NOMINE CON VETI INCROCIATI, ALLA FINE LUCA BERGAMO E’ IL NUOVO VICESINDACO
I LOMBARDIANI NO A MAZZILLO, I RAGGIANI NO A DE VITO: LA FAIDA CONTINUA
Un gioco di veti dietro la nomina di Luca Bergamo, nuovo vicesindaco del Comune di Roma.
Virginia Raggi avrebbe voluto la promozione dell’assessore al Bilancio Andrea Mazzillo, a lei molto vicino in questi mesi, esperto di finanza con un passato nel Pd. Ma come si è detto, adesso, ogni nomina deve avere il sigillo di Beppe Grillo prima di essere operativa.
E il leader pentastellato il suo benestare non lo ha dato. In fondo quello di Mazzillo è un nome che già nell’ottobre scorso aveva diviso i 5Stelle.
Allora fu lo stesso Grillo a difenderlo dicendo che lui aveva avuto la tessera del Pd “non è un reato”, ora tuttavia il contesto è cambiato e la ferita procurata da Raffaele Marra è ancora dolorosa.
Quindi “non sarà Mazzillo il vicesindaco”, avrebbe assicurato il leader a chi nelle ultime ore lo pregava di evitare una nomina sgradita a molti nei Palazzi romani. Messaggio recapitato anche alla Raggi che nel pomeriggio ha riunito i suoi per decidere la persona che la affiancherà .
I vertici pentastellati avrebbero voluto l’assessore alle Partecipate Massimo Colomban, ma l’imprenditore veneto ha rifiutato la proposta perchè “ho già un grande impegno”, ha detto.
Escluso Mazzillo, dunque, sgradito all’ala ortodossa del Movimento, e proseguendo la strada di una scelta interna, si è optato per l’assessore alla Cultura Luca Bergamo. Nome che ha trovato un appoggio abbastanza trasversale.
Piace alla sindaca, ma è indipendente e non riconducibile al “Raggio magico”. Stimato dai consiglieri e dai parlamentari romani, nonostante sia vicino al mondo della sinistra, si sia candidato con L’Ulivo di Walter Veltroni e sia stato suo collaboratore, come anche di Francesco Rutelli, quando i due erano sindaci di Roma.
L’idea del primo cittadino è chiudere la partita delle nomine entro questa settimana, per dare il segnale che la macchina è ripartita.
Tante le caselle vuote da riempire: da quella di Raffaele Marra a capo del Personale a quella di Salvatore Romeo al vertice della segreteria politica.
Dopo le dimissioni di Paola Muraro, in seguito ad un avviso di garanzia, come nuovo assessore all’Ambiente è stata scelta Pinuccia Montanari, un passato nei Verdi, già responsabile all’Ambiente del Comune di Genova e di Reggio Emilia, in ottimi rapporti con Beppe Grillo fin dagli inizi del Movimento.
Sul fronte nazionale, invece, le ripercussioni del ‘caso Roma’ si fanno ancora sentire. Luigi Di Maio è nel mirino dell’ala ortodossa per aver difeso l’operato della sindaca e aver detto nel luglio scorso, rispondendo a una domanda precisa sul ruolo di Raffaele Marra nominato proprio quel giorno vice capo di gabinetto da Virginia Raggi, che “chi in questi anni ha dimostrato buona volontà ed ha competenza e storia personale all’interno della macchina amministrativa, ci venga a dare una mano”.
Parole che per i più critici del nuovo corso del Movimento hanno un peso.
Il candidato premier in pectore ha minacciato di querelare i cronisti: “Sia chiaro che non ho mai garantito per Marra dicendo che fosse ‘pulito’, è un’invenzione vera e propria”.
Chi ha sentito Grillo lo descrive indispettito e molto arrabbiato per lo scontro interno che non si placa. Anzi, tutt’altro.
Il senatore Nicola Morra, tra coloro che hanno sempre parlato in modo chiaro quando il Movimento ha preso strade lontane dalle origini, lancia segnali: “È un momento in cui si deve essere il più possibile chiari: ora più di prima abbiamo necessità che le persone corrette, disposte alla massima trasparenza innanzitutto su di sè, capaci di sacrificio per valori che economicamente non daranno alcun vantaggio, siano a disposizione del MoVimento. Ripeto: non c’è nulla da guadagnarci se non sacrificio e lavoro. Astenersi da perditempo ed opportunisti”.
Sotto traccia restano i timori per l’evoluzione delle indagini ed eventuali novità sul fronte giudiziario.
Che potrebbero coinvolgere anche la prima cittadina interpellata dai giornalisti, ha risposto che valuterà il da farsi nel caso in cui dovessero arrivare degli avvisi di garanzia.
E il Movimento prepara un nuovo codice di comportamento in caso di iscrizioni nel registro degli indagati.
(da “Huffingtonpost“)
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