SPESE PAZZE BASILICATA, IL GOVERNATORE PITTELLA TRA I 22 CONDANNATI PER LE CENE E GLI HOTEL
SCONTRINI DI ALBERGHI E RISTORANTI SENZA NATURA DI “RAPPRESENTANZA”
Il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella (Pd), è stato condannato dalla Corte dei conti di Potenza a risarcire poco più di 20mila euro di rimborsi indebiti per “spese di segreteria e rappresentanza”.
Con lui dovranno restituire parte dei rimborsi percepiti fra il 2010 e il 2012 il presidente del consiglio regionale lucano, Franco Mollica (Udc); il suo predecessore, oggi deputato, Vincenzo Folino (Si); l’assessore all’Agricoltura, Luca Braia (Pd), e il consigliere Paolo Castelluccio (FI).
Le condanne variano dai 17mila 922 euro di Mollica ai 3mila 722 di Folino.
Le contestazioni riguardano in massima parte scontrini e fatture di alberghi e ristoranti, rimborsate senza alcuna dimostrazione della effettiva natura “di rappresentanza” della spesa sostenuta.
“Non si comprende, per esempio – scrivono i magistrati – come una ricevuta fiscale di un pernottamento di due persone in una località turistica rinomata, in piena estate, possa plausibilmente ricondursi a una esigenza di rappresentanza quando manchi un riferimento a un evento pubblico, anche non istituzionale, che ne giustifichi la relativa imputazione”.
Stesso discorso per pranzi e cene “a seguito del prolungamento dei tempi di lavoro di non precisate riunioni”, dato che consiglieri e assessori regionali intascavano già un’altra indennità per il loro “sostentamento personale”.
Il totale delle condanne, ripartite fra 22 consiglieri e assessori regionali, in carica ed ex, è di 240mila euro.
E’ stato assolto, invece, l’allora presidente della Regione e attuale sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo (Pd), per 2ila 600 euro di francobolli.
Ma a causa delle stesse “spese postali” resta a processo davanti al tribunale di Potenza con l’accusa di peculato e falso assieme – fra gli altri – a Pittella e Mollica.
A gennaio dell’anno scorso, rispetto ai rimborsi percepiti nel 2009 e nel 2010, era già arrivata una prima condanna della Corte dei conti sempre per Pittella più altri 21 consiglieri ed ex, fra i quali il deputato Folino e il sottosegretario De Filippo, per oltre 200mila euro complessive di “spese ingiustificate”.
Di fronte ai giudici Pittella si era difeso sostenendo la sua buona fede, perchè era prassi che scontrini e fatture fossero risarciti senza un controllo vero e proprio sulla documentazione giustificativa.
Quindi aveva spiegato che la gran parte dei suoi pranzi “di rappresentanza” andavano riferiti a incontri con gli amministratori dell’area del Lagonegrese, che è anche il suo principale bacino elettorale. “Per intercettare e individuare le problematiche di quella zona”.
(da agenzie)
Leave a Reply