SALVINI ORA BOCCIA LE “GAZEBARIE: LE TAROCCANO QUELLI DI FORZA ITALIA, NON LUI, QUINDI NON GLI PIACCIONO
A TRE GIORNI DALLA SECONDA CONSULTAZIONE FARSA, SALTA DI NUOVO IL BANCO NEL CENTRODESTRA A ROMA
L’idea era quella di anticipare di sette giorni i gazebo su Bertolaso per abbattere le possibilità di un nuovo scontro con la Lega.
Ma l’«accorgimento» adottato da Forza Italia e Fratelli d’Italia per venire finalmente fuori dal caos romano non ha sortito gli effetti sperati.
A sole trentasei ore dal week end che dovrebbe decidere la sorte del candidato sindaco del centrodestra, si alza il latrato leghista: «È assurdo che il referendum su Bertolaso lo organizzi il comitato elettorale di Bertolaso, è come chiedere all’oste se il suo vino è buono».
Diciamo più semplicemente che un tarocco vale l’altro: una pagliacciata quella leghista di una settimana fa, altrettanto questa.
Senza controlli esterni, senza elenchi certi dei partecipanti, con numeri e schede alla mercè degli organizzatori e di qualsiasi manipolazione.
Pochi minuti fa, di fronte all’impossibilità di manipolare a proprio favore il risultato, arriva la scomunica della Lega: “Non ci sono le condizioni di serietà e di lealtà per le gazebarie”. Ed è di nuovo caos.
“Non c’è alcuna chiarezza sulle regole di questo referendum su Bertolaso che non è, nè è mai stato il nostro candidato. Non il centrodestra, ma Forza Italia e Fdi vogliono Bertolaso” (quindi tutti senza Lega).
Come sono strutturate le gazebarie?
Una novantina i seggi organizzati tra sedi di partito e gazebo (55 in tutto), distribuiti in ognuno dei 15 municipi, per cui è stato già chiesto al Campidoglio il permesso per l’occupazione di suolo pubblico. Due i giorni di voto: sabato dalle 10 alle 18 e domenica dalle 9 alle 13. Contributo volontario da devolvere a un centro anziani di periferia da rimettere a posto.
Un foglio con tre quesiti: il primo su Bertolaso, il secondo sul programma, il terzo sulle priorità per Roma.
In realtà l’obiettivo iniziale dei leghisti era quello di «azzoppare» Bertolaso nei gazebo, da qui la richiesta di mandare almeno due tre «rappresentanti di lista» per ogni seggio (ammesso che trovino le persone).
E poi, a seconda dell’affluenza del primo giorno, far convergere qualche centinaio di fedelissimi a votare no.
Ma in Forza Italia non sono fessi e hanno preso le loro contromisure.
Una lotta tra taroccatori, ognuno padrone a casa sua, insomma.
In realtà tutto prosegue secondo programma già da noi indicato: Salvini non vuole farsi contare e ogni giorno fa casino solo per danneggiare gli altri e giustificare l’Aventino.
Storace stenta ancora a capirlo, ma prima o poi ci arriverà anche lui, la Meloni almeno in questo è più sveglia (per ora).
Tempo al tempo.
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