BOSSI E BERLUSCONI: I DUE PIFFERAI DI MONTAGNA SONO SUONATI, NON CONOSCONO NEANCHE LA COSTITUZIONE
FINI DOVREBBE DIMETTERSI SOLO PERCHE’ DA’ FASTIDIO AI LORO INTRALLAZZI: SI DIMETTANO LORO CHE STANNO ROVINANDO IL PAESE … E POI SI CAMBI LA LEGGE ELETTORALE, QUELLA SUL CONFLITTO DI INTERESSI, SI RIMETTANO LE PREFERENZE E SI TOLGA SCODINZOLINI DAL TG1…POI SI POTRA’ PARLARE DI ELEZIONI LIBERE
Certo che le vicende della politica italiana meriterebbe una “mostra del cinema umoristico”: ieri sera i due bulli di periferia, il duo Be-Bo, usciti arcorizzati dopo due piatti di risottino Knorr, oscillando chi di suo, chi in preda ad epilessia antifiniana, ed evitando a filo qualche lampione, hanno comunicato che “Fini non può fare più il presidente della Camera” perchè non è amico loro, quindi non sarebbe super partes (concetto da sbellicarsi dal ridere) e che pertanto lo sarebbero andati a dire a Napolitano con urgenza.
Passa la mattinata e alla fine il Quirinale seccato precisa che “non è pervenuta finora nessuna richiesta ufficiale di incontro da parte del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nè nessuna indicazione sul nome del nuovo ministro dello Sviluppo economico”.
Che figura da pirla.
Che dormano ancora i due pifferai? Pare di no, nel pomeriggio Bossi raggiunge il massimo dell’umorismo quando, tra una pennichella e l’altra, a una domanda giornalistica precisa: “Aspetta, bisogna prima vedere quando siamo liberi io e Berlusconi”.
Tanto era urgente la cosa che prima devono guardare l’agendina in tasca, tanto Napolitano è il loro servo e può aspettare.
A questo punto il giornalista chiede se è sua intenzione chiedere il voto anticipato e Bossi risponde che “dipende se Berlusconi vuole andare a votare”.
Ma di che avranno parlato allora la sera prima? Boh, altro che teatro dell’assurdo…
Nel frattempo arriva la secca risposta del finiano Bocchino: “La decisione di Berlusconi e Bossi di chiedere formalmente le dimissioni di Fini è politicamente inaccettabile e grave sotto il profilo istituzionale, violando il principio costituzionale della separazione tra poteri”.
“A Berlusconi e Bossi -continua Bocchino – va inoltre ricordato che furono proprio loro a inaugurare nel 1994 la stagione dei presidenti delle Camere di parte, che fino ad allora erano sempre stati concordati con l’opposizione o addirittura assegnati alla minoranza nell’ottica di favorire la nascita di un contrappeso parlamentare. Tale prassi fu modificata quando Berlusconi e Bossi indicarono Carlo Scognamiglio e Irene Pivetti ai vertici di Palazzo Madama e Palazzo Montecitorio”.
“Successivamente sempre Berlusconi e Bossi – ribadisce il capogruppo di FLI – hanno inaugurato nel 2001 la stagione dei presidenti di Parlamento leader di partito, eleggendo Pierferdinando Casini allo scranno più alto di Montecitorio. Tale innovazione si è poi consolidata con l’elezione di Fausto Bertinotti prima e di Gianfranco Fini poi”.
“Tutto ciò – conclude Bocchino – dimostra pertanto che la richiesta di Berlusconi e Bossi è strumentale, irrituale e irricevibile ed è gravissima sotto il profilo istituzionale, considerato che la terzietà riguarda il ruolo e non la personalità politica, riguarda la conduzione del ramo parlamentare presieduto e non la libera espressione dei propri convincimenti politici”.
Dall’opposizione Antonio Di Pietro “consiglia” Berlusconi: “Salga pure al Colle, ma per dimettersi”.
Mentre Bossi poco fa ha precisato “Bisognerà aspettare qualche giorno, quando si troveranno gli incastri”.
Altro che comiche finali, siamo in mano ai pifferai di montagna, quelli che erano andati per suonare e sono tornati suonati.
Vogliono le elezioni? Si dimettano loro che hanno causato la crisi, sfasciando una coalizione per interessi personali uno (processi) e politici l’altro (continui ricatti leghisti e poltrone).
Si dimettano loro che sono riusciti a far protestare contro il governo tutte le categorie produttive del Paese dagli insegnanti alle forze dell’ordine, dai magistrati ai giornalisti, dai lavoratori autonomi a quelli dipendenti, dagli studenti ai pensionati, dagli industriali ai sindacati, dai precari agli operatori della sanità .
E poi si proceda a cambiare una legge elettorale vergognosa che permette a un partito che raggiunge il 30% di voti di avere il 55% dei deputati.
Si proceda a una legge sul conflitto di interessi che impedisca a chi detiene un vasto potere sui media di condizionare la politica a suo favore.
Si dia al cittadino la possibilità di dare la preferenza sulla scheda elettorale, non di obbligarlo a fare una ics su chi ha deciso il padrone.
Si ristabilisca la pluralità e la libertà di informazione in Rai, mandando a casa Scodinzolini coi suoi servizi a senso unico.
Solo allora si potrà votare con un minimo di libertà in questo Paese, rispettando il popolo italiano, non prima.
Fini è un ostacolo ai vostri intrallazzi?
Non ha permesso che metteste il bavaglio alla stampa o che cancellaste 400.000 processi per salvarne due?
Fini oggi è una trincea di libertà , voi solo dei pifferai suonati.
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