PROVINCE CANCELLATE? NO, PROROGATE
È QUESTO L’ACCORDO SUL DDL DELRIO… I COMMISSARI, PER TUTTO IL 2014, SARANNO GLI ATTUALI PRESIDENTI
Province abolite? No, commissariate fino alla fine del 2014. Quindi, di fatto, prorogate.
Quote rosa approvate nella legge elettorale per le Europee? Sì, ma dal 2019. Contributi alla riforma del Senato annunciata dal governo? Per ora, solo riflessioni.
Palazzo Madama aspetta Renzi al varco dell’Italicum. Ma nel frattempo, più che barricate, si vede una certa confusione sotto al cielo.
Martedi arriva in Aula (voto previsto mercoledì) il ddl Delrio sul superamento delle Province (che aveva come primo effetto quello di evitare che si svolgessero nuovamente le elezioni) attualmente fermo in commissione Affari costituzionali del Senato a causa dei circa 3 mila emendamenti presentati soprattutto da Fi e Lega. Niente paura: trovato l’accordo con Forza Italia.
Quale? Le Province già commissariate sono prorogate fino al 31 dicembre 2014; ma soprattutto vengono commissariati i consigli provinciali in scadenza.
E chi sarà il commissario? Lo stesso presidente della Provincia.
Inoltre, verrà aumentato il numero dei consiglieri dei Comuni fino a 10 mila abitanti e si dà la possibilità di un terzo mandato per i sindaci dei Comuni fino a 3 mila abitanti.
Se è per le quote rosa, la mediazione trovata dopo giorni di scontri è alquanto singolare: ieri il Senato ha approvato con 155 sì, 58 no e 15 astenuti l’intesa sul ddl sulle europee che introduce la parità di genere dal 2019.
L’intesa tra Pd, Ncd e Fi prevede una norma transitoria che vale solo se si danno tre preferenze, la terza deve esser di sesso diverso dalle prime due. Insomma, la parità non c’è e quando ci sarà sarà subordinata al fatto che esistano 3 preferenze.
Infine, c’è la questione riforma del Senato.
Esiste una proposta governativa, sulla quale il premier sta accogliendo modifiche. Prima di partire per Bruxelles Matteo Renzi — presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, il ministro per gli Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta e il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi — ha incontrato i presidenti delle Regioni, guidati da Vasco Errani, subito dopo con i sindaci dell’Anci, guidati da Piero Fassino.
Un clima di collaborazione, ma con una richiesta: le Regioni criticano “l’identico numero di rappresentanti di ciascuna Regione e Provincia autonoma” nel nuovo Senato delle Autonomie.
Ci vuole un riequilibrio, insomma, della rappresentatività .
Il nuovo Senato deve essere “espressione autorevole delle istituzioni territoriali”: per questo i governatori giudicano “non condivisibile” la previsione della nomina, da parte del capo dello Stato, di altri 21 componenti dell’assemblea.
Renzi ha ascoltato e ha insistito sulla necessità di accelerare. Il punto centrale è come la maggioranza di governo recepirà le proposte dell’esecutivo.
Per cercare di arrivare almeno a calmare gli animi nel Pd, nel lavoro preparatorio della bozza che alla fine dovrà essere predisposta dalla Commissione Affari costituzionali sono stati coinvolti insieme al ministro Maria Elena Boschi anche la presidente della Commissione Affari costituzionali, Anna Finocchiaro (acerrima nemica di Renzi) e il capogruppo dem, Luigi Zanda.
Wanda Marra
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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