REGIONALI VAL D’AOSTA, LA LEGA SCENDE IN UN ANNO DAL 37,2% AL 23% E NON GOVERNERA’ LA REGIONE
PROBABILE ALLEANZA TRA AUTONOMISTI E PROGRESSISTI… FORZA ITALIA E FDI UNITE RESTANO FUORI DAL CONSIGLIO REGIONALE
Quella della Lega in Val D’Aosta potrebbe essere l’ennesima vittoria di Pirro di questa tornata delle elezioni amministrative a livello regionale.
Nel territorio alpino, infatti, le elezioni non seguono il criterio maggioritario, ma si basano esclusivamente su un voto proporzionale, con il presidente della regione che verrà scelto in seguito ad accordi interni alle forze che comporranno il parlamentino valdostano.
E la Lega, nonostante sia il primo partito in regione, in virtù di questo principio potrebbe finire all’opposizione.
La Lega che alle Europee un anno fa aveva preso il 37,2% è scesa infatti al 23% e per governare da sola non bastano
L’ago della bilancia è formato, in questo caso, dall’Union Valdotaine. Il tradizionale partito valdostano, infatti, ha ottenuto il 15% dei consensi, pareggiando quelli della vera sorpresa di questa tornata elettorale: la coalizione progressista, che al suo interno conta anche la componente del Partito Democratico, ha raggiunto la stessa percentuale del partito valdostano, proponendosi come possibile partner di governo.
Del resto sembra essere questa la posizione di Erik Lavevaz, il presidente dell’Union Valdotaine, che sembra escludere, subito dopo la comunicazione dei dati, una alleanza con la Lega: «Parleremo con tutti — ha detto Lavevaz -, ma in questo momento l’Union Valdotaine e la Lega sono su posizioni alternative. Il nostro congresso ha indicato come linea di cercare coalizioni sui Comuni e sulla Regione con gli autonomisti in contrapposizione con populisti e sovranisti»
Molto probabile, dunque, che lo schieramento di governo possa escludere la componente leghista, nonostante l’incremento dei consiglieri regionali che, verosimilmente, finiranno all’opposizione.
Insomma, questo pareggio per 3-3 alle regionali potrebbe addirittura finire in svantaggio al Golden gol per la Lega. L’esito delle elezioni in Val D’Aosta, infatti, potrebbe segnare l’ingresso del Partito Democratico e del centrosinistra al governo di un’altra regione: a quel punto sarebbe più un 4-3 per i progressisti contro i sovranisti di Matteo Salvini.
Mentre il M5S cade nel crepaccio e non va neppure in consiglio, così come Forza Italia e Fdi (uniti) il voto valdostano dimostra che le care e vecchie coalizioni più o meno trasversali riempiono il granaio. L’autonomia, per decenni al potere prima di una specie di suicidio politico e della pioggia di scandali, è in teoria il primo partito: contando, e non pesando.
Poi, senza accordo si tornerebbe al voto, ma vedrete che questi fantini un modo per intendersi lo troveranno. Compresi i cavalli scossi.
(da agenzie)
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