NON CI BASTAVA RENZI, CI VOLEVA UN ALTRO DALL’EGO SMISURATO CHE RAPPRESENTA GIUSTO SE STESSO
CALENDA A ROMA VUOLE ESSERE IL CANDIDATO DEL CENTROSINISTRA MA SENZA FARE LE PRIMARIE E CONTINUANDO A CRITICARLO…VADA DA SOLO, COSI’ SCENDE PURE LUI DAL PIEDISTALLO
“Dovete accontentarvi…”. Con un’ironia al limite del sarcasmo, Carlo Calenda sferza il Pd e rilancia sulla sua candidatura a sindaco di Roma. Lui c’è, è in campo e non ha alcuna voglia di ritirarsi. Nè di partecipare alle primarie evocate da Zingaretti.
La corsa alla nomination del centrosinistra per il Campidoglio è diventata la trama di una commedia, con batti e ribatti degni di un copione da Oscar.
I dem non vogliono Virginia Raggi, Calenda neppure (ma dice che comunque “ha fatto meglio di Alemanno”) epperò di abbracciarsi non se ne parla.
Nicola Zingaretti, di buon mattino, fra un sorriso e una bordata a Conte sul no al Mes, rivolge un sentito pensiero all’ex ministro: per il Comune capitolino c’è lui, dice il sostanza l’inquilino del Nazareno, ma ci sono anche altri.
“In ogni città il centrosinistra si sta organizzando per vincere le elezioni. Anche a Roma. Un patrimonio di forze, di donne e uomini, che ha già vinto nella Capitale – afferma Zingaretti – e che ora sta discutendo sul manifesto e sugli obiettivi, per poi attivarsi per selezionare il percorso da intraprendere facendo decidere ai romani. Credo che la partecipazione popolare e la valorizzazione nelle città di queste donne e questi uomini sia un immenso patrimonio per vincere le elezioni. Il percorso è aperto a tutti, quindi anche a Calenda”.
Un modo per dire, come fa esplicitamente il vicesegretario del Pd nel Lazio Enzo Foschi, “che non ci si può autocandidare, non si può mettere il proprio ego davanti a Roma”.
Ma Calenda va dritto come un treno: “Le primarie? Sono prive di senso in questo momento”. Anche per questioni sanitarie: “Il governo decide che non possono esserci più di sei commensali a tavola e poi apri i gazebo a quarantamila persone? Mentre se le primarie si fanno con numeri bassi finisce che prevalgono le truppe cammellate…”. Parole che fanno infuriare un altro big come Andrea Orlando: “Carlo Calenda si candidi pure ma non tenti di delegittimare le primarie con argomenti discutibili”.
In ogni caso il tema, per il leader di Azione, non esiste: “Per ora a Roma sono il candidato del mio movimento, e sono convinto che con me si vince e si risolleva la città . Se vado col centrosinistra lo deve decidere il centrosinistra”.
E se ci fosse un altro nome? “Resto in campo”.
Ma, aggiunge Calenda, “ci fosse stato un candidato solido questo problema non si sarebbe posto, penso che sarebbe più facile per il Pd appoggiare uno dei loro, ma uno dei loro non c’è”. E allora? “Allora il partito democratico deve accontentarsi”. Appunto.
(da agenzie)
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