L’ANALISI DI FRANCO BERNABÈ: “NON BASTA DIRE CHE L’EUROPA VA RISPETTATA PERCHÉ È IL PIÙ GRANDE MERCATO DEL MONDO. SE VUOI CONTRATTARE CON UN PREPOTENTE, DEVI MOSTRARE DI AVERE QUALCOSA CHE PUÒ FARGLI MALE. LA CINA CE L’HA: HA LE TERRE RARE, IL MONOPOLIO DEI MAGNETI PERMANENTI, MOLTISSIME COMPONENTI ESSENZIALI PER L’INDUSTRIA ELETTRONICA.
COSA FACCIAMO? FERMIAMO LE IMPORTAZIONI DI GAS LIQUIDO DAGLI STATI UNITI DOPO AVER DECISO DI BLOCCARE TUTTE QUELLE DALLA RUSSIA? SE TRATTI CON LA PISTOLA SCARICA, NON PUOI NEANCHE TENTARE UN BLUFF”
Alla fine la lettera del presidente degli Stati Uniti è arrivata: dazi al 30 per cento. È sorpreso?
«Era abbastanza inevitabile che finisse così. Con Trump non si fanno negoziati commerciali, le trattative per lui sono una prova di forza nelle quali vince chi fa la voce più grossa. Non ci sono considerazioni razionali di tipo economico su cui basare il confronto […]».
La fotografia di Franco Bernabè
«L’Europa ha ben poco da mettere in campo in un confronto basato sulla forza. Non basta dire che l’Europa va rispettata perché è il più grande mercato del mondo, oppure che abbiamo il meccanismo anti-coercizione, che in questo caso è un’arma spuntata. Se vuoi contrattare con uno che fa il prepotente, devi mostrare di avere qualcosa che può fargli veramente del male.
La Cina ce l’ha: ha le terre rare, il monopolio dei magneti permanenti, moltissime componenti essenziali per la continuità produttiva dell’industria elettronica. Manovrando le licenze di esportazione dei magneti permanenti fatti con le terre rare, la Cina può bloccare una parte importante dell’industria americana. Se mancassero, si fermerebbe addirittura la Difesa. Che cosa può fare la Ue? Fermare le importazioni di Harley-Davidson o di burro di arachidi?»
Soluzioni
«Se queste sono le condizioni, l’Europa può alzare immediatamente bandiera bianca e cedere su tutto il fronte. Qualsiasi cosa faccia, arrecherà danni anche a se stessa».
Mica potrà restare immobile…
«Che cosa facciamo, fermiamo le importazioni di gas liquido dagli Stati Uniti dopo aver deciso di bloccare tutte quelle dalla Russia? Se tratti con la pistola scarica, non puoi neanche tentare un bluff».
C’è chi parla di colpire i colossi del digitale, le cosiddette Big Tech. Può essere una soluzione praticabile?
«È chiaro che la bilancia commerciale non esaurisce i rapporti di scambio: vanno considerati anche tutti i servizi tecnologici e finanziari, che sono in mano alle società americane. Ma cosa possiamo fare? Fermarli? O imporre tasse che non saremmo in grado di far pagare? Questa situazione, per quanto negativa, possa rappresentare anche un’opportunità per l’Europa».
Quale?
«Mario Draghi, nella famosa intervista al Financial Times, ha spiegato chiaramente che all’interno dell’Europa abbiamo delle barriere non tariffarie che equivalgono a dazi interni, e che possono variare tra il 40% per i beni e oltre il 100% per i servizi. Penso, ad esempio, alle normative nazionali divergenti, alle procedure amministrative complesse, alle autorizzazioni, alle certificazioni, a standard ambientali non giustificati nemmeno dal principio di precauzione. Una mole di adempimenti che le imprese americane contestano, ma che sono barriere anche per le aziende europee. Un’apertura su questo tema potrebbe essere
l’occasione, per la Ue, di fare qualcosa che serva anche alla propria industria».
(da La Stampa)
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