MELONI, IL VIZIETTO DI ANNUNCIARE “LEGGI EPOCALI” CHE ESISTONO GIA’
L’ULTIMA: GLI ARBITRI COME PUBBLICI UFFICIALI
Peggio del gioco delle tre carte. Nordio e Piantedosi sono già degli specialisti col reato di femminicidio e l’aggravante per le aggressioni ai poliziotti. Ora ci si mette pure Abodi per accaparrarsi il favore degli arbitri di calcio. Basta cambiare nome all’articolo del codice che c’è già e usarne uno più attraente. L’ultima è del ministro dello Sport che vende per nuove pene dure per chi aggredisce l’arbitro. Peccato che già c’erano. Ma staniamo prima i magheggi di Nordio e Piantedosi. A partire dal “nuovo” reato di femminicidio, lanciato giusto per l’8 marzo.
Davvero l’ergastolo è una conquista per le donne? Macché.
L’omicidio può essere già punito con l’ergastolo. Basta leggere gli articoli 575, 576 e 577 del codice penale, almeno 13 circostanze aggravanti, se riferite ai femminicidi, producono l’ergastolo. Quindi Nordio punisce un fatto che è già reato e per di più con la pena che c’è già per i femminicidi. Ma c’è di più, al nuovo reato applica le aggravanti dell’omicidio. E qui casca l’asino: come si può aggravare l’ergastolo, cioè la pena più grave in assoluto? Il Guardasigilli Rocco poteva farlo, perché nel suo codice c’era la pena di morte, Nordio no.
E Piantedosi che vuol proteggere i poliziotti? Nel dl Sicurezza ci sono pene più severe per chi li aggredisce. Ma era già possibile. Se avessi dato un morso sulla mano a chi mi stava arrestando non me la sarei cavata. Lui, con Nordio, duplica maldestramente la stessa pena, ma la sposta in un altro articolo, creando problemi di coordinamento che stanno facendo impazzire toghe e avvocati alle prese con due norme diverse sullo stesso reato. Dal 2019, per giunta, il 583-quater si applica a chi aggredisce l’arbitro.
Ma la politica dello “specchietto per le allodole” va oltre. È vero che il dl Sicurezza punisce per la prima volta le rivolte in carcere? Bella bugia. Perché erano già punibili col danneggiamento e la devastazione fino a 15 anni. Leggete l’articolo 419 del codice penale. E ancora. È vero che per la prima volta sarà punito chi occupa una casa? “Neanche per sogno – chiosa Gian Luigi Gatta, dalla cattedra di Diritto penale dell’Università Statale di Milano – perché si applicava già il 633 sull’invasione di terreni o di edifici sia a chi occupava case sia a chi… organizzava i rave party…”. È vero che ora rischia di più
chi uccide un orso marsicano? Altra bugia, il reato c’è già. Orso compreso.
E Abodi che fa? Col solito articolo 583-quater proteggerà di più gli arbitri? Da Gatta un no perentorio: “La norma esiste dal 2007 per i poliziotti in servizio negli stadi, inserita dopo l’omicidio dell’ispettore Raciti nel derby Catania-Messina”. Nel 2019 Matteo Salvini, nel suo dl Sicurezza-bis, la estende agli arbitri. Fa fede l’articolo 13. Ma ora, con la norma Abodi, il “nuovo” reato è perseguibile a querela, va in mano ai giudici di pace, potrebbe punire di meno chi picchia se le lesioni sono lievi. Ma le “vere” tutele sono altre, e restano. Come quella di Berlusconi premier del 2006 che per Gatta “esclude la qualifica di pubblici ufficiali per gli arbitri che gestiscono gli arbitrati tra società da milioni di euro”. Insomma, gli arbitri sportivi sono pubblici ufficiali se pigliano un pugno, quelli di un ricco arbitrato non lo sono se incassano la mazzetta. Della serie, c’è arbitro e arbitro…
(da agenzie)
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