PANSA: “CARO SALVINI, ATTENTO ALL’IRA DEI CALMI”
“HO SEMPRE PAGATO LE TASSE E NON HO MAI RUBATO”
“Caro Matteo Salvini, sento il dovere di ringraziarla. Dopo che per anni non sono andato a votare, ho deciso che il prossimo mese di maggio mi presenterò al seggio e metterò la mia scheda nell’urna”.
Inizia così la lettera inviata dal giornalista Giampaolo Pansa al vicepremier Matteo Salvini, pubblicata dal sito Dagospia.
“La informo però che mi guarderò bene dal votarla o di votare il suo attuale compagno di merende, il tragico Luigi Di Maio, un incompetente al cubo scelto da Beppe Grillo per comportarsi da burattino”.
È un duro affondo, quello di Pansa, contro il Governo guidato da Giuseppe Conte e contro Matteo Salvini. “Ho iniziato a lavorare a 23 anni e adesso che ne ho sessanta di più, devo riconoscere di essere stato fortunato. L’Italia stava attraversando il suo primo boom economico e per i giovani che non avevano paura di faticare si aprivano occasioni che oggi sembrano da favola”.
Ho guadagnato bene? Si. Ho rubato? No. Ho evaso le tasse? No, ho pagato e pago fino all’ultimo centesimo. Ho chiesto condoni? No, neppure per una multa. Ho lavorato in nero? No, mai. […] La mia è una pensione d’oro? No, la mia è soltanto una pensione buona. Non ho avuto nessun regalo. […] Lei, onorevole Salvini, si sta dando parecchio da fare per condonare le tasse agli evasori. E si sta preparando a tagliare la mia pensione trattandomi da ladro. La sua fortuna politica è legata alla stupida arroganza di chi l’ha preceduta al governo, ma soprattutto trae origine dall’aver fomentato per anni la paura degli italiani. Per prima, la paura dei neri che vivono tra noi. Non ha soltanto sfruttato l’ignavia pasticciona di chi c’era a Palazzo Chigi, no! Lei ne ha fatto una linea politica che pesca nella paura normale per il diverso, trasformandolo nel colpevole di tutti i nostri mali nazionali.
Tenga presente, onorevole Salvini, che i risparmi delle famiglie stanno già soffrendo per merito vostro. Se riuscirete a varare la famosa manovra, molti vedranno che avrete tolto agli onesti per dare ai fannulloni e ai disonesti. E allora che cosa accadrà ? Rammenti un vecchio detto popolare che recita: temete l’ira dei calmi.
(da agenzie)
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