MARONI CHE BRUTTA FIGURA: AL VERTICE EUROPEO DI IERI CHE HA DETTO NO ALL’ITALIA SUL PERMESSO DI SOGGIORNO EUROPEO HA VOTATO SI’ ANCHE LUI
LINEA DURA SOLO A USO GIORNALISTI E PER RABBONIRE LA BASE LEGHISTA… “MI SONO ASTENUTO” AVEVA DETTO, MA IL PRESIDENTE LO SMENTISCE: “HA ESPRESSO RISERVE, MA ALLA FINE HA VOTATO SI'”… AVREBBE POTUTO PORRE UN “VETO”, MA NON LO HA FATTO
L’Italia non è stata messa all’angolo dall’Europa, ci si è messa da sola, sapendo bene quello che poteva e non poteva ottenere. E sapeva che la ridistribuzione dei 20.000 profughi tra i Ventisette non era nemmeno ipotizzabile.
La sconfitta pilotata del vertice dei ministri degli Interni europei è comunque il culmine della crisi dei rapporti tra Roma e Bruxelles, una storia difficile da quando Berlusconi è arrivato al potere e che ora l’Italia minaccia di portare alle conseguenze definitive.
Lo fa però solo con la stampa e, anzi, nel Consiglio Roberto Maroni “dopo aver difeso con fermezza le sue posizioni, ha approvato le conclusioni”, come ha raccontato il presidente di turno ungherese Sandor Pinter.
A queste parole i giornalisti hanno fatto un salto sulla sedia: Maroni aveva detto di essersi astenuto.
“No, ha votato a favore” ribadisce il presidente che prende il verbale e legge: “Accettiamo le conclusioni – ha detto Maroni – ma siamo insoddisfatti”.
Non solo: l’Italia avrebbe potuto porre un veto, ma non l’ha fatto.
Quando è stato illustrato il documento finale, Maroni la avanzato la sua proposta, ma non ha chiesto di negoziare tra le due e ha incassato il “no” venuto da tutti gli altri Stati, Malta esclusa.
Il ministro spagnolo è stato chiaro: “Noi, come la Francia, rimanderemo indietro persone che arrivassero con il permesso italiani e Maroni ci ha risposto che l’Italia se li riprenderà “.
Secondo un funzionario del Consiglio europeo “Maroni sapeva fin dall’inizio che la linea scelta dal governo italiano sarebbbe stata perdente, ma ha voluto insistere per rivolgersi al proprio pubblico di casa”.
A quel punto, non a caso, Maroni ha parlato frettolosamente coi giornalisti sulla porta d’uscita senza la consueta conferenza stampa ed è scappato via.
L’Europa ha ribadito in pratica che “non siamo in una situazione d’emergenza necessaria per far scattare il meccanismo della protezione europea”.
In effetti altri Paesi in passato hanno subito pressioni ben più elevate e se la sono cavati da soli.
Maroni alla fine non ha esercitato il diritto di veto per bloccare i lavori, ha votato a favore e se n’è tornato a casa dichiarando il falso, ovvero che si era astenuto.
Se non ci fosse andato, forse avrebbe fatto un a migliore figura.
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