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NEL COVO DEL BOSS DELLA CAMORRA LA FOTO DI FAMIGLIA CON IL CANDIDATO ALLE REGIONALI DI FORZA ITALIA

IL CONSIGLIERE REGIONALE USCENTE DI FENZA HA LAVORATO PER ANNI CON I SIMEOLI, IL BRACCIO IMPRENDITORIALE DEL CLAN POLVERINO

Prima del video con i tiktoker Rita De Crescenzo e Angelo Napolitano, il consigliere uscente della Regione Campania Pasquale Di Fenza non era certo un personaggio molto noto. Ma quando nell’agosto scorso il video in cui i tre sventolano il tricolore e fanno balletti nell’ufficio di Di Fenza in consiglio regionale è diventato virale, la sua notorietà è cresciuta moltissimo.
In quel periodo Di Fenza era ancora iscritto al partito Azione di Carlo Calenda, ma proprio quel video gli costò l’espulsione dal partito. Lui non si è perso d’animo e – dopo aver ribadito di non volersi dimettere – si è ricandidato alle Elezioni Regionali in Campania, stavolta col centrodestra, in Forza Italia a sostegno di Edmondo Cirielli. Pochi giorni fa sono apparsi nuovi video su Tik Tok dove Di Fenza compariva insieme a Rita De Crescenzo, e la stessa controversa influencer ha fatto un appello al voto per Forza Italia.
La storia di Pasquale Di Fenza viene da lontano. L’abbiamo ricostruita a partire dal luogo dove ha lavorato per molti anni, la sede della Sime costruzioni, della famiglia Simeoli di Marano, considerata il braccio imprenditoriale del clan Polverino. La struttura fu confiscata al clan definitivamente nel 2023, ed oggi è nelle disponibilità dell’Ente Idrico Campano. Siamo stati nella sede della Sime costruzioni insieme alla polizia municipale di Marano proprio nei momenti in cui si sono svolte le procedure di confisca definitiva del bene. Quello che abbiamo trovato
all’interno del quartier generale del clan ci ha raccontato il percorso politico di Pasquale Di Fenza.
La foto di famiglia con il boss
Luigi Maiello, era a capo dei vigili urbani di Marano quando la sede della Sime costruzioni passò definitivamente al patrimonio pubblico. Ed è con lui che abbiamo avuto l’opportunità di vedere cosa c’era negli armadi, nei cassetti e nelle casseforti dell’azienda del clan. “Questo è il cuore del bussinnes del clan – spiega Maiello a Fanpage.it – nella direzione economica di quelli che erano gli interessi del clan Simeoli. Tutto è rimasto congelato al momento dell’operazione di polizia”.
Quando siamo entrati nella sede della Sime ci siamo trovati davanti una miriade di informazioni. Assegni, cambiali, progetti, atti di compravendita, ma anche tante foto tra cui quelle con due Papi, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. E poi ci sono le foto di famiglia, in due di queste foto compare tutta la famiglia, il boss Antonio Simeoli, i figli Luigi e Benedetto, con le mogli, i nipoti, e poi i collaboratori più fidati, e tra questi proprio Pasquale Di Fenza. “Qui c’è una ricchezza di informazioni che se analizzate ed attualizzate e messe a sistema ci riportano a quelli che erano i condizionamenti, al modus operandi di una criminalità diversa da quella che siamo abituati ad immaginare” ci spiega Maiello. Pasquale Di Fenza compare nelle foto di famiglia, perché è proprio qui, alla Sime costruzioni del clan Simeoli, dove ha lavorato per molti anni.
Nel suo curriculum che compare sul sito della Regione Campania, Di Fenza si presenta come geometra e direttore di cantiere. Fra le costruzioni indicate nel curriculum c’è quella del Parco Daniela a Marano, che fu realizzato dalla Laura Sas,
un’azienda che porta il nome di una delle figlie del boss Antonio Simeoli.
Lo scorso anno Di Fenza, da consigliere regionale, si presentò al compleanno di Laura Simeoli dove venne fotografato, ammettendo di conoscerla da tantissimi anni. Il Parco Daniela a cui ha lavorato Di Fenza fu costruito abusivamente ed in seguito confiscato dall’autorità giudiziaria.
Tra le opere realizzate col contributo di Di Fenza, anche il parco Sime di via Adda, sempre a Marano, che fu costruito proprio dai Simeoli, ed anche questo confiscato dall’autorità giudiziaria, come bene riconducibile al clan. “Qui abbiamo casualmente ritrovato documenti e fotografie che risalivano all’atto del sequestro – sottolinea Maiello – erano testimonianza di uno spaccato, di un vissuto, e mi permetto di dire di una tracotanza criminale che esprimeva potenza più che ricchezza”.
