M5S, CASALEGGIO E I BIG PREOCCUPATI, LA BASE E’ INQUIETA, TREGUA INTERNA A RISCHIO
SUL CASO MURARO SI CERCA FAR QUADRATO, MA CRESCONO I DUBBI
I contatti e i confronti ai vertici del Movimento 5 Stelle si susseguono frenetici.
La linea ufficiale è di difesa di Virginia Raggi e di Paola Muraro. Almeno per ora e salvo fatti (o documenti) nuovi.
Se resa dei conti interna ci sarà , e qualcuno sta già affilando le unghie, è solo rimandata di qualche settimana. Settembre non sarà un mese tranquillo.
Chi è stato costretto suo malgrado ad accettare scelte non condivise e ha optato per un tattico passo indietro (la deputata Roberta Lombardi a metà luglio ha lasciato il mini-direttorio romano in aperto, anche se non dichiarato, dissenso), vede ora profilarsi, forse ben prima del previsto, un’occasione per far pesare rilievi e osservazioni fin qui snobbate.
In Campidoglio si fa quadrato (martedì sera si è tenuta una riunione proprio del mini-direttorio) mentre Beppe Grillo si tiene lontano pur facendosi aggiornare costantemente.
E a Milano, dalle parti della Casaleggio Associati si cerca di ostentare tranquillità , anche se la preoccupazione per quanto rimbalza sui giornali va crescendo di giorno in giorno.
E il dibattito in Rete, l’agorà grillina, ne è il fedele termometro. Gli stessi membri del direttorio si tengono in stretto contatto, pronti ad intervenire in maniera decisa qualora il livello di guardia dovesse essere superato.
La difesa dell’amministrazione romana
Non può sfuggire che, in una giornata in cui la polvere del caso rifiuti continua a rimanere alta, l’unico esponente pentastellato di un certo rilievo che mette il naso fuori per sostenere le ragioni della sindaca di Roma e della sua assessora all’Ecologia è l’ex candidato sindaco di Bologna Massimo Bugani (uno dei tre soci, con Davide Casaleggio e David Borrelli dell’associazione Rousseau).
«Non si capisce il clamore sollevato. Paola Muraro ha messo la sua professionalità al servizio di una società – spiega in un video postato sul suo profilo Facebook–. Perchè ci si accanisce contro di lei e non si parla dei tanti assessori che in tutta Italia si sono comportati nello stesso modo?».
La difesa dell’amministrazione romana fa leva su un concetto caro al Movimento. «Noi siamo quelli che quando uno dei nostri sbaglia lo buttiamo fuori. Se il M5S e Raggi dovessero riscontrare qualcosa di sbagliato sono sicuro che interverranno».
La fronda interna
Il merito della vicenda non viene toccato. Ma è lì che si concentra la fronda interna. Perchè alcune spiegazioni fornite dalla stessa Muraro hanno destato perplessità anche tra gli attivisti romani.
A cominciare dalle consulenze per l’Ama. L’assessora sul blog di Grillo ha fatto di conto e cercato di dimostrare che il suo compenso per il lavoro prestato per la municipalizzata dal 2004 al 2016 era modesto («una media di 90.880 euro l’anno al lordo di tasse, previdenza, assicurazioni e spese per lo svolgimento dell’incarico. Un compenso lordo pari a 76 euro al giorno»).
L’onda di ritorno, a scorrere i post pubblicati sulla pagina elettronica del leader, non è stata positiva: molti hanno contestato le cifre fornite.«I conti facciamoli bene – ha scritto Fabio B. – perchè poi ci sputtanano alla velocità della luce».
Una preoccupazione che ritorna in diversi interventi, in mezzo ad incitamenti e a manifestazioni di fiducia nell’onestà anzitutto della sindaca.
La punta dell’iceberg
Ma nelle contrapposizioni interne del Movimento il «caso Muraro» rischia di essere solo la punta dell’iceberg. L’armistizio firmato nei giorni della formazione della giunta guidata da Virginia Raggi tiene a fatica.
Nel pieno della bufera non è interesse di nessuno, nemmeno dei critici (come la senatrice Paola Taverna), fornire altri argomenti alle opposizioni che vogliono prendersi la rivincita dopo la bruciante sconfitta elettorale di giugno.
La tenuta di Roma ha una valenza che va al di là delle sorti delle singole persone.
E tuttavia, a settembre un chiarimento, se non proprio una resa dei conti, sulle nomine fatte il mese scorso, dentro e fuori la giunta capitolina, sarà ineludibile.
Cesare Zapperi
(da “il Corriere della Sera”)
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