alle persone in mare e prevenire morti inutili. Le ong dovrebbero poter utilizzare i porti sicuri più vicini per le operazioni di soccorso, compresi sbarchi e rifornimenti”.
Le persone continuano a fuggire dalla Libia indipendentemente dalla presenza di navi di soccorso: “Violenza, povertà e conflitti continuano a spingere le persone a rischiare la propria vita e quella dei propri bambini”.
Msf e Sos Mèditerranèe accusa i governi europei di “essere consapevoli dei livelli di violenza e sfruttamento subiti da rifugiati, richiedenti asilo e migranti in Libia” e nonostante questo di “essere determinati a impedire alle persone di raggiungere l’Europa, a qualunque costo”.
Inoltre, aggiungono: “Le persone soccorse in acque internazionali nel Mediterraneo non devono essere riportate in Libia, devono essere condotte in un porto sicuro, come previsto dal diritto internazionale e marittimo”.
“La decisione politica di chiudere i porti allo sbarco delle persone soccorse in mare e la totale confusione creata nel Mediterraneo centrale hanno aumentato la mortalità sulla rotta migratoria più letale del mondo — ha detto Sophie Beau, vicepresidente di Sos Mèditerranèe —. L’Europa ha la responsabilità di queste morti sulla propria coscienza. I governi europei devono reagire immediatamente e garantire che il diritto internazionale marittimo e umanitario, che prescrive l’obbligo del soccorso in mare, sia pienamente rispettato”.
(da agenzie)
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