MENTRE ALFANO PENSA AL PROCESSO BREVE, BATTUTO OGNI RECORD DI AFFOLLAMENTO DELLE CARCERI: 70.000 DETENUTI
I 207 PENITENZIARI ITALIANI POTREBBERO OSPITARE AL MASSIMO 44.000 DETENUTI: A GENNAIO ERANO 66.550, A MARZO SUPERATA QUOTA 67.000, A FINE AGOSTO ERANO 68.345…. LA SITUAZIONE E’ ESPLOSIVA E IL MINISTRO PENSA ALLO SCUDO PER IL PREMIER… GLI AGENTI PENITENZIARI SONO SOTTO-ORGANICO DI 6.000 UNITA’: IL GOVERNO DELLE CHIACCHIERE
Ormai è allarme in tutte le regioni: con 68.345 detenuti presenti il 31 agosto nei 207 penitenziari italiani si è al collasso.
La denuncia arriva dal sindacato degli agenti Sappe.
Le celle fatiscenti con quattro detenuti in nove metri quadrati non bastano più: il Consiglio d’Europa ci ha già mandato diversi richiami, ma la situazione, invece che migliorare, sta diventando a “rischio rivolta” ed è ormai una emergenza nazionale.
Il governo va avanti a chiacchiere e progetti, il ministro perde tempo dietro il processo breve e le leggi ad personam, mentre le carceri hanno battuto ogni record di presenze.
A gennaio erano ospitati 66.550 detenuti, a marzo si è sforata quota 67.000, a fine agosto 68.345.
“Adesso in cella non si respira più”, denuncia il sindacato,” è solo grazie alla professionalità e al senso dello Stato che hanno i poliziotti penitenziari, carenti in organico di ben 6.000 unità , che si riescono a contenere i disagi e le legittime proteste di quasi 69.000 detenuti”.
E’ da mesi che Alfano parla di investire 1,4 miliardi per 24 nuovi istituti da realizzare con procedure d’emergenza, come quelle molto discusse del G8. Dovrebbero essere stati stanziati in teoria 700 milioni, solo per espandere i nuovi padiglioni di strutture già esistenti, ma per ora non si è visto nulla.
Basta visitare qualsiasi carcere per capire che il problema non sono solo le strutture: il sistema penitenziario non regge l’ondata di ingressi, quasi la metà dei detenuti è un attesa di giudizio.
“Alfano e i parlamentari che hanno visitato le celle ad agosto hanno l’obbligo politico e morale di trovare una soluzione, magari ascoltanto anche le nostre proposte che in carcere ci lavoriamo 24 ore al giorno tutto l’anno. Basta con le passerelle” è il monito che giunge dal sindacato degli agenti, sempre più disillusi che esista la volontà politica di affrontare il problema carcerario con serietà .
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