LE BUCHE DI ROMA FERMANO IL GIRO D’ITALIA, TAPPA DI FATTO ANNULLATA, I CORRIDORI RIFIUTANO RISCHI ALLA LORO SICUREZZA
IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO SI MANIFESTA IN MONDOVISIONE : FIGURA DI MERDA INTERNAZIONALE CON 22 PAESI COLLEGATI
Più dello sterrato del Colle delle Finestre, più di una discesa impossibile sotto una pioggia torrenziale.
Il Giro più spettacolare e interessante degli ultimi anni si chiude nella maniera più grottesca: del pessimo fondo stradale di Roma se ne accorge quotidianamente chi vive nella Capitale.
Ma anche i ciclisti provenienti da tutte le latitudini ci hanno messo poco ad accorgersene.
I tubolari evoluti e al tempo stesso sottili hanno sviluppato la sensibilità e, perchè no, anche la loro suscettibilità . Una presa di posizione ‘sindacale’ forte e totalmente giustificabile che viene raccolta dall’organizzazione: al terzo passaggio sul traguardo dei Fori Imperiali, il tempo viene neutralizzato incoronando ufficialmente Chris Froome come vincitore della edizione numero 101.
Il sindacalista è stato uno dei più attesi per la volata finale, Elia Viviani, già vincitore di 4 tappe. Lui si è fatto portavoce della volontà del plotone, ha parlottato con la maglia rosa Chris Froome, poi ha comunicato agli ufficiali di gara le preoccupazioni per l’incolumità , propria e degli altri.
In questi casi di solito gli ufficiali di gara sono tosti a cedere, ma probabilmente la volontà di una eclatante protesta – fermarsi sulla linea del traguardo – che avrebbe dato un risalto ancora più eclatante ad una figuraccia comunque di proporzioni storiche, ha portato tutti a miti consigli.
Il ciclismo è uno degli sport in cui il trait d’union tra presente e passato è molto forte. Quest’anno ad esempio è il trentennale del Gavia, la scalata sotto la neve, condizioni estreme per i corridori. Quella volta la tappa, pur con parecchie polemiche, non fu neutralizzata.
Nel corso degli anni la sicurezza dei corridori è stata tenuta maggiormente nel dovuto conto, e di tappe accorciate ce ne sono state tante. Una che ci viene in mente è quella in cui nel Giro di 5 anni or sono, Vincenzo Nibali vinse alle Tre Cime di Lavaredo sotto la bufera.
Ma la neutralizzazione per i sanpietrini (il pavè romano) viscidi e sconnessi mancava all’appello.
Una situazione che, in attesa delle reazioni delle voci ufficiali della politica, fornisce anche un assist per qualche paragone inclemente: la passerella finale di Roma richiama troppo alla grandeur del finale di Tour sui Campi Elisi per non fare pensieri ironici.
(da agenzie)
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