L’AIEA RIBADISCE: “NON CI SONO PROVE CHE L’IRAN ABBIA LA BOMBA”
STESSA SMENTITA DALLA CIA, MA SI CONTINUA A RACCONTARE LA BALLA PER GIUSTIFICARE L’AGGRESSIONE DI ISRAELE
“Potrebbero esserci attività nascoste che sfuggono ai nostri ispettori e ne saremmo all’oscuro. Quello che abbiamo riportato è che non abbiamo prove di un programma sistematico per una bomba”. Il Direttore generale dell’Agenzia Atomica Internazionale Rafael Grossi parla alla star di Cnn Christiane Amanpour, che cerca di vederci chiaro sul rischio reale che l’Iran fosse vicino a produrre ordigni atomici, come denunciato da Israele come movente per il suo devastante attacco.
La giornalista chiede: “Israele ha addotto il pericolo imminente, secondo la loro intelligence, che l’Iran accelerasse verso la bomba. Non è ciò che dice l’intelligence Usa, né alla fine dell’amministrazione Biden né nei primi mesi di Trump: che l’Iran non stava perseguendo un’arma nucleare; potevano volerci fino a tre anni per poter produrre e sganciare una bomba… Puoi dirci esattamente cosa stesse facendo l’Iran?”.
Grossi risponde: “Ci sono cose che sappiamo e cose che non sappiamo. Quello che sappiamo, lo sappiamo grazie alle ispezioni. E abbiamo riferito al Consiglio dei governatori che l’Iran ha materiale sufficiente, ipoteticamente, se decidesse di sviluppare una bomba: hanno più di 400 kg di uranio arricchito al 60%, a un passo dal 90 necessario. Quindi c’è la materia prima, ed è per questo che c’è tanta preoccupazione. Ma per l’arma servono gli altri passaggi. Non è questione di giorni, ma di anni, forse non pochi, davvero non lo so. Certamente non per domani”.
Poi quasi si giustifica: “Non ha aiutato che alcuni alti funzionari iraniani dicessero: “Abbiamo tutti i pezzi del puzzle per l’arma”. Tutto questo rende la situazione molto seria, ma devo restare obiettivo: sono un revisore internazionale. Quello che
abbiamo dimostrato è che il materiale c’è, ci sono stati tentativi in passato per la produzione di una bomba, ma non abbiamo attualmente prove di un programma attivo”. E la smentita, tanto più clamorosa perché così autorevole, dell’arma di distrazione di massa sganciata da Israele. E ripetuta prima dagli Stati Uniti, che in base a quella menzogna sarebbe pronti, secondo gli ultimi scenari, a entrare in guerra al fianco di Tel Aviv, agli alleati europei, malgrado la completa assenza di riscontri.
Una riedizione en plein air della fake news sulle armi biochimiche di Saddam Hussein che scatenò l’invasione e la devastazione dell’Iraq. E una notizia che, benché enorme, è stata “oscurata e non ripresa dai principali media soprattutto in Italia”, se non in tarda serata, come fanno notare anche i 5 Stelle.
Reagisce l’Iran, che accusa Grossi di avere avuto un ruolo “distruttivo” sul nucleare iraniano. “La sua procrastinazione ha preparato il terreno per gli obiettivi illegali di Israele. Ma gli iraniani non cederanno alla pressione e all’oppressione” ha detto il capo dell’Organizzazione iraniana per l’energia atomica, Mohammad Eslami. Quanto alla fotografia del nucleare iraniano, Grossi ha confermato, sulla base delle comunicazioni a singhiozzo con i referenti iraniani, che gli attacchi israeliani hanno comportato “un rallentamento significativo, non totale, dell’arricchimento dell’uranio”, con danni sostanziali alle centrali di Natanz e Isfahan ma non di Fordow, “che non sembra essere stata colpita”. È una guerra in atto sotto i nostri occhi. Potrebbe evolvere. Ci sono stati chiaramente dei rallentamenti, questo è evidente. Ma le capacità di arricchimento esistono ancora”.
E ancora possibile un ritorno alla diplomazia?, chiede “La possibilità esiste, ma io non la vedo. È significativo che Trump e Putin concordino sul fatto che “non dovrebbero esserci armi nucleari in Iran”. Se l’Iran decidesse di scegliere questa via, sarebbe molto, molto problematico”.
(da ilfattoquotidiano.it)
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