LO SPORT ITALIANO BATTE LA POLITICA: LUCIANO BUONFIGLIO E’ IL NUOVO PRESIDENTE DEL CONI
IL PRESIDENTE DELLA FEDERCANOA, APPOGGIATO DA MALAGO’, HA BATTUTO LUCA PANCALLI, SOSTENUTO DALLA TRIMURTI ABODI-BINAGHI-BARELLI (E DAL GOVERNO) PER 47 VOTI A 34
Alla fine l’ha spuntata Luciano Buonfiglio: è lui il nuovo presidente del Coni, il successore di Giovanni Malagò. È bastata una sola votazione: 47 voti per l’attuale n.1 della Federcanoa e
kayak, 34 per Luca Pancalli, ex n.1 del Comitato Paralimpico italiano. Zero voti per Franco Carraro e tutti gli altri candidati (ne erano rimasti sei in corsa). Un testa a testa fino a metà dello spoglio, poi è arrivato l’allungo di Buonfiglio, salutato da un applauso dell’assemblea riunita nella palestra del Centro di preparazione olimpica dell’Acqua Acetosa nel momento in cui ha superato la fatidica quota 41, la maggioranza assoluta degli 81 votanti. Tutti presenti i grandi elettori.
Durante le dichiarazioni di voto, Carraro aveva già invitato a votare “per Buonfiglio o Pancalli”. È finita con un successo più netto del previsto per il 74enne Buonfiglio, napoletano (di Posillipo): è il più anziano neo-eletto presidente del Coni di sempre.
Le prime dichiarazioni
“Un ringraziamento a Giovanni Malagò. Grazie a tutti coloro che sono stati accanto a me in questi sei mesi. Sottolineo la correttezza di Luca Pancalli. Dobbiamo essere consapevoli delle competenze che abbiamo intorno a questo tavolo. Dobbiamo impegnarci ad arrivare nei board internazionali ed essere presenti dove si decide. Non è il tempo delle parole, adesso ci aspettano i fatti. Ora procediamo all’elezione della Giunta”.
Il successo di Buonfiglio
Il successo di Buonfiglio è, anche, un successo di Malagò e dello sport sulla politica. Tutta la campagna elettorale era vissuta sulla contrapposizione tra i due mondi e incentrata sui rapporti tra Coni e Sport e Salute. Pancalli, più vicino ad Abodi e al governo, Buonfiglio invece uomo delle istituzioni sportive (dal 2005 era a capo della Federazione per la quale aveva anche
gareggiato, a Montreal 1976, nel K4 1000 metri), di continuità con il lungo regno di Malagò, del quale era stato anche vicepresidente. È lo sport che difende sé stesso, le sue prerogative, la sua autonomia. Apertissima è ora la partita con Sport e Salute, la cassaforte governativa dello sport italiano.
(da agenzie)
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