“NON ABBIAMO NIENTE CONTRO I MATRIMONI, MA NON CI PIACE L’ARROGANZA DI BEZOS CHE PENSA DI POTER COMPRARE TUTTO, ANCHE VENEZIA”
SI RAFFORZA LA PIATTAFORMA “NO SPACE FOR BEZOS”, CREATA PER OPPORSI ALLE IMMINENTI NOZZE IN LAGUNA TRA IL PROPRIETARIO DI AMAZON E LA SUA COMPAGNA LAUREN SÁNCHEZ: “BEZOS È UNO DEI PADRONI DEL MONDO, SIMBOLO DEL CAPITALISMO DIGITALE, DELLO SFRUTTAMENTO DEL LAVORO, DELL’ELUSIONE E DELL’EVASIONE FISCALE” … ZAIA: “NON CAPISCO QUESTA PROTESTA PER 200 PERSONE, QUANDO IN CERTI GIORNI A VENEZIA ARRIVANO FINO A 150 MILA TURISTI” ( A ZAIA PIACCIONO SOLO QUELLI CHE PORTANO MILIONI)
«Non abbiamo niente contro i matrimoni, Ma non ci piace l’arroganza di questo miliardario che pensa di poter comprare tutto con i suoi soldi, anche Venezia. E nemmeno l’arroganza del sindaco, che gli ha messo a disposizione la Chiesa dell’Abbazia della Misericordia senza vergogna, visto che è uno spazio che si è autoassegnato da imprenditore a una delle sue società, con conflitto di interessi spaventoso», spiega Tommaso Cacciari, attivista della neonata piattaforma «No Space for Bezos», creata con lo scopo di opporsi attraverso azioni
dimostrative non violente alle imminenti nozze tra il proprietario di Amazon e la sua compagna Lauren Sánchez, ex giornalista e pilota di elicotteri, fondatrice della compagnia Black Ops Aviation.
E peccato se la futura Mrs Bezos avrà qualche impiccio durante la maratona di cambio d’abiti (27 in 72 ore, probabilmente per accontentare tutti gli stilisti più importanti del globo terracqueo) programmata dal 26 al 28 giugno nella città lagunare Patrimonio dell’Unesco, alla presenza di 200 very important people come Oprah Winfrey, Mick Jagger, Lady Gaga, Eva Longoria, Katy Perry, Ivanka Trump e il clan Kardashian.
«Ci daremo appuntamento il 28 per una protesta colorata e pacifica. Impediremo l’accesso alla chiesa via mare con gonfiabili e barche, via terra con i nostri corpi. E non avremo problemi a violare la zona rossa, se mai ci fosse», annuncia Alice Bazzoli del Laboratorio occupato Morion che aderisce a «No Space for Bezos».
Cacciari, alle spalle 12 anni di proteste contro le grandi navi, fa anzi notare l’autogol del sindaco Luigi Brugnaro: «Ha messo a disposizione una chiesa geograficamente situata nel cuore della città, all’incrocio tra cinque canali. Se anche dovessero istituire una zona rossa, noi avremmo comunque libero accesso a 200 metri di distanza».
L’«Anpi 7 Martiri» di Venezia ha aderito alla mobilitazione. Come pure il «Comitato No Grandi Navi – Laguna Bene Comune». Uno dei portavoce, Stefano Micheletti, spiega perché è stato naturale dare supporto: «Il tema, qui, non è il matrimonio di un vip […Il punto è che Jeff Bezos è uno dei padroni del mondo, simbolo del capitalismo digitale, dello sfruttamento del
lavoro, dell’elusione e dell’evasione fiscale, che peraltro accomuna le compagnie crocieristiche contro le quali ci battiamo, che hanno la sede nei paradisi fiscali. Ci sentiamo vicini a chi si è indignato per questa svendita della città».
Eppure c’è chi è contento. Per esempio gli hotel designati ad accogliere gli ospiti . O i tassisti, che pare raddoppieranno le tariffe. Oppure gli artigiani del vetro e della pasticceria coinvolti dall’agenzia di wedding planner Lanza e Baucina. Aderiscono pure il Centro sociale Rivolta e gli ambientalisti di Extinction Rebellion, davanti allo sgomento del governatore veneto Luca Zaia. Dice al Corriere: «Io non capisco questa protesta per 200 persone, quando in certi giorni a Venezia arrivano fino a 150 mila turisti. Ma che messaggio di ospitalità diamo come città, regione, Paese? E poi, perché Bezos no e Marco Rossi sì? Solo perché è ricco?».
(da agenzie)
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