LETTA ESCE A TESTA ALTA TRA “FARISEI E FILIBUSTIERI”, ENTRANO I CONDANNATI E GLI AMICI DEI POTERI FORTI
INIZIANO LE CONSULTAZIONI, ENTRO DOMENICA IL NUOVO GOVERNO
Enrico Letta si è dimesso. E’ salito al Colle alle 13 in punto (inizialmente l’appuntamento era previsto per le 16) e ha consegnato il suo mandato nelle mani del Presidente della Repubblica.
Giorgio Napolitano, dal canto suo, ha dato una netta accelerata alla crisi, con le consultazioni lampo (a cui non parteciperanno nè il Movimento 5 Stelle nè la Lega Nord, almeno a sentire Maroni) che inizieranno già oggi pomeriggio per concludersi al massimo domani.
Con questo timing, non è un azzardo ipotizzare che il nuovo esecutivo Renzi potrà nascere domenica.
Il capo dello Stato, poi, ha ufficializzato che non ci sarà alcun passaggio parlamentare della crisi politica, con le aule di Camera e Senato che saranno chiamate direttamente a votare la fiducia all’esecutivo del segretario Pd.
Prima delle tappe obbligate della crisi, però, la giornata ha detto anche altro, con il sindaco intervenuto a un evento pubblico nella ‘sua’ Firenze.
“E’ un momento delicato, ma anche uno dei più belli per me” ha detto Matteo Renzi a poche ore dalla consegna dell’incarico di Presidente del Consiglio.
Letta invece già dalle 7 a Palazzo Chigi si è preparato all’ultimo consiglio dei ministri, iniziato alle 11.30 e durato circa mezz’ora.
Le delegazioni di partiti, nel frattempo, si preparano all’incontro al Quirinale. In prima fila anche Silvio Berlusconi, oggi in Sardegna per chiudere la campagna elettorale di Ugo Cappellacci, ma già in serata a Roma.
Un pregiudicato al Colle? Non mancano le critiche, ma Forza Italia non ha intenzione di affidarsi ad altri portavoce e il Cavaliere ha detto ai suoi di voler “guardare in faccia il Presidente” che ha guidato il “colpo di Stato” nei suoi confronti.
Sarà la prima volta che i due si guarderanno negli occhi dopo il voto sulla decadenza al Senato e Berlusconi non ha intenzione di perdere l’occasione.
Chi non si presenterà nemmeno all’incontro è il gruppo del Movimento 5 stelle (decisione presa dopo una consultazione on line), al pari della Lega Nord.
Nel frattempo i lavori parlamentari sono bloccati in attesa che la crisi di governo venga risolta.
A Montecitorio le opposizioni hanno chiesto che la discussione venga “parlamentarizzata”, ma senza risultato. La Presidente Boldrini, in accordo con il ministro Franceschini, ha deciso di sospendere i lavori.
Si chiude così, dopo circa 9 mesi e mezzo, l’esperienza governativa di Enrico Letta e delle sue larghe intese.
L’ex premier ha deciso di cadere in piedi: ha rifiutato ogni offerta di ministero o carica europea e aspettato il voto della direzione Pd nel suo ufficio: “Non è una sfiducia sul programma quindi una scelta personale”, avrebbe detto ai suoi poche ore prima, ai quali ha chiesto fino all’ultimo di non alzare i toni.
Ma poi, chiusa la porta, ha parlato di “farisei e filibustieri”, riferendosi a quei “mediatori” che dentro e fuori il partito avrebbero fatto il doppio gioco.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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