RENZI AL LINGOTTO TRA OBAMA E SONDAGGI FAVOREVOLI
IL COLPO DELL’INCONTRO A MAGGIO CON L’EX PRESIDENTE A MILANO E I SONDAGGI CHE LO DANNO AL 63-67% ALLE PRIMARIE
Matteo Renzi incontrerà a maggio Barack Obama. I due ex presidenti avranno un faccia a faccia a margine di Seeds and Chips, un summit globale dell’innovazione del cibo che si terrà a Milano dall’8 all’11.
Un incontro che, a quanto risulta all’Huffpost, sarebbe stato fissato grazie alla mediazione della Fondazione John Kennedy.
Con quest’ultima Renzi ha un rapporto di lunga data, avendo inaugurato nei suoi anni da sindaco il quartier generale europeo nella struttura del carcere delle Murate proprio a Firenze. Tra i temi al centro del colloquio l’eredità dell’Expo milanese, uno dei fiori all’occhiello degli anni di governo renziano.
Obama è il colpo in canna di Renzi per le primarie Pd del 30 aprile.
Accoppiato ai sondaggi Swg che ha commissionato e che gli sono planati sulla scrivania oggi, proprio alla vigilia della tre-giorni al Lingotto di Torino al via domani pomeriggio.
Non solo danno Renzi vincente alle primarie, ma paradossalmente proprio lui lo ‘scalatore’ del Pd, il paladino delle primarie aperte, adesso vince nel partito: ha la fiducia degli elettori Dem.
Secondo il sondaggio, Renzi vincerebbe le primarie superando di gran lunga la soglia del 50 per cento + uno, necessaria per essere eletto segretario senza passare dall’assemblea.
Swg gli assegna ben 63 punti percentuali, che diventano 67 se la l’affluenza ai gazebo è bassa .
Michele Emiliano si classificherebbe secondo con il 21 per cento, 16 per cento per Andrea Orlando.
E sempre secondo lo stesso sondaggio, alle primarie andrebbe a votare tra un milione e mezzo e 1.700mila elettori (nel 2013 furono quasi 3 milioni).
Ancora: Renzi risulta il più noto tra i tre candidati. Dice di conoscerlo il 93 per cento degli intervistati, a fronte del 62 per cento che conosce Emiliano e il 59 che conosce Orlando.
Chi conosce tutti e tre si fida di Renzi al 56 per cento, di Orlando al 53, di Emiliano al 49.
E paradossalmente Renzi, il paladino delle primarie aperte, ora vince proprio tra gli elettori Pd.
L’86 per cento di loro si fida di lui, mentre il 54 per cento ha fiducia in Orlando, il 44 per Emiliano. E’ quest’ultimo invece il campione di fiducia tra gli elettori non Pd: al 54 per cento, il 31 per Renzi, per Orlando il 52.
Insomma è un buon viatico per la tre giorni di Torino.
Renzi è arrivato in città già per un sopralluogo al Padiglione 1 che ospiterà la sua convention congresssuale. Dodici salette per 12 tavoli tematici.
Ci saranno tutti i ministri del Pd, il premier Gentiloni, Padoan, Boschi, Lotti e anche Emma Bonino, ospite d’onore.
E dovrebbe essere lo stesso Renzi a dare il via alla kermesse domani pomeriggio: i fantasmi dell’inchiesta Consip non mordono più in questi ultimi giorni, i sondaggi sono favorevoli, il segretario ritrova l’ottimismo perduto che serve per parlare in apertura e in chiusura domenica.
E poi la chicca Obama. E’ vero che anche tra i suoi circolano le battute su quanto porti bene incontrare Barack. Non ha portato bene a Cameron, sconfitto dalla Brexit. E nemmeno allo stesso Renzi, prima del referendum costituzionale.
Ma di fronte alle pericolose stravaganze di Trump, sempre più indigesto nel centrosinistra e nel blocco tradizionale dei conservatori occidentali, Obama ha riacquistato tutto, anche il fascino della nostalgia.
Ed è questo che Renzi si vuole ‘vendere’ per le primarie: ‘message in a bottle’ per i suoi avversari.
(da “Huffingtonpost”)
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