SALVINI RINUNCIA AL TERZO MANDATO, E IN VENETO S’AVANZA IL “CORRENTONE ZAIA” : LA CERCHIA DEL “DOGE” È INFURIATA CON IL SEGRETARIO, CHE NON AVREBBE VOLUTO COMBATTERE FINO IN FONDO LA BATTAGLIA PER IL GOVERNATORE
SI VALUTA LA PRESENTAZIONE DI UNA “LISTA ZAIA” ALLE REGIONALI DELL’AUTUNNO, PER INIZIARE A “PESARSI” E REGOLARE I CONTI
«Prendiamo atto con grande rammarico che FI non intende ragionare sul terzo mandato, a questo punto auspichiamo che il centrodestra scelga al più presto i candidati migliori»
Con una dichiarazione che Matteo Salvini affida all’ora di pranzo al capo degli enti locali, Stefano Locatelli, la Lega rinuncia in sostanza
al terzo mandato per i governatori. Suona come un game over, almeno per Luca Zaia.
Il Carroccio del resto definisce «uno scambio irricevibile» la contropartita lasciata filtrare agli alleati dal leader di Forza Italia, Antonio Tajani. Che suonava così: volete il terzo mandato, che non era nel programma del centrodestra?
Allora votate la nostra proposta sullo Ius scholae, per riformare la cittadinanza. Gli ex lumbard da quell’orecchio però non sentono. Il vicesegretario Claudio Durigon lo dice dritto: «Uno scambio con la cittadinanza? Non è plausibile, non credo ci possa essere un mercimonio di questo tipo».
Anche Fratelli d’Italia, che due settimane fa aveva aperto a una discussione sui limiti elettorali nelle regioni, fa capire che non è aria di cambiare la norma sulla cittadinanza, specie dopo il fiasco del referendum dell’8 e 9 giugno promosso da +Europa.
E anche se il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ieri pomeriggio ancora rimandava la discussione «ai leader» della coalizione, che si dovrebbero vedere oggi a margine del Cdm, la pratica appare ormai definitivamente archiviata
In Veneto, nella cerchia del governatore Luca Zaia, gli umori che filtrano sono nerissimi. Irritazione marcata. Non tanto verso FdI, «che è stata leale», ma con chi «nella Lega a Roma forse non ha affrontato la battaglia come meritava, non ci ha creduto». Intorno al presidente veneto si formula addirittura questa teoria: che sia stato qualcuno del Carroccio nazionale a suggerire a FI di rilanciare sullo Ius scholae al fotofinish, proprio per farsi dire di no e chiudere la questione una volta per tutte.
Una trappola, insomma. «Sappiamo anche chi è stato, nome e cognome», viene fatto trapelare da Venezia. Fantasie, a sentire il
giro salviniano, che invece rivendica pubblicamente di averci provato in tutte le salse ma di essersi trovato davanti il muro degli alleati, da ultimo principalmente di FI.
Il “doge”, in scadenza in autunno, si è sentito ieri con il collega del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che pure vorrebbe correre per la terza volta nel 2028, approfittando del fatto che la sua regione è a statuto speciale (anche se FdI non vorrebbe deroghe particolari). Proprio i fedelissimi di Zaia allora ipotizzano una saldatura con Fedriga nelle dinamiche di partito.
Detta in altri termini, sarebbe la nascita di un “correntone del Nord”, che dovrebbe marcare stretto il segretario nei prossimi anni.
Di conte interne, più volte ventilate dalle Politiche del ‘22, finora alla prova dei fatti però non se ne sono viste: Salvini è stato riconfermato fino al 2029 dal congresso che il Carroccio ha celebrato a Firenze meno di tre mesi fa. Acclamazione, senza sfidanti.
C’è anche un’altra mossa, che gli uomini del governatore veneto danno comunque per certa: alle regionali ci sarà una “Lista Zaia”. Un modo per pesarsi, magari a scapito degli alleati. E forse anche per iniziare a regolare qualche conto.
(da agenzie)
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