MISSIONE BOSCHI: RECUPERARE 22 DEM, FUMATA NERA AL VERTICE PD
LA QUADRA SULLE UNIONE CIVILI E’ ANCORA LONTANA
L’incontro si è tenuto questa mattina a Palazzo Chigi prima del consiglio dei ministri.
Matteo Renzi, Maria Elena Boschi hanno ricevuto i capigruppo del Pd di Senato e Camera, Luigi Zanda ed Ettore Rosato, per fare il punto su tutta l’attività parlamentare alla ripresa dopo la pausa natalizia, ma soprattutto sulle unioni civili, l’argomento più spinoso che rischia di mandare gambe all’aria gli equilibri di maggioranza e nel Pd.
La soluzione non è stata individuata nemmeno nel vertice mattutino. E si allontana la direzione nazionale del Pd mai convocata ufficialmente ma fissata informalmente per il 18 gennaio.
Si terrà comunque entro la fine del mese.
Ma intanto oggi a Zanda è stato affidato il mandato di ‘riscaldare’ i senatori con un’assemblea di gruppo prima del passaggio del ddl in aula il 26 gennaio.
L’obiettivo principale del premier e del ministro Boschi, la quale alla ripresa dell’attività parlamentare ha tra le mani la gestione del dossier unioni civili, è ricompattare il Pd tentando di far rientrare le dissidenze di 22 senatori cattolici.
Renzi infatti è convinto che i contrari alla stepchild adoption non siano realmente 28, a dispetto di quanto dichiarano. Ma 22 è sempre un numero alto, un quinto del gruppo parlamentare Dem del Senato. Occorre farli rientrare.
Tanto più che la riunione di oggi è servita a scartare l’ipotesi di ‘affido rafforzato’, la proposta di area cattolica per moderare l’istituto delle adozioni del figlio del partner sancito nel testo sulle unioni civili.
L’affido rafforzato, è la riflessione fatta al vertice mattutino, presenta maggiori difficoltà dal punto di vista costituzionale rispetto alla ‘stepchild adoption’.
E’ una conclusione alla quale Renzi e i suoi sono giunti dopo un attento screening con i costituzionalisti. Ciò non significa che automaticamente il testo resterà così com’è. O almeno: rimanere fedeli al testo Cirinnà (licenziato senza il voto della commissione e dunque spedito direttamente in aula senza relatore) è l’obiettivo di Renzi che però non ha abbandonato del tutto la ricerca di mediazione con Ncd o quanto meno con la parte più laica del partito di Alfano (Cicchitto e altri).
Di fatto però ancora la soluzione non c’è.
La direzione nazionale nella quale Renzi dirà la sua sul tema e anche su altri argomenti slitta a fine mese. Zanda tenterà di rimettere insieme tutti i cocci del gruppo dei senatori in un’assemblea tra due settimane.
Fino ad allora si lavorerà di mediazione. Lunedì intanto Renzi si prepara a festeggiare l’approvazione alla Camera del ddl sulle riforme costituzionali, al voto finale a Montecitorio (seguiranno altre due letture, Senato e di nuovo Camera, ma senza emendamenti, dunque più veloci).
Poi ci sono i decreti Ilva, Giubileo e Milleproroghe da riconvertire, quindi le unioni civili a fine mese. Sulle quali c’è una sola certezza: il testo che verrà varato dal Senato — sempre che l’aula non lo bocci, dati i voti segreti in programma e i numeri ballerini di una maggioranza spaccata — sarà blindato nel passaggio alla Camera.
Una scelta che Renzi ha messo in chiaro già a luglio, all’assemblea del Pd all’Expo.
(da “Huffingtonpost”)
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