“PERCHE’ IN UMBRIA NON ABBIAMO FATTO CAMPAGNA ELETTORALE? DI MAIO VOLEVA PERDERE PER METTERE IN DISCUSSIONE L’ALLEANZA CON IL PD”
I PARLAMENTARI METTONO NEL MIRINO IL CAPO POLITICO TRA RANCORI E SOSPETTI
È il giorno dei rancori e dei sospetti. In Transatlantico alla Camera circolano solo facce scure e occhi bassi.
I deputati M5s, senza un capogruppo da settimane, rimuginano su quanto avvenuto in Umbria e sulle responsabilità di una dèbà¢cle che porta come cifra il 7,8%.
Le parole di Di Maio sull’esperimento fallito fanno infuriare: “Luigi sembra contento di aver perso, così potrà dire ‘ve l’avevo detto che l’alleanza con il Pd era sbagliata’”. È il ragionamento che rimbalza in queste ore di grande trambusto.
Ore in cui il primo a rompere il silenzio è Sergio Battelli. L’ex tesoriere del gruppo parla a nome di tutti coloro che, tanto per iniziare, non condividono il termine “esperimento” utilizzato dal capo politico e che soprattutto chiedono più “autocritica” al posto di scaricare la colpa solo ed esclusivamente sull’accordo con i dem.
“Non amo le ‘sperimentazioni’ sulla pelle delle persone e degli animali”, è l’incipit del post di Battelli: “Nei giorni scorsi si è definita la questione Umbria come un ‘esperimento’, come se i cittadini fossero delle cavie sui quali provare qualcosa. Colpa dell’alleanza? Colpa di qualcosa o qualcuno? Trovare sempre un ‘colpevole fuori’ è facile, soprattutto in momenti critici”.
Ora c’è chi parla di “scontro all’ennesima potenza” sulle chat interne e chi minimizza definendolo “confronto”.
Di certo a Di Maio è arrivata la richiesta di essere presente alla prossima assemblea congiunta dei deputati e dei senatori che potrebbe essere convocata già in questa settimana. Intanto si sono incontrari una quarantina di deputati per fare un primo punto anche in vista dell’elezione del capogruppo su cui non si riesce a trovare un accordo. “Defenestrare Di Maio? Comunque non abbiamo un’alternativa”, ammette un deputato a taccuini chiusi. Mentre il capo politico sta provando ad accelerare la nascita del team che lo affiancherà .
Domani Di Maio vedrà i deputati e i senatori eletti in Emilia Romagna e in Calabria. Per il momento l’intenzione del capo politico è di correre da soli con una propria lista, dunque quella terza via ancora per nulla chiara.
Il sottosegretario agli Esteri grillino, Manlio Di Stefano, tra i più vicini al capo politico, esclude infatti una nuova alleanza sui territori. Ma i gruppi vanno in ordine sparso.
C’è chi chiede di trattare con il Pd, soprattutto in Calabria, dove si potrebbe votare già il 15 dicembre e Mario Oliverio potrebbe candidarsi senza l’appoggio dei dem, e chi invece ipotizza addirittura di non presentare le liste.
Sotto accusa per adesso è finita tutta la gestione della campagna elettorale in Umbria. “A Perugia, per il comizio conclusivo, eravamo in tutto dieci parlamentari”, fa notare un deputato. In pratica non c’è stato un coordinamento, “Di Maio non ci ha messo passione e impegno”. Quasi dunque alla ricerca della sconfitta per chiudere il capitolo con i dem più che di una vittoria.
Il senatore Sergio Puglia dà la colpa al messaggio che viene diffuso all’esterno: “Dobbiamo comunicare meglio. Non tutti i cittadini capiscono cosa stiamo facendo”. L’eurodeputato Ignazio Corrao vorrebbe il ritorno di Alessandro Di Battista. Mentre Barbara Lezzi vorrebbe la convocazione “di un’assemblea M5s non solo con gli eletti perchè noi non siamo stati il cambiamento”.
I gruppi parlamentari, che si trovano in maggioranza con i dem, sono in evidente stato confusionale: “Non si può fare una foto di famiglia con il Pd per poi, a distanza di poche ore, rinnegare tutto in un post”.
(da “Huffingtonpost”)
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