Il sodalizio con i Simeoli e con Biagio Iacolare
Ma Pasquale Di Fenza non è il solo politico che compare nelle foto di famiglia del clan all’interno dell’azienda di famiglia. C’è anche Biagio Iacolare, consigliere regionale dal 2010 al 202o, esponente storico dell’Udc e legatissimo a Ciriaco De Mita fino alla morte dell’ex presidente del consiglio. Anche Biagio Iacolare, come Di Fenza, lavorava per i Simeoli. I due politici compaiono anche vicini in una delle foto di famiglia dei Simeoli a testimonianza di un rapporto politico tra i due. Ma non solo. Continuando la nostra visita all’interno della SIME costruzioni, prima della sua assegnazione al patrimonio pubblico, aprendo uno sgabuzzino ci imbattiamo in scatoloni pieni di materiale elettorale proprio di Biagio Iacolare. Ci sono santini, adesivi, ma anche cavatappi e accendini con la scritta “Vota Iacolare”.
Si riferiscono alle elezioni del 2010, quelle vinte dal centro destra in Campania, a testimonianza di come la famiglia Simeoli fece campagna elettorale per Iacolare in quella tornata elettorale. Iacolare finì anche nell’inchiesta Bloody Money di Fanpage.it, quando il collaboratore di giustizia, Nunzio Perrella, si infiltrò nei ambienti criminali fingendo di voler smaltire rifiuti per conto delle amministrazioni pubbliche. Al tempo Iacolare era presidente della Sma, una società di proprietà della Regione Campania, e incontrò proprio il collaboratore infiltrato per trattare lo smaltimento dei fanghi dei depuratori campani. Iacolare ha avuto ruolo di primissimo piano nella politica campana degli ultimi anni, fino a quando, dopo l’inchiesta Bloody Money, non si è ritirato a vita privata.
Dopo la sua elezione con il centro destra nel 2010, nel 2015 fu proprio Iacolare l‘artefice del cosiddetto “Patto di Marano”. A 48 ore dalla consegna delle liste per le elezioni regionali l’Udc di Iacolare e De Mita, passò dal centro destra al centro sinistra, accordandosi con Vincenzo De Luca. Quel patto fu determinante per la vittoria del centro sinistra in Regione Campania nel 2010. L’accordo fu stilato a Marano, tra De Mita e De Luca, in una cena proprio a casa di Biagio Iacolare. Il rapporto tra Iacolare e Pasquale Di Fenza è quindi di lungo corso, prima colleghi di lavoro nell’azienda di proprietà del clan, e poi insieme in politica, fino a quando Iacolare non è uscito di scena e Di Fenza è diventato invece protagonista con l’elezione in consiglio regionale.
Di Fenza fu eletto nel 2021 nella lista “Liberal democratici per De Luca”, una civica che fu ispirata da Peppe Sommese, oggi candidato con il centro sinistra nella lista dei Socialisti. Prima
ancora Di Fenza si era candidato a consigliere comunale a Marano con la Lega di Salvini, senza raggiungere l’elezione, ma risultando tra i più votati a Marano. Poi il grande salto alla Regione, nel centro sinistra, nel gruppo misto, fino alla recente adesione ad Azione nel 2024.
Poi, il pasticcio del video con i tiktoker e l’espulsione da parte di Calenda, lo hanno condotto nelle braccia del centrodestra e di Forza Italia. Un’operazione che porta la firma di Fulvio Martusciello, europarlamentare e coordinatore regionale di Forza Italia. È Marano il territorio elettorale di Di Fenza, dove appunto i Simeoli hanno ancora oggi un ruolo nel sistema criminale territoriale.
Il Comune di Marano di Napoli ha il record italiano per numero di scioglimenti per infiltrazioni camorristiche, ben 5 dal 1991, anno in cui è stata varata la legge per gli scioglimenti. Proprio nel periodo di gestione commissariale, ci è stato possibile girare le immagini all’interno della Sime costruzioni. L’ultimo scioglimento in ordine di tempo è quello arrivato nel 2025, per l’amministrazione guidata da Matteo Morra e sostenuta dal centrosinistra.
