MONTEZEMOLO, REBUS BUONUSCITA: POTREBBE ARRIVARE A 50 MILIONI DI EURO
SI PARTE DA 24 MILIONI PIU’ I PREMI PER LA CARRIERA, DAL 2002 HA INCASSATO 112 MILIONI DI COMPENSI…TRA BONUS, STOCK OPTION E STIPENDI GUADAGNAVA 9 MILIONI L’ANNO
La Rossa si prepara a regalare una buonuscita d’oro a Luca Cordero Montezemolo e a riaggiornare la classifica delle maxi-liquidazioni di Piazza Affari.
Ben difficilmente il supermanager del Cavallino riuscirà a superare i 100 milioni incassati da Cesare Romiti con l’addio al Lingotto.
Ma è molto probabile che l’addio a Maranello sia reso meno amaro da un assegno che gli consentirà di insidiare la posizione sul podio di Alessandro Profumo (40 milioni da Unicredit) e Matteo Arpe (37 da Capitalia).
Una bella consolazione che si somma alla certezza di essersi già messo in tasca dal 2002 – anno da cui si possono ricostruire su documenti pubblici le sue retribuzioni – ad oggi qualcosa come 112 milioni di compensi, circa nove milioni l’anno grazie all’epopea della Ferrari.
Il brusco divorzio di queste ore farà scattare le clausole monetarie per la liquidazione previste e codificate nella relazione sulla remunerazione della Fiat.
A Montezemolo spetta così un’indennità per la risoluzione del rapporto “da pagare nell’arco dei vent’anni che non superi di cinque volte la componente fissa della sua remunerazione”.
Pari – alla luce dei 2,74 milioni di euro l’anno per la carica in Ferrari – a circa 14 milioni.
A questa cifra si aggiungono un’altra decina come componente standard della liquidazione prevista dalla cifra maturata secondo il contratto nazionale del lavoro.
E’ probabile però (ed è previsto anche dalle regole e le abitudini di Torino) che questa “base” della trattativa possa essere rimpolpata da un bonus speciale che premi i 23 anni di carriera e i 14 titoli mondiali nel palmares del manager.
Gli avvocati sono al lavoro per quantificare il valore finale da mettere sull’assegno.
Una cosa però è già certa oggi. I successi della Rossa hanno gonfiato a dovere in passato i compensi di Montezemolo.
I dati del suo stipendio sono disponibili (tra banche dati della Sec Usa e bilanci Fiat) dal 2002 ad oggi.
Dodici anni durante i quali si è messo in tasca 112 milioni.
Ben 4 volte i suoi compensi annuali hanno superato la soglia degli 8 milioni.
Nel 2002 gli è stato consegnato un “riconoscimento” da 18,2 milioni come premio “per il contributo rilevante fornito con la sua opera alla crescita del prestigio e del valore” della Ferrari.
E nel 2006 – chiusa l’operazione con gli emiri di Mubadala entrati nel capitale con il 10% – gli sono state monetizzate con 26,6 milioni di euro 93mila stock-option su titoli Ferrari.
Unico rimpianto, la mancata quotazione di Maranello.
Se il collocamento a Piazza Affari fosse andato in porto entro il 2010, Montezemolo avrebbe incassato altri 175 euro ad azione per le altre 80mila opzioni del Cavallino, qualcosa come 15 milioni di euro.
Chi si accontenta, comunque, gode lo stesso.
Ettore Livini
(da “La Repubblica”)
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