NIENTE SOLIDARIETA’ FLESSIBILE: LA UE BOCCIA IL TENTATIVO DI UNGHERIA E SLOVACCHIA DI COSTRUIRE MURI COI NOSTRI SOLDI
PREVALE LA LINEA ITALIANA, TROPPO COMODO PRENDERE I CONTRIBUTI DALL’EUROPA E SCARICARE I PROFUGHI SUGLI ALTRI
L’Unione europea boccia la linea dura di Ungheria, Slovacchia, Polonia e Repubblica Ceca sui migranti.
Il documento della presidenza slovacca di turno al Consiglio Ue, che cercava di aprire la strada alla ‘solidarietà flessibile’, non ha ricevuto il consenso necessario per andare avanti.
Lo hanno rivelato fonti italiane al termine della cena informale organizzata a Bruxelles.
Durante la discussione il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha chiesto alla Commissione Ue di riverificare il calendario degli obblighi sul ricollocamento dei vari Paesi per rimettere in moto il processo, la cui conclusione è prevista per settembre 2017.
Tra pochi mesi sarà costituito un gruppo ad hoc – di cui l’Italia farà parte – per gettare le basi per un nuovo documento, con l’obiettivo di raggiungere un accordo sulla revisione del regolamento di Dublino.
Il documento slovacco, “Solidarietà efficace”, era un cosiddetto ‘non paper’ di due pagine scarse, ed era annunciato da mesi: la presidenza slovacca tentava così di far passare la linea della “flessibilità “.
Al fianco dell’Italia in prima linea Grecia e Malta, ma “numerosi” erano i Paesi a cui il documento non piaceva. “Gli unici a gradirlo davvero sono i quattro Paesi Visegrad” (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria), hanno affermato fonti diplomatiche europee.
Il documento slovacco smantellava l’idea di solidarietà obbligatoria prevista della proposta della Commissione europea.
Tutto quanto vi è previsto è su base volontaria. “Il punto di partenza” è che tutti gli Stati “contribuiscano per condividere il peso” delle crisi migratorie. “Ma – si osserva – ci sono molti modi” per farlo: “dal ricollocamento, al supporto finanziario, al sostegno per la protezione delle frontiere esterne, alla condivisione delle capacità di accoglienza o nel rivestire un ruolo più incisivo nelle operazioni di rimpatrio”.
Puro politichese che nasconde il concetto di sempre per certi Paesi dell’Est: l’Europa viene bene quando si tratta di ricavarne benefici finanziari (la Polonia riceve 11 miliardi dalla Ue, l’Ungheria 5) ma non va più bene quando si tratta di esprimere solidarietà umana.
(da agenzie)
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