ROMPERE IL FRONTE ANTISOVRANISTA CONDANNA IL M5S A UN’EMORAGGIA DI VOTI
CONTE L’HA FATTO APPOSTA A RENDERE PIU’ DIFFICILE LA CORSA DI ORLANDO IN LIGURIA
Figuriamoci se non l’ha fatto apposta, Giuseppe Conte, a rendere più difficile la corsa di Andrea Orlando in Liguria. Chi ha sottovalutato la sua abilità politica in passato ha avuto di che pentirsene.
Non gli dispiacerebbe, prima della fine della legislatura, liberarsi dell’ingombrante partnership con Elly Schlein (più contemporanea e movimentista di lui che l’accusa di essere amica di Renzi).
Un auspicio che troverà orecchie sensibili nel Pd e tra gli opinionisti dei giornaloni che nel frattempo brindano al crollo dei Cinquestelle nella terra del loro fondatore. Afflitta da senescenza, disincanto e una certa assuefazione al malaffare. Quale possa essere il futuro del M5S è in fondo solo un elemento di dettaglio nel magma della società italiana. Il mondo è cambiato. Non avrebbe senso rimuginare la nostalgia dei tempi del vaffa, dieci anni fa, quando alle Regionali liguri i grillini prendevano il 22,3%. Di quella spinta in gran parte si è avvantaggiata la destra xenofoba e antitasse, che ora si camuffa anche da pacifista. Indietro non si tornerà.
Alle Politiche del 2022 divisi il mio voto fra M5S e Pd per protesta contro lo sciagurato veto all’alleanza posto da Enrico Letta. Mal gliene incolse, il M5S non si estinse affatto e intanto la strada per Giorgia Meloni era spalancata.
Oggi però la situazione è capovolta. Ricordo quando Beppe Grillo subodorò nel 2019 che la Lega di Salvini surclassava il Movimento che l’aveva portata al governo e (invano, proprio lui) si concesse in tv a Bruno Vespa. Conte a sua volta dà il benservito a Grillo passando per Vespa. Coincidenza infelice. Ma rompere il fronte alternativo alla destra, lo si vede, destina il M5S a un’ulteriore emorragia: a sinistra e nell’astensionismo.
Il gioco d’interdizione, quando perdi la base sociale, non basta più neanche a un maestro della tattica come Conte.
(da ilfattoquotidiano.it)
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