PENSIONI DIMEZZATE: NEL 2040, CON 40 ANNI DI CONTRIBUTI, SI PRENDERA’ IL 64,7%, CON 30 ANNI IL 48% DELLA BUSTA PAGA
SECONDO I CALCOLI DELLA RAGIONERIA DI STATO, I GIOVANI CHE HANNO INIZIATO A LAVORARE DIECI ANNI FA PERCEPIRANNO 400 EURO IN MENO DI PENSIONE, RISPETTO AI CANONI ATTUALI….SE NON SI PROCEDE A UNA RIFORMA SERIA, NEL 2015 SALTERANNO I CONTI INPS
Siete tra coloro che hanno iniziato a lavorare nel 2000? Preparatevi all’idea che quando andrete in pensione percepirete un’assegno inferiore di 5.000 euro rispetto al vostro collega che è andato appena in pensione.
La decurtazione sarà di circa 400 euro al mese, non poco: anche se fra trent’anni gli stipendi saranno più alti degli attuali, contemporaneamente salirà anche l’inflazione, quindi cambierà poco.
Secondo i calcoli della Ragioneria dello Stato, infatti, una persona che lavora dal 2000 e che concluderà la sua carriera nel 2040, con ben 40 anni di contributi, di fatto porterà a casa una pensione pari al 64,7% dell’ultima busta paga.
Peggio sarà per chi avrà solo 30 anni di contributi: il suo assegno si ridurrà al 48% dell’ultima retribuzione.
Si va verso tempi, se non cambia qualcosa, in cui le giovani generazioni saranno condannare a lavorare fino in punto di morte.
Secondo molti esperti, senza una riforma seria, nel 2015 salteranno i conti. Anche se dall’ Inps sono ottimisti, vista la forte diminuzione delle pensioni di anzianità nel 2009 e i circa 7 miliardi di utili.
L’Inps in verità sta in piedi solo perchè dallo Stato centrale partono ogni anno decine di miliardi per garantire i diritti acquisiti dei pensionati.
Qualsiasi governo lungimirante avrebbe dovuto cominciare a pensare a un innalzamento dell’età pensionabile, ma si tratta di un provvedimento impopolare che fa perdere voti e nessuno se la sente di farlo.
Col risultato che fra 30 anni i giovani di adesso non camperanno più con la pensione minima e sarà un caos globale.
La stessa previdenza complementare è un bluff: il governo ha utilizzato il Tfr per creare un secondo bastone economico per la vecchiaia, ma ha utilizzato soldi che già c’erano, non c’è nulla di nuovo.
Che i lavoratori delle imprese sopra i 50 dipendenti abbiano scelto di destinare la loro quota di liquidazione all’Inps o a un fondo di investimento, mentre quelli sotto i 50 dipendenti abbiano lasciato il gruzzolo in azienda, cosa cambia?
Sempre gli stessi soldi dovuti sono.
Altra cosa se uno mette da parte qualche centinaia di euro al mese di sua tasca e si fa una pensione complementare, allora quella può un domani incidere nel bilancio familiare di un pensionato: ma quanti sono coloro che sono in grado realisticamente di farlo in Italia?
La verità , confermata adesso dalla Ragioneria di Stato, è che di questo passo parecchi attuali trentenni avranno una pensione dimezzata rispetto allo stipendio.
In Gran Bretagna e In Germania i governi ci hanno pensato: forse perchè non dedicano unicamente la loro attività ai problemi del processo breve o del legittimo impedimento?
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