RITRATTO DI EDMONDO CIRELLI, CANDIDATO GOVERNATORE SOVRANISTA ALLA REGIONE CAMPANIA
VOLEVA ISTITUIRE IL PRINCIPATO DI SALERNO MA DEVE FARSI PERDONARE LA CHAT CONTRO BERLUSCONI
Mission: Impossible. Ma lui ci prova. Non sarà Tom Cruise, ma la postura da generale di brigata dei carabinieri ce l’ha. Gavetta alla Nunziatella, all’accademia militare di Modena, alpinista ad Aosta, paracadutista a Pisa, tre lauree tre in Giurisprudenza a
Parma, in Scienze politiche a Salerno, in Scienze della sicurezza a Roma. Una lunga carriera politica con An, poi con il Pdl, infine, dalla prima ora, con i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che lo vuole candidato alle elezioni regionali in Campania, e che ha pure fulminato con gli occhi chi si è azzardato a dire: «Mo vediamo…».
Cirielli Edmondo, classe 1964, nato il 22 maggio a Nocera Inferiore, campano nell’animo, figlio di un ufficiale dell’esercito, sposato con Maria Rosaria Campitiello, matrimonio civile celebrato da Ignazio La Russa nella chiesa sconsacrata di Santa Maria in Tempulo. Lei è ostetrica e ginecologa, e diventa capo del dipartimento prevenzione al ministero della Salute. Tempo di West Nile, la zanzara killer. Vincenzo De Luca, a cui non fanno difetto i toni felpati, accusa Campitiello di essere un’incompetente, assunta per ragioni di clientelismo politico. Edmondo lo querela per diffamazione, ché il livore tra i due è di lunga data, si contendono la palma del più amato a Salerno, ma lo scontro non è certo politico, non si sopportano a pelle. Due combattono e uno vive. Poi c’è la concorrenza all’interno dello schieramento, la «sfida» con Mara Carfagna, e poi perché Sangiuliano e Foti ministri e lui no? Tintinnio di sciabole anche con il segretario regionale di FI Fulvio Martusciello, che a sua volta si chiede perché non tocchi invece a lui sfidare Roberto Fico. Buoni rapporti con il presidente della Repubblica, cementati in questi tre anni da
viceministro degli Esteri, tanti viaggi insieme vista la sua delega alla cooperazione internazionale.
«Io voglio essere il candidato della coalizione, non ho mai chiesto questa candidatura, lo faccio con orgoglio per la mia terra, ma anche perché sono convinto che il centrodestra possa dare una diversa possibilità alla Campania».
Dichiarazione misurata e attenta agli alleati, questa di Cirielli. Ma a Forza Italia ancora non basta, anzi, è proprio Martusciello che pretende che venga a Canossa, se vuole l’investitura: «Prima ancora di sederci al tavolo, deve chiedere scusa per gli insulti rivolti a Silvio Berlusconi, raccontati nel libro Fratelli di chat. Se non si scusa, non si comincia nemmeno la discussione».
Accidenti che sventola, ma di che diavolo parla? Il libro è quello del giornalista del Fatto Giacomo Salvini, che fruga tra i messaggi riservati della classe dirigente di Fratelli d’Italia. E ce n’è anche uno attribuito a Edmondo, che risale al 2019: «Bisogna attaccare Forza Italia e Berlusconi con i suoi tg, basta appecoronarsi a questi banditi ladri».
Era tempo di campagna elettorale, ma insomma, la frase è un po’ ruvida, e lui lo sa e corre ai ripari: «Non ho mai parlato male di Berlusconi, per lui ho nutrito sempre stima e ammirazione. Non posso dimenticare che, quando io e la mia famiglia, tra i primi, ci ammalammo di Covid, Berlusconi mi chiamò ogni sera per venti giorni. Il mio terzo figlio aveva 40 giorni e soffriva molto, per me la sua vicinanza fu preziosa». Scuse richieste, scuse arrivate.
Già Maurizio Gasparri aveva teso la mano: «L’alleanza va allargata, ma verso Cirielli non abbiamo pregiudizi».
Ora che la candidatura è cosa fatta, c’è solo da battere Fico, o almeno perdere con onore, per, dicono i maligni, fare un salto di qualità, ché non si può essere vice al governo per tutta la vita. Che sia battagliero non ci sono dubbi. Sua la legge che riduce i termini della prescrizione, che fu soprannominata «Salva Previti», prima di essere chiamata «ex Cirielli» perché, dopo le modifiche non ne volle più sapere di metterci il nome.
Sua la sfida, forse un po’ singolare, per fare della provincia di Salerno una regione autonoma, con un referendum che mai si fece perché la Corte costituzionale disse non se ne parla proprio. Non è tipo da demordere, e presentò una proposta di legge per istituire il Principato di Salerno, ma è un po’ che non se ne parla più. Suo il manifesto nel giorno della Liberazione per dire che fu frutto solo degli anglo-americani, mentre i partigiani non ebbero alcun ruolo.
Polemiche per una frase pronunciata alla festa di Atreju: «Il tratto distintivo più profondo del fascismo era uno spirito straordinario di libertà». Parole estrapolate in malafede, dice Cirielli: «Parlavo della cultura libertaria che permeava gli ambienti intellettuali di una destra mai collettivista. Destra anche antifascista». Sua la strigliata ad Andrea Stroppa, voce a Roma di Elon Musk: «È un signor nessuno». Il Tar lo autorizza a demolire una sua casa di campagna, poi il Consiglio di Stato lo
blocca e lui racconta: «La soprintendenza ha detto no, e il Cds mi ha dato torto, dopo un ricorso del ministero retto da Sangiuliano». Insomma, in campagna elettorale, tra Edmondo, Fico e De Luca, non ci sarà da annoiarsi.
(da Il Corriere della Sera)
Leave a Reply