QUANDO FU VIETATO A GENOVA IL COMIZIO DI ALMIRANTE NEL MAGGIO 1976, IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, PER MOTIVI DI ORDINE PUBBLICO
QUEI POLITICI CHE MENTONO DICENDO CHE NON SI PUO’ VIETARLI… E ALLORA LE FORZE DELL’ORDINE CARICARONO NOI MISSINI CHE VOLEVAMO ANDARE IN PIAZZA
Potrei dire, in termini politici, che scrivo queste poche note per “fatto personale”.
In realtà sono solo mosso da un senso di verità , dopo aver sentito certe esternazioni improvvide seguenti alla pessima gestione del comizio di Casapound da parte della politica , delle Istituzioni e delle forze dell’ordine.
Ancor oggi il sindaco di Genova, in consiglio comunale ha sostenuto, di fronte alle critiche delle opposizioni, che “il comizio non si poteva vietare”
In realtà tutti sanno, ed è stato oggetto di lunghe riunioni del Comitato per l’ordine pubblico, che “per ragioni di ordine pubblico” il prefetto , anche in campagna elettorale, può vietare un comizio o spostarlo in un luogo chiuso o in altra piazza più idonea, d’intesa con il Questore e il sindaco.
Se non è stato fatto è perchè qualcuno voleva “politicamente” che ci fossero incidenti in un centro città presidiato e chiuso al traffico, con disagi evidenti per i cittadini.
Tutto il resto è solo la naturale e prevista conseguenza di quella scelta.
Ma non si venga a dire che “un comizio in campagna elettorale non puo’ essere vietato” perchè non è vero.
Nel maggio 1976 (e le norme non sono cambiate) venne vietato l’annunciato comizio di Giorgio Almirante in piazza della Vittoria a Genova per “motivi di ordine pubblico”.
Il giorno prima a Sezze, un militante comunista era stato ucciso durante i disordini successivi al comizio di Sandro Saccucci (che voi venne assolto dall’accusa in Cassazione per non aver commesso il fatto, in quanto avvenuto in un secondo momento , quando si era ormai allontanato).
Almirante era già a Genova quando il divieto venne notificato, in una città presidiata dalle forze dell’ordine e in un clima che, al suo confronto, quello di oggi è poca cosa , con centinaia di militanti di “Lotta continua” e altre sigle extraparlamentari mobilitati per impedire il comizio “fantasma”.
Giusto per la cronaca: quando noi giovani missini cercammo di raggiungere ugualmente la piazza, la polizia caricò noi sotto la federazione, con i metodi ben noti, tanto cari ai cultori di quella sedicente destra attuale (che anche allora combattevano “i comunisti” nel tepore dei loro salotti di Albaro e Carignano, noti quartieri bene di Genova).
Non ci lamentammo, non era nostro costume, difendemmo la federazione impedendo alla polizia di esercitare un abuso, bloccando le scale.
Perchè ricordiamo questo episodio?
Perchè la politica è sempre divisa tra “quelli che ci mettono la faccia” e quelli che tirano le fila, raccontando bugie .
Non dimenticatelo, comunque la pensiate, vale per tutti.
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