RISPARMI 115 MILIONI E MOLTIPLICHI PER 30 I MIGRANTI MORTI, MA LA PENALE PER LO STRETTO DI MESSINA CI COSTERA’ 700 MILIONI
PER “MARE NOSTRUM” L’ITALIA SPENDEVA 9,6 MILIONI AL MESE, TRITON NE COSTA MENO DI TRE…. QUEST’ANNO, PERà’, AL POSTO DELLE 56 VITTIME NEI PRIMI 4 MESI DEL 2014, SE NE CONTANO 1.750
Centoquindici milioni di euro all’anno. A tanto ammonta il risparmio ricavato dal governo grazie alla chiusura dell’operazione Mare Nostrum.
Il governo Letta nell’ottobre 2013, dopo la strage di Lampedusa causata da un altro barcone proveniente da Misurata che portò alla morte 360 persone, decise di stanziare 9,6 milioni di euro al mese per evitare che simili tragedie si ripetessero.
Poi è arrivato Matteo Renzi e il governo ha sostituito Mare Nostrum con
un’operazione europea coordinata dall’agenzia Frontex di mero controllo delle coste italiane, denominata Triton.
Tutte le scelte devono essere valutate sulla base del rapporto tra costi e benefici.
In questo caso i benefici annuali sono pari a meno della metà del costo annuo dei vitalizi dei parlamentari, ma il costo in termini di vite umane è stato pesante.
Il portavoce dell’Organizzazione Internazionale della Migrazione, Oim, alla quale aderiscono 156 paesi, ieri ha scandito: “Ci sono stati 1.750 decessi dall’inizio dell’anno, il bilancio di migranti morti mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo risulta oltre 30 volte superiore a quello registrato per lo stesso periodo dell’anno scorso quando i decessi fino al 21 aprile erano stati solo 56”.
Nessuno si sbilancia sulla dinamica dell’incidente della scorsa notte ma è probabile che il naufragio del barcone con 850 vittime sarebbe stato evitato ed è certo che le sue conseguenze sarebbero state drasticamente ridotte se il Governo non avesse chiuso Mare Nostrum.
Dal 18 ottobre del 2013 al primo ottobre 2014 l’Italia ha salvato più di 100 mila persone con un’operazione che ha fatto onore al nostro paese.
Cinque navi della marina, due elicotteri e tre aerei sono stati impegnati in una missione di save and rescue con ben 558 interventi.
Dopo una martellante campagna di Fratelli d’Italia e Lega Nord però il Governo Renzi, sotto la spinta più timida di Forza Italia e Ncd, ha deciso di cambiare registro. Il primo novembre 2014 è così partita l’operazione europea Triton sotto l’egida di Frontex, l’Agenzia europea delle frontiere.
La spesa europea è scesa a 2,9 milioni al mese perchè lo scopo di Triton non è il salvataggio delle vite ma il controllo delle frontiere.
Le navi di Frontex si tengono alla larga dalle coste libiche e intervengono solo entro 30 miglia dalle coste italiane, mentre il naufragio dell’altro giorno si è svolto a 110 miglia a sud est di Lampedusa.
Oggi può essere interessante andare a rivedere quel che dichiaravano i leader che cavalcano l’onda della paura per raccogliere voti.
Il 7 aprile 2014 Matteo Salvini su Facebook: “Operazione Mare Nostrum, con le navi che recuperano i clandestini in mezzo al mare e li portano in Italia. Costo, più di 300.000 euro al giorno, vale a dire oltre 10 milioni di euro al mese, per farci invadere. Ma vi pare una cosa normale???”.
Il 10 settembre 2014 sempre su Facebook arriva Giorgia Meloni: “Aboliamo quella idiozia di Mare Nostrum e destiniamo i soldi risparmiati a militari e Forze dell’ordine”.
Maurizio Gasparri di Forza Italia rincorreva la Lega il 21 aprile 2014: “Bisogna bloccare subito l’operazione Mare Nostrum diventata ormai taxi loro. Mi fa piacere che il ministro dell’Interno abbia copiato le mie frasi alla lettera dicendo che la Marina non può diventare un traghetto per clandestini”.
Infatti il 16 agosto 2014 Angelino Alfano, per paura di pe rperdere voti si accoda: “Mare Nostrum non deve fare il secondo compleanno”.
Anche molti migranti non hanno fatto il compleanno dopo quella scelta.
Quel giorno il ministro dell’interno dichiarava trionfante: “Da 114 milioni a zero”.
Se l’Italia non ha i soldi per provare a salvare uomini, donne e bambini in fuga dalla guerra e dalla povertà , la colpa è anche dei governi del passato, tra i quali quelli sostenuti da Salvini, Meloni, Gasparri e Alfano hanno brillato per capacità di sperperare risorse pubbliche.
Proviamo a fare qualche esempio: il governo guidato da Silvio Berlusconi è stato protagonista principale dello sperpero, stimato in 470 milioni di euro , per la costruzione inutile delle strutture che avrebbero dovuto ospitare i grandi della terra per il G8 del 2009 alla Maddalena.
Se il governo Berlusconi non avesse sprecato circa cento milioni per gli appalti assegnati alle associazioni di imprese dove c’era il gruppo Anemone forse oggi si potrebbe finanziare Mare Nostrum per il 2015.
Sempre in quel periodo di Grandi Eventi e grandi sperperi, le strutture della presidenza del consiglio varavano i mondiali di nuoto del 2009.
I 20 milioni gettati nella piscina di Valco San Paolo a Roma, costruita (e mai inaugurata per via del suo tetto pericolante) da quel Francesco Piscicelli, famoso per la risata della notte del sisma dell’Aquila, oggi potrebbero tornare utili per finanziare altri due mesi di Mare Nostrum.
Con i 200 milioni sperperati per la città dello sport di Tor Vergata a Roma si potrebbero finanziare altri due anni di salvataggi.
Per tornare sul mare, un altro esempio di spreco di denaro pubblico è quello della penale per la mancata costruzione del ponte sullo stretto di Messina.
Il contratto capestro tra la società pubblica Stretto di Messina e il consorzio Eurolink fu stipulato ai tempi del secondo governo Berlusconi nel 2005.
La modifica ancora più sfavorevole per le casse pubbliche invece è stata firmata dall’allora presidente della società pubblica, Pietro Ciucci, nel settembre del 2009.
A quei tempi la Lega era al governo e Matteo Salvini si era appena dimesso da deputato mantenendo la seconda poltrona di europarlamentare, mentre Giorgia Meloni e Angelino Alfano erano ministri.
Nessuno fiatò nè allora nè quando i giornali hanno svelato gli accordi riservati tra Stretto di Messina e Eurolink.
La penale sarà oggetto di un contenzioso ma la spesa per le casse pubbliche dovrebbe arrivare a 700 milioni di euro, pari ad altri sei anni di Mare Nostrum.
Marco Lillo
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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