CONTE AL COLLE CON IL NOME DI SAVONA CHE NON HA ESCLUSO L’USCITA DALL’EURO
FALLITA OGNI MEDIAZIONE, ORA MATTARELLA DEVE DECIDERE SE ACCONTENTARSI DELLE FRASI DI SAVONA CHE NON DICONO NULLA O FAR RISPETTARE LA COSTITUZIONE E MANDARE I DUE CIALTRONI ALLE URNE
Al Colle, col nome di Paolo Savona. Senza se e senza ma. Alle 19,00 il premier incaricato Giuseppe Conte incontrerà il capo dello Stato, per discutere la lista dei ministri.
Alla casella dell’Economia c’è il nome del professor Paolo Savona. Punto. Senza subordinate, che pure sono state prese in considerazione dai mediatori dei due partiti, come il cosiddetto “spacchettamento” del super-ministero di XX settembre: Savona alle Finanze, un altro al Tesoro. Ipotesi che, in fondo, avrebbe consentito a tutti di salvare la faccia. Scartata, o meglio infranta sul muro salviniano.
O passa il nome dell’economista euro-scettico o, semplicemente, salta tutto. Siamo al dunque, in questo 85esimo giorno di crisi, la più lunga nella storia della Repubblica. L’intera operazione per “forzare” e superare le perplessità del Colle o, ad essere maliziosi, per preparare l’esplosione della Santa Barbara in caso di persistenza del veto, ruota attorno a un lungo e articolato comunicato che il professor Savona ha pubblicato su Scenarieconomici.it. Coincidenze: lo stesso sito (della Link Campus University) sul quale fu pubblicata la Guida pratica per l’uscita dall’euro, bibbia del sovranismo economico salviniano.
È una dichiarazione, all’apparenza, rassicurante: “Voglio un’Europa più forte ma più equa”. Chi può dire di no? Semmai qualcuno lo facesse, sarebbe tacciato di volere un’Europa iniqua e matrigna che tante sofferenze ai popoli ha inferto in nome dell’ortodossia rigorista.
Non è però affatto detto che questa dichiarazione, comunque condivisibile, possa bastare agli occhi del Quirinale, perchè la frase cruciale non c’è.
In nessun passaggio viene esclusa l’uscita dall’euro e negato il famoso “piano B”. Anzi, il comunicato mantiene integralmente l’intera impostazione del “piano B”. Questa: per la stabilità serve la crescita, per la crescita occorre fare debito, il che porta a un piano di riforme in deficit, a costo di far volare lo spread, fino a un momento in cui si pone la questione del “piano B”, di uscita dall’euro, come scritto nel documento analizzato dall’HuffPost.
Perchè Savona non esclude il “piano B” di uscita dall’euro. È questo il punto su cui verterà il colloquio al Colle.
Sarà in grado Giuseppe Conte di prendere, in forma pubblica, degli impegni che fughino dubbi in tal senso?
E tali da rassicurare il mercati se, quando riapriranno, si troveranno quel nome che, ormai, è diventato sinonimo di “rischio Italia”? Ecco, siamo al dunque.
(da “Huffingtonpost”)
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