L’ULTIMO REGALO AI BALNEARI: SALVINI DIMEZZA I CANONI PRIMA DELLE GARE
NON SOLO LE CONCESSIONI NON VENGONO AUMENTATE DEL 10% COME PREVEDE L’ACCORDO CON LA UE, MA ARRIVANO GLI SCONTI DEL 50%
Non è solo un piccolo sconto. E proprio un taglio che somiglia davvero all’ultimo regalo prima delle gare che l’Italia dovrà bandire. Matteo Salvini prepara una grande sforbiciata ai canoni che lidi e stabilimenti balneari devono pagare allo Stato: una riduzione delle tariffe che varia dal 40 al 50 per cento. «Un regalo inaccettabile mentre il governo chiede sacrifici agli italiani su diversi fronti», dice il deputato di Avs Angelo Bonelli.
Tra il ministero delle Infrastrutture e quello dell’Economia circola l’allegato tecnico al decreto attuativo del Salva-infrazioni: una bozza
già bollinata dal Mef, che attende adesso il parere del Consiglio di Stato. E qui i numeri dei canoni non solo non vengono incrementati del 10 per cento, come previsto da un primo accordo con l’Unione europea, che da tempo chiede l’applicazione della direttiva che obbliga alla liberalizzazione del settore con delle vere gare per affidare le spiagge e la costa ai privati. Ma li taglia di netto.
Ad esempio, per le aree scoperte il canone passerebbe da 3,3 euro al metro quadrato a 2 euro, per gli impianti attrezzati da 5,5 euro a 3,4. E, ancora, per le spiagge di maggiore valore economico, e con «aree e specchi acquei occupati con impianti di difficile rimozione nonché dalle pertinenze demaniali marittime anche destinate ad attività commerciali, terziario-direzionali e di produzione di beni e servizi», il canone passerebbe da 7,3 a 4,5 euro.
Il decreto Salvini arriva in quello che ormai, dopo le decine di sentenze dei Tar e del Consiglio di Stato, si annuncia come l’ultimo anno delle proroghe delle concessioni: diversi Comuni hanno avviato le procedure per le gare.
L’opposizione protesta e chiede il ritiro del decreto prima della pubblicazione in Gazzetta ufficiale: «Mentre Giorgetti ha chiesto sacrifici, Salvini fa il super regalo agli imprenditori balneari, dal Twiga al Papeete, riducendo il canone di concessione — osserva ancora il deputato di Avs Bonelli — che già è a prezzi bassissimi: il Twiga ad esempio paga solo 21mila euro l’anno a fronte di un fatturato di 10 milioni. Dalle oltre 24mila concessioni lo Stato ha incassato nel 2024 solo 120 milioni di euro con una morosità di 30 milioni. Con i nuovi canoni lo Stato incasserà 74 milioni di euro».
(da agenzie)
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