LE CORRENTINE DEL PD CHE AMANO DIVIDERSI
I GRUPPI SONO DIECI: I NEO-RIFORMISTI SI ORGANIZZANO CON SPERANZA, EPIFANI E BERSANI…I GIOVANI TURCHI SI ISOLANO E CUPERLO CONVOCA UNA CONVENTION CON NICHI VENDOLA
Lasciate ogni Speranza o voi ch’entrate. Speranza, con l’iniziale maiuscola perchè di nome fa Roberto ed è il leaderino del nuovo correntino generato dalla Babele democratica che quantomeno vorrebbe arginare, rintuzzare, raddrizzare “il pensiero unico renziano”.
Per dirla alla Bersani. “Evitare che Renzi faccia troppe cazzate”.
Addentrarsi nella minoranza del Pd è peggio che entrare nell’inferno dantesco. Non c’è pathos. Solo noia, più la fatica per orientarsi.
Viene in mente l’autocritica di Piero Fassino dopo la catastrofica sconfitta alle politiche del 2001 contro Berlusconi: “Abbiamo perso perchè siamo tristi”.
Fatte le dovute proporzioni, è più o meno la stessa situazione per la minoranza dem devastata dal tornado di Matteo Renzi, dalle primarie dell’Immacolata in poi. Civatiani a parte, le truppe che nel dicembre scorso raccolsero uno striminzito e inatteso 18 per cento attorno a Gianni Cuperlo oggi si dedicano prevalentamente a due attività : nei giorni dispari si frammentano, in quelli pari si mescolano
La riunione per organizzare la controffensiva
Nella sala Berlinguer è nato quello che con grande enfasi è stato chiamato correntone. Il problema è nella natura double face della conquista renziana.
Quella che è minoranza nel partito a livello parlamentare ha numeri più consistenza grazie ai nominati del Porcellum in piena era Bersani.
Di qui i circa cento tra deputati e senatori alla riunione iniziata alle venti.
Un’area riformista che assembla spezzoni delle vecchie correnti: bersaniani, ex dalemiani, ex lettiani (che però alle primarie erano renziani e oggi sono divisi, così dicono, in tre tronconi, roba da non crederci), ex giovani turchi (Stefano Fassina), ex fassiniani nel senso di Piero (Cesare Damiano), finanche fioroniani o ex popolari
Da Martina a Epifani: tutti insieme contro Matteo
A parole, l’obiettivo è ambizioso: dare un’anima riformista al Pd. Nei fatti, spiega uno dei partecipanti, c’è molto realismo: “Questo non è il momento di costruire nuovi leader, si tratta di organizzare un minimo di differenza rispetto al renzismo dominante”.
In pratica, prepararsi a una lunga marcia nel deserto. Anche per questo il capo scelto non provoca emozioni o sussulti. Speranza, appunto.
Unto direttamente da Bersani settimane fa.
I detrattori del giovane capogruppo sostengono si tratti di un renziano in sonno, il vero motore del complotto contro Enrico Letta.
In ogni caso, dialogante con l’attuale premier. E questo potrebbe depotenziare le minacce sui quattro fronti di scontro: lavoro, programmazione finanziaria (Def), Italicum e riforma del Senato.
Tre a presiedere: la De Micheli, Leva e Fornaro. In prima fila, il padre nobile dell’operazione: Guglielmo Epifani. Assente, invece, ma non in spirito, Pier Luigi Bersani.
Poi, in ordine sparso: il ministro Martina, Stumpo, D’Attorre, Amendola, Pizzetti, Damiano Fassina, Gasbarra, Martini, Zoggia, Pollastrini, Chiti, Manciulli, Manconi, Mucchetti. Lo stesso Speranza e persino Cuperlo.
Il tweet di Boccia: “Troppi spifferi nonostante il sole”
Strano destino quello di Cuperlo, ex dalemiano. Così come la parola che più rende l’idea di quanto sta accadendo nel Pd è straniamento.
Una volta divelto il potere della storica “Ditta” di derivazione comunista, si procede a tentoni, alla ricerca di spiragli più che di nuove frontiere.
Cuperlo si muove in solitudine e ieri è andato alla riunione dei riformisti pur conoscendo il retropensiero alla base del correntino.
Ossia contrastare e boicottare la convention che lo stesso Cuperlo ha convocato per il 12 aprile, aperta anche a Sel. Tra quelli che vanno per conto loro c’è anche l’ex lettiano Francesco Boccia, che ieri ha malignamente twittato: “Troppi spifferi nonostante il sole… nel Pd nascono nuove correnti. La rottamazione le moltiplica o si moltiplicano per la rottamazione?”.
La sinistra ai margini: rigurgiti ex dalemiani
Ieri sera, alla stessa ora, al Nazareno a Roma, sede nazionale del Pd, si sono riuniti anche i giovani turchi sopravvissuti agli sconquassi renziani: il ministro Orlando, Orfini, Verducci, la Velo, la giovane Pini e altri ancora.
In teoria, dovrebbero essere a sinistra del correntino, ma trattandosi soprattutto di ex dalemiani l’aspetto tattico viene prima di quello strategico.
I loro numeri sono più piccoli dei riformisti. Nel rispetto della tradizione frazionista, il loro avversario sembra più la fazione di Speranza che il premier.
Nulla di nuovo sotto il sole. Quel che resta delle vecchie correnti del Pd cerca di sopravvivere.
Per la serie: buonanotte sinistra.
Fabrizio d’Esposito
(da “Il Fatto Quotidiano“)
Leave a Reply