LE MEDAGLIE DI LEGNO SONO PIENE DI RIMPIANTI MA ANCHE DI INSEGNAMENTI: NON CI SI DEVE VERGOGNARE DOPO AVER DATO TUTTO
SONO GIA’ 14 I QUARTI POSTI DELL’ITALIA ALLE OLIMPIADI: POCHE VOLTE NELLA VITA SI VINCE, PIU’ SPESSO SI IMPARA SOFFRENDO
Non è solo perché al cinema abbiamo sempre preferito la malinconia dell’Harry Dean
Stanton di Paris Texas al testosterone degli agenti speciali impegnati in missioni impossibili.
E neppure il fatto che, per fortuna, esiste ancora qualcuno a cui piace tifare per chi perde. Le lacrime trattenute a stento dal tiratore Tammaro Cassandro. Quando ha creduto di poter vincere, ha sbagliato due colpi di seguito. E poi quelle risalenti del judoka Antonio Esposito, che arrivato a un passo dalla medaglia è stato spazzato via in un minuto. E la naturalezza della nuotatrice Benedetta Pilato, che ha accettato il suo destino con grazia, venendo criticata da chi invece è convinto che il mondo appartenga solo ai vincitori, rivelando così una visione quasi darwinista dell’esistenza.
Sono ricordi che ci porteremo via da Parigi, non meno belli dei morsi alle medaglie dati dai loro colleghi di spedizione. Alla fine di questi Giochi, noi italiani saremo obbligati a interrogarci sul valore del quarto posto. O almeno, dovremmo farlo. Finora, ne abbiamo collezionati quattordici, se i nostri calcoli sono esatti, e siamo primi per distacco in questa speciale classifica, così come guidiamo anche quella dei quinti posti.
E lo sappiamo, che il vincitore si prende tutto. Titoli in home page, gloria, una effimera notorietà, i complimenti del politico di turno. Al medagliato di legno, perifrasi per altro orrenda, restano solo i rimpianti per quel che poteva essere. Funziona così. Ma la verità è che poche volte si vince, più spesso si impara soffrendo.
Non ci si deve vergognare, o sentirsi fuori posto per aver dato tutto, senza riuscire a raggiungere la meta. Succede alla maggior parte di noi. Roger Federer è stato il più umano degli dèi, perché ogni tanto tremava. Come dimostra la velista Marta Maggetti, spesso il quarto posto è il preludio di un trionfo a venire. C’è sempre stata molta più vita vera negli occhi tristi di Harry Dean Stanton che in quelli dei super eroi di Hollywood.
(da Il Corriere della Sera)
Leave a Reply