IL ROZZO STIL NOVO POPULISTA RENZIANO
LAVORA PER AGGIRARE E LIQUIDARE OGNI MEDIAZIONE ISTITUZIONALE E PER INSTAURARE UN RAPPORTO DIRETTO CAPO-MASSA
La crisi ita liana sta pro du cendo uno dei feno meni poli tici più inquie tanti, oggi, in Europa: un
popu li smo di tipo nuovo, viru lento e nello stesso tempo isti tu zio nale.
Tanto più pre oc cu pante per chè emer gente non al mar gine ma nel cen tro stesso del sistema di potere.
Non dal basso (come avviene per i movi menti così eti chet tati) ma “dall’alto” (dal cuore del potere ese cu tivo, dal Governo stesso), assu mendo come vet tore (altro para dosso) l’unico par tito che con ti nua a defi nirsi tale.
E che fino a ieri ten deva a pre sen tarsi, a torto o a ragione, come la prin ci pale bar riera contro le derive auto ri ta rie e popu li sti che.
Mi rife ri sco al rozzo Stil novo intro dotto da Mat teo Renzi, con la con vin zione che non si tratti, solo, di una que stione di stile.
O di comu ni ca zione, come fret to lo sa mente lo si clas si fica.
Ma che tutto ciò che si con suma sotto i nostri occhi alluda a una muta zione gene tica del nostro assetto isti tu zio nale e dell’immaginario poli tico che gli fa da con torno, in senso, appunto, populista.
Se infatti per popu li smo si intende l’evocazione (in ampia misura reto rica) di un “popolo” al di fuori delle sue isti tu zioni rap pre sen ta tive e per molti versi con trap po sto alla pro pria stessa rap pre sen tanza (al corpo dei pro pri rap pre sen tanti ricon fi gu rati in “casta”), allora non c’è dub bio che Renzi ne inter preta una variante par ti co lar mente viru lenta.
E’ tipico di Renzi, da quando ha var cato la porta di palazzo Chigi, lavo rare per aggi rare e ten den zial mente liqui dare ogni media zione isti tu zio nale (a comin ciare dal Par la mento) per isti tuire un rap porto diretto capo-massa.
Le mani che di cami cia osten tate nei palazzi del potere (come fosse il lea der di un movimento di desca mi sa dos anzi chè pro ve nire da una tra di zione demo cri stiana di lungo corso e da uno dei più for ma li stici pezzi dell’establish ment quale è stato in que sti anni il Pd).
Il les sico da ricrea zione sco la stica, anche dove si parla di cose serie.
Il discorso al Senato – lo ricor date? -, volu ta mente sgan ghe rato, infor mal mente
invol garito, con quello sguardo per duto lon tano, nell’occhio delle tele ca mere per sembrare pun tato sull’intimità delle fami glie, comun que oltre i volti pre oc cu pati dei senatori seduti davanti…
Tutto allude a una volontà , espli cita, di far tabula rasa della “società di mezzo”, delle mol te plici strut ture di media zione del rap porto tra popolo e Stato, che siano le forme con so li date della demo cra zia rap pre sen ta tiva (il Par la mento in primo luogo), o quelle sperimen tate della rap pre sen tanza sociale e dei gruppi di inte resse (sin da cati, Con fin du stria, liqui dati tutti come con cer ta tivi).
E di ver ti ca liz zare quel rap porto sull’asse per so na liz zato dell’uomo solo al comando. Del “mi gioco tutto io”. Anche “quello che è vostro”.
Ora non c’è dub bio che in que sta spe ri co lata ope ra zione Renzi può con tare su un dato sacro santo di realtà , costi tuito appunto dalla macro sco pica crisi della Rap pre sen tanza. Dei suoi sog getti e dei suoi isti tuti, ben visi bile nei fatti di cro naca: nell’impotenza mostrata dal Par la mento a più riprese, dalla crisi che portò al governo Monti alle ver go gnose scene che accom pa gna rono l’elezione del Pre si dente della Repub blica.
Nel discre dito dei par la men tari (quasi tutti), dei con si glieri regio nali, degli ammi ni stra tori pro vin ciali e comu nali, giù giù a cascata lungo tutta la scala degli organi elet tivi, nes suno salvo.
Per sino nello sta tus dei pro ta go ni sti attuali: nes suno dei tre lea der che si spar ti scono la scena, da Grillo, a Ber lu sconi a Renzi stesso è un “par la men tare”.
Ma a dif fe renza di chi di quella crisi non ha voluto nep pur pren dere atto (la pre ce dente mag gio ranza Pd, che infatti si è andata a schian tare senza nep pure capire per chè), e di quanti (pochi) su quella crisi si arro vel lano per cer carne una uscita in avanti (noi della lista per Tsi pras, per fare un nome), Renzi ha deciso di quo tarla alla pro pria borsa.
E’ il primo che ha scelto con sa pe vol mente di capi ta liz zare sulla crisi degli ordi na menti rap pre sen ta tivi.
Per valo riz zare il pro prio per so nale ruolo nel qua dro di un modello di gestione del potere espli ci ta mente post-democratico. O, dicia molo pure senza temere di appa rire retrò, antidemocratico.
Fon dato su una forma estrema di deci sio ni smo, non più nep pure legit ti mata dai con te nuti, ma dal metodo. Deci dere per deci dere. Deci dere in fretta.
Anzi, fare in fretta anche senza deci dere, per chè comun que, quello che con terà al fine del con senso, non sarà un fatto con creto ma piut to sto il rac conto di un fare (Crozza docet)
Per que sto hanno ragione, ter ri bil mente ragione, gli autori del docu mento di Libertà e giu sti zia, lad dove denun ciano il reale rischio di un auto ri ta ri smo di tipo nuovo.
Basato sullo scon quasso dell’architettura isti tu zio nale e sulla rot ta ma zione dell’idea stessa di demo cra zia rap pre sen ta tiva, fatta con gio va ni li stica non cu ranza (con “stu den te sca spen sie ra tezza”, per usare un’espressione gobet tiana), nel qua dro di una par tita in cui l’azzardo pre vale sul cal colo, la velo cità sul pen siero.
E’ pos si bile, come temono (o spe rano) in molti, che Mat teo Renzi “vada a sbat tere”.
Che, come il cat tivo gio ca tore di poker costretto a rilan ciare con ti nua mente la posta ad ogni mano per duta, alla resa dei conti (all’emergere dell’ice berg som merso del fiscal com pact e delle decine di miliardi da pagare) fac cia default. Prima o poi.
Ma, appunto, dalla vici nanza di quel prima o dalla distanza di quel poi dipende l’ampiezza dei danni (irre ver si bili) che è desti nato a fare.
Den tro que sta for bice tem po rale, si gioca la pos si bi lità di costruire un’alternativa poli tica, di sini stra, par te ci pa tiva, non arresa ai vin coli euro pei, come vuole l’Altra Europa con Tsipras, e al malaf fare ita liano.
Anche solo una testa di ponte, per tenere quando si dovranno calare le ultime carte.
Marco Revelli
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