Secondo i documenti della commissione d’accesso che ha decretato, con il Ministero dell’Interno e della Prefettura di Napoli, lo scioglimento del Comune, il potere di influenza proprio dei Simeoli è ancora fortissimo. Nei documenti possiamo leggere: “Per il Sindaco si rilevano rapporti di intensa e assidua frequentazione con un noto imprenditore , attivo soprattutto nel settore edile, considerato verosimilmente elemento di collegamento tra gli ambienti criminali insistenti sul territorio e gli organi politici”
La commissione ha accertato anche rapporti tra assessori e consiglieri con gli ambienti criminali, e addirittura del personale amministrativo del Comune di Marano. “La storia di Marano è emblematica” spiega a Fanpage.it, Sandro Ruotolo, europarlamentare del Pd, e da sempre in prima linea nella lotta alla camorra. “I Simeoli solo a Marano hanno costruito più di 500 appartamenti, ma hanno lavorato in tutta Italia – racconta – per poter realizzare gli appartamenti hanno bisogno del rapporto con la politica. Sono stati individuati dalla commissione d’accesso dei consiglieri comunali con rapporti con le famiglie di camorra. Dal 1991, quando è stata istituita la legge, Marano ha il record dei record per scioglimenti per infiltrazioni mafiose. Questa capacità di infiltrazione, di stare dentro il circuito dell’economia legale con la Sime costruzioni, pone la questione delle questioni, la selezione della classe dirigente, è il chi decide chi far eleggere”.
A testimonianza del rapporto consolidati tra i clan e la politica, nel gennaio del 2025 è arrivata anche la sentenza di primo grado nel processo che vede coinvolti proprio i Simeoli, con l’ex sindaco di sinistra, Mauro Bertini, primo cittadino dal 1993 al 2006, e i fratelli Cesaro, Aniello e Raffaele, fratelli dell’ex Presidente della Provincia di Napoli di Forza Italia, Luigi Cesaro. Bertini è stato condannato a 12 anni e 6 mesi, per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione aggravata, nello stesso processo è stato condannato anche Angelo Simeoli, alias “Bastone”, fratello del boss Antonio Simeoli, detto “Ciaulone”. Oggi Antonio Simeoli ed i suoi figli sono liberi dopo aver scontato le pene.
La replica di Di Fenza: “Il voto è segreto, non so dire se mi hanno votato”
Abbiamo quindi deciso di sottoporre le fotografie rinvenute nella sede dell’azienda del clan e le ricostruzioni dei rapporti proprio a Pasquale Di Fenza. Il consigliere non ha smentito la foto ed i rapporti con la famiglia Simeoli. “Riconosco questa foto – ha detto ai nostri microfoni – io sono un geometra, ho collaborato a livello professionale con loro per tantissimi anni, quindi assolutamente non posso negare quale è stato il mio trascorso ed il mio passato”. Ma Di Fenza non era un collaboratore qualunque, tanto da comparire in quella foto che possiamo definire di famiglia: “No c’erano tanti collaboratori, era la famiglia, oggi parliamo di loro a livello imprenditoriale, quindi io non ho nessun problema”.
Ricordiamo a Di Fenza che i Simeoli hanno ricevuto delle condanne definitive che li conoscono come braccio imprenditoriale del clan Polverino. “I Simeoli all’epoca erano dei costruttori”. Sì ma sappiamo che sono dei camorristi: “E’ stato accertato che sono dei camorristi ma questo non spetta a me dirlo no? Io mi attengo a quelle che oggi sono le decisioni della magistratura”. Chiediamo al consigliere se i Simeoli lo hanno votato: “Nel 2020 quando io sono stato eletto, erano in regime di detenzione”. Oggi invece, dopo aver scontato le pene, i vertici della famiglia sono liberi. Ed invece con Biagio Iacolare che rapporti aveva? : “Abbiamo collaborato insieme, poi ognuno ha preso la sua strada. Io collaboravo all’epoca con Biagio Iacolare per la parte politica, nel senso che a me la politica è sempre piaciuta, gli davo una mano, quando si doveva votare per Biagio Iacolare io l’ho appoggiato nelle diverse campagne elettorali”.
Lei si ricorda che alla Sime costruzioni si faceva campagna elettorale per Biagio Iacolare? “Sì”. Quindi secondo lei a Biagio Iacolare l’hanno votato, a lei invece, non lo sa: “Lo intervisti lei. Io non sono andato a chiedere i voti ai Simeoli, poi se qualcuno solo perché Pasquale Di Fenza è empatico, è simpatico, è una bella persona, e dice lo vogliamo votare, ma il voto è segreto io non le posso dire se mi hanno votato o meno”.
(da Fanpage)

This entry was posted on martedì, Novembre 18th, 2025 at 20:41 and is filed under Politica. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.

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