L’ELENCO DELLE PROMESSE E LE OMISSIONI DEL G8
DAI 20 MILIARDI ALL’AFRICA (CHE SONO GLI STESSI CHE ERANO STATO PROMESSI E MAI VERSATI 5 ANNI FA) ALLA PRESUNTA LOTTA AI PARADISI FISCALI, DALL’IMPEGNO SUL CLIMA SENZA LA CINA ALLA PROLIFERAZIONE DELLE ARMI NUCLEARI… A TUTTI FA COMODO CANTARE VITTORIA, MA SI E’ SOLO STILATA UNA CARTA DI PRINCIPI E DI PROMESSE A FUTURA MEMORIA
Il G8 è stato un successo? Seguendo i media nazionali che ci hanno bombardato per giorni con proclami, annunci, sorrisi dei Grandi, ammiccamenti dei Piccoli e miele a volontà , non si può che aver ricavato una immagine idilliaca del Pianeta.
Tutto sarà risolto, saremo tutti ricchi, ci si annoierà per la pace che regnerà ovunque, non ci sarà più evasione fiscale, respireremo aria così pura che la metteremo sottovuoto come quella in barattolo di Alassio, ci sarà fin troppo lavoro per tutti, l’economia andrà a gonfie vele, l’Iran produrrà tulipani e in Africa ci sarà una eccedenza di cibo e acqua a volontà .
In realtà l’unica nota positiva della tre giorni del G8 è stata che, grazie all’intercessione di Silvio, il buon Dio ha mandato qualche scossa il giorno prima e qualche altra solo quando i Grandi erano già partiti.
Se la scossa sismica del giorno dopo ci fosse stata durante il G8 sarebbe stata evacuazione, con buona pace della cattiva scelta dell’Aquila come sede del G8.
Ma il fattore C ha dato il proprio contributo e l’Italia ha salvato la faccia, grazie a un’ottima organizzazione in stile Mediaset.
Bisogna dare atto a Berlusconi che come anfitrione non ha eguali al mondo: se poi sta controllato come in quei tre giorni ancora meglio, si evitano ulteriori danni.
I complimenti degli altri leader internazionali vanno letti sia in funzione di un’accoglienza impeccabile nella forma sia per lo scampato pericolo di trovarsi immersi in qualche polemica di basso livello.
Ognuno ha portato a casa quindi qualche risultato, e non solo il kit regalo predisposto da premier italiano.
Ci siamo salvati perchè siamo stati sobri e attenti, questa la sintesi che non avalla i peana di certi media interessati, ma riconosce la capacità tutta italica di segnare il gol del pareggio all’ultimo minuto dei supplementari. Quanto ai costi, se ne riparlerà .
Ma vediamo ora i risultati. Il vertice ci lascia un lungo elenco di promesse a futura memoria: l’impegno a sconfiggere il protezionismo in economia, l’annuncio di nuovi mezzi per combattere la fame e la povertà nel mondo, la disciplina dei mercati finanziari.
Tutti argomenti su cui si è evitato con cura di entrare nei dettagli.
Ma anche sulla guerra ai paradisi fiscali ci sono reticenze e zone d’ombra, basti pensare che la Cina non intende negoziare su due piazze finanziarie offshore come Hong Kong e Macao, come la potenza di Pechino non ci senta ad accordi sul clima che la penalizzerebbero nello sviluppo.
Senza la Cina ( e l’India) che razza di accordi operativi potranno mai essere?
Per non parlare dei 20 miliardi in 3 anni promessi all’Africa: sono gli stessi che erano stati “garantiti” (e mai stanziati) la bellezza di 5 anni fa al G8 di Gleanagles.
Ora ci sarebbe un impegno più stringente ( a parole), ma aspettiamo i fatti concreti.
Perchè Obama ha ragione quando sostiene che “non c’è motivo perchè l’Africa non possa essere indipendente dal punto di vista alimentare”, ma non vive certo sulla luna e sa benissimo che spesso i fondi finiscono a governi e dittature ( alcune appoggiate dagli Usa) che non lo tramutano certo in alimenti per il proprio popolo.
E dovrebbe sapere che molte multinazionali ( che magari hanno finanziato la sua campagna elettorale) continuano a speculare e sfruttare le risorse di Paesi africani.
Il premio Nobel nigeriano Soyinka ha giustamente sottolineato che “il problema non è la quantità dei soldi elargiti, ma come vengono utilizzati: quello che scompare per strada e quello che arriva alla gente. Meglio affidarsi a piccoli progetti, alle Ong, per evitare i canali della corruzione. Il 90% dei leader africani sono stati portati al potere da una potenza ex coloniale e si sono imposti con la forza, questo è il problema più grande”.
In fondo dal G8 non ci si poteva attendere di più, al di là di tante dichiarazioni di principio: da quando è nato le dichiarazioni conclusive sono sempre state splendide e tutte uguali.
Ci sono garanzie che le promesse fatte vengano mantenute?
Se guardiamo alle esperienze passate la risposta è negativa.
Ma almeno non prendiamo in giro i telespettatori, spacciando come accordo sul clima un impegno a 41 anni e dove mancano le firme di Cina, India, Brasile, Messico e Sudafrica o come svolta l’impegno italiano di versare 450 milioni all’Africa, quando abbiamo dato l’1,5% di quanto promesso di versare 5 anni fa.
Anche l’informazione dovrebbe evitare di trasformarsi in ciambellano di corte. Anche perchè di “principi illuminati” in giro non ne vediamo.
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